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Inseguimenti e sparatorie
tra clan: due fermi a Brindisi

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Brindisi, spari contro autoin corsa al quartier Sant'Elia

Bloccati due giovani, secondo i militari sono pericolosi: negli ultimi due mesi si sarebbero resi protagonisti di una serie di agguati

Martedì 07 Novembre 2017, 16:57

Due persone sono state fermate dai Carabinieri nell'ambito di una indagine sulla guerra tra clan ceh ha portato a una serie di agguati e ferimenti negli ultimi due mesi. In manette, con l'accusa di detenzione e porto illegale di armi da guerra e comune, nonchè di lezioni personali e rapina, sono finiti Antonio Borromeo, 24 anni e Antonio Lagatta, 22.

Il primo sarebbe responsabile dell'agguato teso a Christian Ferrari, il 13 settembre scorso, in via Raffaello Sanzio, a Brindisi: il giovane, insieme ad altri complice, esplose una serie di colpi contro l'abitazione del Ferrari. Qualche settimana dopo, sempre Borromeo, avrebbe costretto la vittima a seguirla in auto e, dopo averlo scaricato sulla statale Brindisi Lecce, gli avrebbe esploso contro alcuni colpi di pistola ferendolo a una gamba. L'ultimo episodio addebitato al giovane sarebbe avvenuto alcuni giorni fa quando ha speronato l'auto sulla quale viaggiavano alcune persone amiche del suo rivale, Antonio Lagatta.
Quest'ultimo è accusato di aver fatto fuoco per strada con una calibro 7,65 per testare la funzionalità dell'arma, nonchè di aver esploso un colpo di pistola nei pressi dell'abitazione di Antimo Libardo e di aver tentato di rapinare un'auto esplodendo un colpo di pistola a scopo intimidatorio. A Lagatta non solo è attribuita la detenzione di un fucile kalashnikov ma si sarebbe reso protagonista di un duello a pistolettate con Borromeo, avvenuto il 13 ottobre scorso a Brindisi.

Gli episodi criminosi, verificatisi in rapida successione, non lasciano dubbi sull'attuale pericolosità degli autori pronti a fronteggiarsi con l'uso di armi ed in qualsiasi circostanza di tempo e di luogo. Il fermo è scaturito dalla «particolare gravità dei reati contestati e delle modalità socialmente allarmanti dei fatti (tutti accaduti nella pubblica via) - scrivono i Carabinieri -, elementi dai quali emerge un'indole criminale particolarmente violenta ed una totale incuranza dei prevenuti in ordine alla possibilità di colpire passanti totalmente estranei ai fatti».

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