MATTINATA - E’ finita dopo un paio di mesi la latitanza di Antonio Quitadamo, detto 'Baffinò, 42enne ritenuto vicino al clan Romito, egemone nell’area garganica di Manfredonia, Mattinata e Vieste e il cui presunto capo, Mario Luciano Romito, di 50 anni, venne ucciso in un agguato il 9 agosto scorso a San Marco in Lamis insieme al cognato e a due contadini innocenti che avevano assistito all’esecuzione.
Quitadamo, alla luce di perquisizioni, rastrellamenti e indagini in corso nel territorio, si è presentato spontaneamente alla caserma dei carabinieri. Il 42enne è stato arrestato in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Foggia, scaturita da una denuncia per tentata estorsione continuata ai danni del proprietario di una villetta.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti, infatti, il 42enne avrebbe più volte minacciato furti o danneggiamenti al proprietario di una villetta a Mattinata, per costringerlo a consegnargli prima la somma di 1.500 euro al mese ("Tu non hai capito! Sai che facciamo? facciamo una bella cosa, mi dai 1.500 euro e la casa non si tocca» sarebbe stata una delle frasi rivolte alla vittima) e, successivamente, dopo l’ennesimo furto nella villetta, avrebbe detto ancora al proprietario «Tu non la vuoi capire, tu sei montanaro e noi qui siamo mattinatesi, tu ci devi pagare!... Va bene allora facciamo 500 euro al mese? vedi che ti conviene». Denaro che non è stato mai consegnato per l'opposizione della vittima a cedere alle richieste estorsive.
Le indagini dei militari avrebbero consentito di accertare le responsabilità di Quitadamo, sia attraverso le testimonianze rese da persone informate sui fatti, sia attraverso una serie di perquisizioni domiciliari nelle residenze dei famigliari del 42enne.