BARI - Una tangente da 60mila euro per favorire tre aziende foggiane nell’aggiudicazione degli appalti del dissesto idrogeologico. E’ questa l’accusa che ha portato il gip del Tribunale di Bari, Giuseppe Battista, a disporre l’interdizione dai pubblici uffici per Elio Sannicandro, ingegnere, direttore generale dell’agenzia Asset e commissario delegato per il dissesto. E’ l’episodio centrale dell’indagine della Finanza condotta dai pm di Bari, Claudio Pinto e Savina Toscani, nei confronti di 23 persone accusate a vario titolo di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio e turbativa d’asta. Sono complessivamente 11 le misure cautelari eseguite oggi tra Puglia, Molise e Lazio.
In carcere è finito Antonio Di Carlo, 62 anni, di Lucera, imprenditore. Ai domiciliari sono finiti sua figlia Carmelisa Di Carlo, 32 anni, di Foggia, e Sergio Schiavone, 60 anni, di Benevento, dirigente del Coni. Interdizione per Elio Sannicandro, Leonardo Panettieri (funzionario della Regione), Luigi Troso (funzionario del Comune di Castelvecchio), Bruno Maria Gregoretti, Antonio Pacifico, Antonio Ferrara, Michele Camanzo. Rigettate le richieste della Procura nei confronti di altre 12 persone. Il gip ha anche trasmesso al Tribunale di Foggia, competente per territorio, gli atti relativi ad alcuni episodi che riguardano gare di appalto per lavori nei Comuni dauni.
(video Donato Fasano)
Dalle indagini, partite da un esposto di un ingegnere che già aveva denunciato Sannicandro per altre vicende, è emerso che il direttore Asset si era incontrato con l’imprenditore foggiano Antonio Di Carlo e con l’intermediazione di un amico di Sannicandro, Sergio Schiavone, sarebbe riuscito a ottenere una tangente da 60 mila euro. Nel corso delle perquisizioni effettuate nel 2020, a Sannicandro furono ritrovati in casa 8.500 euro in contanti: per questo il gip ha disposto nei suoi confronti il sequestro di altri 51.500 euro. Le imprese riconducibili a Di Carlo e alla figlia Carmelisa risultano effettivamente aver partecipato a numerose gare: il gip parla di «sistematiche turbative d’asta realizzate dal Di Carlo e dai suoi sodali», tra cui altri funzionari della Regione. Di Carlo è accusato di aver pagato altri 5mila euro a un funzionario regionale, Leonardo Panettieri, per truccare l’appalto per i lavori al canale deviatore di Lamasinata.
(foto Donato Fasano)
SANNICANDRO SOSPESO
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, preso atto dell’ordinanza di interdizione dai pubblici uffici dell’ing. Raffaele Sannicandro, ha disposto la sua sospensione dal ruolo di Soggetto attuatore degli interventi per il dissesto idrogeologico e di direttore della agenzia regionale Asset, nominando Soggetto attuatore per il dissesto idrogeologico e Commissario straordinario dell’Agenzia Asset il Generale della Guardia di Finanza in quiescenza Salvatore Refolo, con decorrenza immediata.
«QUINDICI CARAMELLE»
«Se le cose vanno bene, cioè se questo ci dà dei riscontri positivi, Salvatò io a Tonino gli volevo dire vediamo un attimo che vogliamo che ne so… quindici caramelle a testa per fare vedere…». E’ una intercettazione captata dalla Finanza in cui Sergio Schiavone, ritenuto intermediario della corruzione, parla con l’imprenditore Salvatore Gallo dopo un pranzo avvenuto a Roma il 25 febbraio 2020 insieme al commissario e ad Antonio Di Carlo (Tonino). «Che ha detto Tonino? Che cosa facciamo sempre la solita cosa? Che abbiamo fatto le altre volte?». E Salvatore Gallo: «Eh sì, però diceva vediamo se ci dà qualche novità perché qua è tutto morto». Secondo il gip non si può «ipotizzare altro ragionevole significato dell’espressione caramelle che non sia quella ventilata dagli inquirenti, vale a dire sinonimo di dazioni illecite».
«NON È NECESSARIO ARRESTARLO»
La Procura aveva chiesto i domiciliari per Elio Sannicandro, ma il gip ha ritenuto sufficiente l’interdizione dai pubblici uffici perché – ha scritto - «la commissione dei fatti illeciti emersi a seguito delle indagini è indissolubilmente legata alla titolarità del munus pubblico, privato del quale il Sannicandro non potrebbe reiterare alcuna condotta illecita». Sul punto la Regione è immediatamente intervenuta sospendendo Sannicandro e nominando al suo posto Salvatore Refolo, ex generale della Finanza. Il gip Battista ha scritto che «è da ritenersi provato che (Sannicandro, ndr) sia stato il principale destinatario di una complessiva tangente di 60.000 euro (definita dal Di Carlo Antonio “investimento”), divisa in varie tranche tra altri soggetti (le 15 caramelle a testa, menzionate in una delle conversazioni monitorate)» ed ha valorizzato il fatto che « ha pressoché svuotato al 30/9/2020 (meno di due mesi dopo la perquisizione più volte citata) il proprio conto corrente, operando numerosi bonifici quasi sempre dell'importo di 5.000 euro» a favore dei familiari e «ha ceduto in data 28/12/2021 quanto di sua proprietà alle sorelle, le quali a stretto giro gli hanno di fatto restituito il denaro bonificato in occasione delle compravendite immobiliari. Le operazioni, nel loro complesso, rivelano l'intento di occultare asset suscettibili di sequestro e dimostrano una non comune scaltrezza».