Una diagnosi difficile, spesso tardiva, e un tumore raro che tende a ripresentarsi dopo l’intervento. Per le donne colpite dal Paget vulvare, al Policlinico di Bari arriva un trattamento innovativo che unisce rigore oncologico e attenzione alla qualità della vita.
Presso l’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia, diretta dal professor Ettore Cicinelli, è stato sviluppato un approccio multidisciplinare che integra ginecologia, dermatologia, chirurgia plastica ricostruttiva e anatomia patologica. Una sinergia che rappresenta un modello unico non solo per la Puglia ma anche a livello nazionale.
Il Paget vulvare è una rara forma di carcinoma che colpisce pelle e mucose dei genitali femminili. I sintomi, spesso sfumati – arrossamento, prurito, bruciore o lesioni persistenti – possono essere confusi con patologie dermatologiche benigne, causando ritardi diagnostici anche di anni e favorendo la progressione della malattia.
Nel nuovo protocollo barese, i dermatologi dell’équipe della professoressa Caterina Foti, con la dottoressa Lucia Lospalluti, hanno avuto un ruolo decisivo nella diagnosi differenziale e nel monitoraggio clinico. La parte chirurgica è stata curata dal professor Cicinelli, affiancato dai chirurghi plastici guidati dal professor Giuseppe Giudice e dal dottor Domenico Giglietto, che hanno applicato una ricostruzione in due tempi: prima con l’uso di derma artificiale, poi con un innesto cutaneo autologo.
Fondamentale anche il lavoro degli anatomo-patologi, i dottori Gerardo Cazzato e Anna Colagrande, che hanno eseguito valutazioni istologiche intra-operatorie con tecnica MOS modificata per garantire la radicalità dell’asportazione.
«Si tratta di un risultato importante – ha sottolineato il professor Cicinelli – perché grazie alla collaborazione tra vari specialisti siamo riusciti a offrire alle pazienti un trattamento innovativo, oncologicamente adeguato e al tempo stesso attento agli esiti morfo-funzionali ed estetici. Negli ultimi mesi abbiamo trattato con successo quattro casi».
Con questo nuovo protocollo, il Policlinico di Bari si conferma punto di riferimento nella gestione di patologie rare e complesse, con un modello che potrebbe fare scuola anche a livello nazionale.