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«Italia centrale nel Mediterraneo per le rotte dell’energia solare», parla il Ministro Giorgetti

 
Michele De Feudis (foto Donato Fasano)

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Michele De Feudis (foto Donato Fasano)

«Italia centrale nel Mediterraneo per le rotte dell’energia solare», parla il Ministro Giorgetti

foto Donato Fasano

«Governo in campo per sostenere la ricoversione dell’automotive»

Sabato 11 Giugno 2022, 14:30

Guarda alla modernizzazione dell’Italia e alla prospettiva geopolitica che vedrà l’Italia, Sud d’Europa, di colpo diventare Nord del Medioceano, neologismo inventato dalla rivista «Limes» per definire il Mediterraneo e la sua centralità nel mondo che cambia in fretta. Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, è intervenuto ieri alla giornata di studi della Fondazione Leonardo e poi ad un evento politico (accompagnato dai parlamentari leghisti Roberto Marti, Anna Rita Tateo e Nuccio Altieri) a sostegno del candidato sindaco del centrodestra di Bitonto, Domenico Damascelli. Con la «Gazzetta» si è soffermato su alcuni scenari che riguardano il futuro economico dell’Italia e della Puglia.

Ministro, la transizione green mette a rischio l’industria dell’automotive italiana, che ha un insediamento rilevante nel Barese. Che strumenti ha il governo per limitare l’impatto sociale?

«Ci prepariamo a un periodo difficile, a una transizione dolorosa. Il voto europeo (sullo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, ndr) è stato ideologico e mi dispiace che i deputati di centrosinistra non abbiano considerato le ricadute negative per l’occupazione».

Quali gli effetti più preoccupanti?

«L’Italia non si distingue certo per l’industria automotive elettrica e deve essere chiaro che, in ogni caso, la produzione e dell’elettrico assorbirebbe solo un terzo della forza lavoro occupata oggi nel settore. Siamo tutti d’accordo sulla necessità di decarbonizzare per un mondo meno inquinato e questo deve accadere in maniera equilibrata senza strappi».

Che interventi può mettere in campo il governo?

«Abbiamo comunque molte misure che possiamo usare per affrontare questa sfida: Pnrr, gli Ipcei, lo sviluppo del mondo delle batterie, l’industria 4.0. Voglio anche sottolineare che come Mise abbiamo sottoposto da tempo le nostre proposte per la ricorversione industriale dell’automotive agli altri ministri».

A cosa si riferisce?

«Al pacchetto di misure che completano quelle già varate per gli incentivi per l’acquisto di nuove auto non inquinanti. Abbiamo individuato due strumenti: contratti di sviluppo in una percentuale maggiore e accordi di innovazione per gli incentivi volti al sostegno agli investimenti per insediamento, riconversione, riqualificazione verso forme produttive innovative e sostenibili delle imprese del settore automotive».

Si discute molto di sviluppo e risorse da destinare alle imprese e non a provvidenze che non aiutano l’ingresso nel mondo del lavoro degli inoccupati. Cosa ne pensa?

«Lo sviluppo economico parte dagli imprenditori, dalle persone che si mettono in gioco tutti i giorni creando ricchezza per sé e per gli altri. Questa è l'unica chiave per uno sviluppo economico che renda libere le persone. Altre forme, in cui lo Stato dà prebende e assistenza, non creano persone veramente libere, ma dipendenti dal potere politico e questo non va bene. L’istituzione pubblica deve essere di supporto agli imprenditori, non di ostacolo».

Pandemia e guerra possono incidere sull’economia del Sud. Che fare?

«A parte le risorse del Pnrr cerchiamo di mobilitare il numero maggiore di risorse possibili per il Meridione, tenendo presente che lo Stato interviene sulle infrastrutture ma servono anche gli investimenti degli imprenditori che devono avere il coraggio di mettersi in gioco. Sono convinto che molte opportunità possono essere suggerito dal posizionamento geopolitico del Sud nel Mediterraneo. Mi piace dire che stiamo entrando in un tempo di cambiamento che è anche tempo di investimento».

Gli scenari internazionali sono in movimento…

«Il mondo sta cambiando rapidamente, è la politica che fa fatica a seguire i cambiamenti del mondo. Secondo me oggi per il Sud c'è una grande opportunità per guardare al futuro, perché il Mediterraneo tornerà ad essere strategico sotto il profilo geopolitico».

L’Italia può tornare centrale nel Mare Nostrum?

«L'idrogeno verde da fonti rinnovabili inevitabilmente verrà dal nord Africa e dal medio oriente, dove ci sono distese di deserto per produrre energia solare, e poi verrà trasportato verso l’Europa. Ma per arrivare in Europa passerà dall’Italia e dal Sud. Se oggi il gas arriva da est e da nord, domani l’energia arriverà da sud. Il mondo ruoterà. È questo il futuro tra 10-15 anni».

Capitolo amministrative: sono un banco di prova  per l’unità del centrodestra?

«Sì, sono ottimista, specialmente dove abbiamo sindaci uscenti. Il centrodestra è in buona salute e sono molto fiducioso».

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