L'inchiesta
Tangenti per appalti dissesto, l'imprenditore intercettato: «Ho pagato e mi hanno fregato»
La somma di 60mila euro che secondo la Procura di Bari sarebbe stata pagata a Sannicandro per truccare gli appalti del dissesto idrogeologico emerge da una intercettazione ambientale nell’auto di Antonio Di Carlo
A casa di Elio Sannicandro, nel luglio 2020, durante una perquisizione della Finanza sono stati trovati 8.500 euro in contanti che il manager ha giustificato con prelievi bancomat e varie altre situazioni (secondo gli inquirenti «non sono sufficienti a dimostrare una provenienza lecita» del denaro). La somma di 60mila euro che secondo la Procura di Bari sarebbe stata pagata a Sannicandro per truccare gli appalti del dissesto idrogeologico emerge da una intercettazione ambientale nell’auto di Antonio Di Carlo. L’imprenditore foggiano il 29 maggio 2020 parla con una sua dipendente a proposito della gara d’appalto di Castelluccio dei Sauri «persa per 16 centesimi». Alla richiesta della donna, che vuole sapere «se era una delle gare che doveva andare in porto», Di Carlo risponde «che c'entrava il commissario» (Sannicandro), definito «un cretino» che ha fregato «cavallina» (Schiavone, ndr) e pure loro. La donna gli chiede se per la gara ha investito dei soldi e Di Carlo risponde che sono stati investiti 60.000 euro e che il commissario «ha fatto cosi per tre gare» e che fregato «tutti e tre» con la stessa modalità. Di Carlo dice «che avrebbero dovuto prendere tre gare con il dissesto, ma e malapena ne hanno presa una» e «cavallina neppure una».
Carmelisa Di Carlo
I SOLDI (E LA JAGUAR) AL FUNZIONARIO
Un ex funzionario della Regione, Michele Tamborra, è accusato di aver ottenuto 5mila euro da Antonio Di Carlo a fronte di un intervento illecito sulle procedure di gara. Secondo la Procura ci sono «elementi per ritenere che il Tamborra sia stato destinatario di plurime utilità per l'esercizio delle sue funzioni in favore del Di Carlo»: «Ci sono elementi per ritenere che in ogni occasione di incontro tra il Tamborra e i Di Carlo vi sia stata la dazione di una somma di denaro». Il 2 marzo 2020 Carmelisa Di Carlo incontra il funzionario per portargli «un poco di ossigeno» a fronte di cui farsi spiegare come andavano presentate le richieste di finanziamento. Il pagamento dei 5mila euro sarebbe avvenuto il 25 maggio 2020, a Bari, in un incontro monitorato da militari della Finanza in un bar di viale Einaudi. Poco prima i militari avevano captato una conversazione in cui Antonio Di Carlo chiedeva al figlio Raffaele (non indagato) di prendere «cinque cartoni e cinque cartoni di vino, quello particolare lì».
Di Carlo e la figlia Carmelisa, rientrati in macchina dopo l’incontro, ne fanno il racconto.
CARMELISA: «Lo change (fonetico: sciangè) l’hai fatto quando abbiamo fatto finta di vedere il bando?».
ANTONIO: «No, l’ho fatto quando… l’ho fatto prima. Stavolta l’ho fregato hai capito! Quando voi vi siete avvicinati a prendere il caffè, ed io sono rimasto senza caffè».
Di Carlo racconta che i soldi servivano al funzionario per acquistare un Suv della Jaguar che è stto sequestrato dal Gip. «Quello – dice l’imprenditore intercettato – fa con tutti quanti questo, capito? E si compra la macchina…».
Nel corso delle perquisizioni, a Tamborra sono stati trovati in casa 4.220 euro in contanti ritenuti illeciti (lui si è giustificato parlando di denaro ricevuto per il matrimonio): gli accertamenti patrimoniali disposti dalla Finanza hanno rilevato, per il periodo 2016.2020, una sperequazione patrimoniale tra guadagni leciti e spese pari a 76mila euro.
Su richiesta dell’avvocato dell’interessato, precisiamo che “il signor Vincenzo Nunno consigliere comunale di Bovino e già sindaco del richiamato Comune dei Monti Dauni - è completamente estraneo ai fatti ed alle vicende trattate dall'inchiesta della Procura della Repubblica di Bari e di cui narra l'articolo”