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Demenza di Bruce Willis, Padovani (Sin): "In breve porta a invalidità e disabilità"

 
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Demenza di Bruce Willis, Padovani (Sin): "In breve porta a invalidità e disabilità"

'Degenerazione frontotemporale non è solo un disturbo del linguaggio, come la Sla causa incapacità di muoversi, deglutire e quindi alimentarsi, e di interagire per deficit cognitivo'

Lunedì 15 Settembre 2025, 18:50

Roma, 15 set. (Adnkronos Salute) - "La demenza frontotemporale (Ftd) di cui soffre l'attore statunitense Bruce Willis è peggio della malattia di Alzheimer perché in pochi anni porta all'incapacità di muoversi, deglutire e quindi alimentarsi, oltre all'impossibilità di interagire per deficit cognitivo e a disturbi del comportamento. In pratica per questi pazienti il destino è segnato: oltre alle capacità cognitive e comportamentali, perdono l'autonomia motoria e la capacità di deambulare. Risultato? Apatia, inerzia, infezioni respiratorie e delle vie urinarie che complicano l'iter diagnostico-terapeutico. Per tutti questi motivi, purtroppo, la demenza frontotemporale è nota anche come patologia che porta nella maggior parte dei casi all'exitus in pochi anni". Così all'Adnkronos Salute Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di neurologia (Sin), sulla malattia neurodegenerativa che nel 2022 ha colpito Bruce Willis, oggi accudito 24 ore su 24 in una casa di cura.

A raccontare la nuova realtà dell'attore di 'Die Hard - Duri a morire' e 'Trappola di cristallo' la moglie Emma Heming, in un'intervista televisiva e in un libro ('The Unexpected Journey'): "Bruce ha bisogno di un'assistenza costante, che purtroppo non è più compatibile con la vita quotidiana insieme alla famiglia. Sto preparando le nostre figlie alla morte del loro papà", le sue parole.

"Purtroppo la moglie di Bruce Willis ha ragione - spiega Padovani - perché la malattia, che colpisce le capacità cognitive, il linguaggio, il comportamento e la personalità, rende impossibile mantenere una routine familiare tradizionale anche perché in breve tempo i pazienti non si muovono più, di fatto hanno una sopravvivenza ridotta". La difficoltà a parlare "è solo uno degli aspetti della demenza frontotemporale: il paziente è sì incapace di interagire con il mondo circostante e per questo si isola, ma il decorso clinico si complica con una progressione che assomiglia molto a quella della Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, fino a richiedere assistenza respiratoria e un'alimentazione parenterale", conclude il presidente Sin.

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