di FULVIO COLUCCI
Writer dell’odio scatenati. Senza confini. Con un minimo comune denominatore: il razzismo di matrice antisemita e di ispirazione nazista. A Manduria, a Teramo in Abruzzo, con un rimando importante a Taranto. E se non sono gli ebrei, nel mirino finiscono gli immigrati; quelli che sprezzantemente i disegnatori del diavolo appellano «negri». Ai quali magari viene indirizzato l’auspicio di finire gasati proprio come gli ebrei nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra mondiale: da Auschwitz a Treblinka, da Mauthausen a Bergen-Belsen.
A volte ritornano i ritrattisti del male, con sempre più frequenza purtroppo. Manduria lo ha provato sulla pelle dei propri muri. Quasi l’apparizione della profezia di Primo Levi, formulata dallo scrittore rivedendo i cancelli di Auschiwtz nel 1983. L’autore di Se questo è un uomo, in cui raccontò la sua vita nel lager polacco, a precisa domanda del giornalista sul negazionismo rispondeva: «Chi nega Auschwitz sarebbe pronto a rifarlo». Non importa uccidendo chi o cosa, ma uccidendo. Magari anche la parola. Magari soprattutto la parola. Il primo passo verso lo sterminio. E prim’ancora uccidendo l’onore di una comunità, attraverso la parola, com’è successo con l’ultimo scempio. La scritta - osceno dileggio - scoperta ieri su un muro, a Manduria, dopo che nei giorni scorsi altri inni alla banalità del male erano finiti in calce alle pareti di confine della scuola «Michele Greco». Recita così: «E. Springer salutaci A. Frank» con riferimento a Elisa Springer, reduce dei campi di concentramento e scrittrice, che visse a Manduria fino alla morte e Anna Frank, l’autrice dei Diari, catturata dalle SS e spedita a Bergen-Belsen senza tornare indietro.
Dicevamo di una lurida, diabolica, bava estesa, come filo nero di un confine sempre meno invisibile e sempre più ampio, lungo tutto il Paese. Così a Teramo, in Abruzzo, si sono risvegliati, nel «Giorno della Memoria», con i muri imbrattati dall’orrore: «Gas per i negri», «distruggeremo le vostre vite» e una serie di svastiche a fugare ogni dubbio. Nel mirino dei writer dell’odio il Centro di accoglienza straordinario di San Massimo, frazione di Isola del Gran Sasso nella provincia teramana, gestito dall’associazione tarantina «Salam». Non mancavano messaggi intimidatori all’indirizzo del presidente, Simona Fernandez. Considerate se questi sono uomini.