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Basilicata, il Tar cancella
il calendario della caccia

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Basilicata, il Tar cancellail calendario della caccia

Nell’immediato non cambia nulla (l’anno venatorio oggetto del giudizio è quello concluso e il provvedimento era stato sospeso) ma sono inevitabili i riflessi sulle future pianificazioni

Venerdì 11 Agosto 2017, 09:42

GIOVANNI RIVELLI

La Regione Basilicata non può discostarsi dalle indicazioni dell’Istituto di Protezione Ambientale sul calendario venatorio allargandolo senza valide motivazioni scientifiche e appoggiandosi solo alle tradizioni. Lo ha sentenziato il Tar di Basilicata bocciando il calendario venatorio 2016/2017, impugnato da Lipu, Wwf, Enpa e Lav.
Nell’immediato non cambia nulla (l’anno venatorio oggetto del giudizio è quello concluso e il provvedimento era stato sospeso) ma sono inevitabili i riflessi che il pronunciamento avrà sulle future pianificazioni.

Contrariamente a quando indicato dall’Ispra, la Regione aveva previsto tempi più lunghi per la caccia e modalità più ampie, ma quando l’Istituto aveva avuto in visione la bozza di provvedimento, aveva espresso «parere sfavorevole alla loro adozione». La Regione, tuttavia, nell’adottare il calendario aveva parlato di «sostanziale condivisione» da parte dell’Ispra con divergenze solo marginali. In realtà invece, le censure riguardavano aspetti centrali quali le specie cacciabili, le modalità di caccia degli uccelli i periodi di caccia e la preapertura e via dicendo. E anche l’Osservatorio regionale sugli habitat naturali e la sostenibilità ambientale (Orhnpfb) aveva espresso molte delle contrarietà manifestate dall’Ispra caldeggiando «scelte di allineamento alle linee guida».

E ora i giudici del Tar hanno stabilito che «la Regione intimata si sarebbe «immotivatamente discostata» dal parere Ispra in ordine a «tutte le questioni nevralgiche”, posto che la relazione tecnica compilata dall’Assessorato alle politiche agricole forestali, si porrebbe «in patente contrasto sia col parere Ispra che con la relazione dell’Orhnpfb, che dipende dall’Assessorato all’ambiente», non risultando prodotto alcun dato specifico, men che meno riferito alla realtà regionale, idoneo a superare i motivati rilievi».

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