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Bari-Roma in tre ore e mezzo corse al via dal 28 giugno Decaro: «La mia ossessione»

Intervista al presidente Anci: svolta col nuovo Bari-Roma, ma aspettiamo il doppio binario per unire l'Italia

Partirà il prossimo 28 giugno un nuovo collegamento giornaliero Frecciargento di Trenitalia tra Bari e Roma. Il treno non farà fermate intermedie e unirà il capoluogo di regione alla Capitale in poco più di 3 ore e mezzo. Dal 28 giugno la prima corsa da Roma Termini, con partenza alle 18.55 e arrivo a Bari alle 22.35. La partenza della prima corsa da Bari è prevista, invece, il 29 giugno alle 6.24 con arrivo a Roma Termini alle 9.58. I biglietti saranno acquistabili su tutti i canali di vendita di Trenitalia da giovedì 22 giugno.

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L'intervista di FRANCESCO PETRUZZELLI

«Non si tratta di elemosinare o di fare campanilismi. Ho solo chiesto a Trenitalia quanto ci spetta. Siamo una città metropolitana che ha la stessa estensione di Bologna e Firenze. E il diritto alla mobilità deve essere costituzionalmente garantito al pari del diritto allo studio o alla casa». Parlare con Antonio Decaro di treni, trasporti e infrastrutture è un po’ come fargli respirare aria di casa. Figlio di un ex ferroviere, ingegnere Anas poi prestato alla politica, il sindaco Pd di Bari e ora presidente nazionale dell’Anci prende un foglio e una matita per posizionare nell’ordine Foggia, Caserta e Benevento e per spiegare quel treno veloce che dal prossimo 28 giugno collegherà il capoluogo pugliese a Roma in appena 3 ore e 34 minuti.

Un treno che arriva dopo una sua pressante richiesta. Sarà forse ricordato come il sindaco d’Italia dei treni?

«Ma no. Io penso che i sindaci debbano scrivere l’agenda urbana insieme al Governo. Non possono essere tenuti fuori dai bisogni delle comunità, perché solo loro sono più vicini alle esigenze e alle aspirazioni dei cittadini. Un tema per l’agenda urbana è la mobilità e per questo stiamo pungolando il Governo su diversi aspetti del trasporto pubblico e sui collegamenti. In questo contesto si è inserita la città di Bari che ancora oggi ha solo tre coppie di treni che raggiungono Roma e, lo ricordo, senza l’Alta Velocità».

A un certo punto Decaro smanetta sul suo pc e tabelle alla mano annota i treni per Roma da Firenze e da Bologna.«Non posso accettare che lì ci siano convogli che partono ogni 30-20 minuti, mentre qui a Bari devono passare in media sei ore. Guardi, se volessi partire domani mattina ho due possibilità: un treno alle 7 e uno alle 13. Questo treno aggiuntivo, che parte dal 28 giugno, è un piccolo risultato importante per la città di Bari, per la Puglia e per il Sud. Ora spero che Trenitalia faccia partire da Foggia il treno che da Benevento porta a Roma. Spostandone in pratica l’origine».

Ormai siamo in estate e tantissimi turisti arriveranno qui al Sud. Un Sud però ancora distante dal Nord in termini di infrastrutture. Come colmare questo divario?

«C’è una nuova legge che adesso dice che le infrastrutture devono essere proporzionate alla popolazione. Quindi investire nel Sud è prioritario se vuoi recuperare questo gap. Se parliamo di autostrada e vediamo i numeri di chilometri di autostrada ogni cento chilometri quadrati di territorio abbiamo nel Nord-Ovest un tasso del 3,3 per cento e nel Sud di appena l’1,7. Se calcoliamo i chilometri di ferrovia ogni 100 chilometri quadrati, nel Nord-Ovest il tasso è del 7,2, al Sud del 4,7. Parliamo quasi della metà. Se poi prendiamo la percentuale dell’Alta velocità, nel Nord-Est è del 9,6 e nel Sud del 2,4 per cento. Evidentemente c’è qualcosa che non va nel Paese e il ministro Delrio concorda con me. Ce lo siamo detti di recente anche negli incontri a Messina, Roma e Bologna».

Un altro problema poi è la Napoli-Bari. Due città così vicine ma sui collegamenti ferroviari così lontane.

«L’Alta Capacità è prevista per il 2025 e le due città saranno collegate in due ore rispetto alle attuali sei tra cambi di treno e coincidenze orarie. Un altro caso esemplare è anche la Bari-Bologna con il binario unico per 35 chilometri tra Termoli e Lesina. Del raddoppio della Termoli-Lesina, poi, ne parliamo ormai da 50 anni ed è rimasto tutto così. Io spero che il raddoppio si faccia, magari anche modificando il progetto, altrimenti resteremo per altri 50 anni a parlarne. In tutta Italia esiste il binario unico, l’importante è adottare dei sistemi di sicurezza innovativi che possano sopperire all’errore umano. E per capire la centralità dei trasporti le faccio un esempio: quando si è parlato di spostare il Salone del Libro da Torino a Milano nessuno si è preoccupato perché è facile arrivare in entrambe le città. Al Sud invece non è così, diventa un problema. Ci sono città del Sud che non vengono messe nelle condizioni di competere pur avendo peculiarità e rilevanze turistiche, paesaggistiche e artistiche. Se non aumenti i collegamenti è difficile aumentare il turismo. Per fortuna la Puglia è stata anche aiutata dagli arei delle compagnie low cost. Perché ricordo a tutti che un biglietto areo per Roma può anche costare 500 euro di sola andata».

Tra qualche settimana qui in Puglia sarà il primo anniversario dell’incidente ferroviario sulla Andria-Corato. Cosa ha insegnato quella tragedia?

«È arrivato il momento di dare giustizia alle famiglie delle 23 vittime, di dire di chi è la colpa. So che i magistrati hanno lavorato bene. Quella tragedia, dico purtroppo, ha permesso di anticipare i tempi sulla gestione dei sistemi di controllo delle linee ferroviarie, adesso non più collegati all’Ustif ma all’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria i cui parametri sono molto più restringenti. E se non vengono rispettati si abbassa la velocità commerciale del mezzo proprio per ridurre la possibilità di incidenti».

Qualche giorno fa nel Leccese sulla linea delle Sud Est stava per ripetersi l’ennesima tragedia. Che idea si è fatto di questa azienda, affogata nel mare dei debiti e negli sprechi?

«Un sistema di gestione vergognoso da quello che abbiamo letto. Pensi, io già da assessore comunale alla Mobilità avevo spinto l’azienda a portare a termine opere finanziate dal 1992, dalla legge 211 e non ancora realizzate a distanza di 25 anni! A Bari attendiamo ancora l’elettrificazione del binario, la stazione lavaggio e formazione treni a Mungivacca, le fermate Executive Center e Politenico. È passato un quarto di secolo senza aver visto un’opera…».

Sempre a Bari la città è spaccata in due dai binari ferroviari. Si parla da anni del nodo ferroviario. Sono stati fatti passi in avanti?

«È un’opera importantissima da 391 milioni di euro. A sud per il famoso “collo d’oca” si è fatto l’appalto ma Rfi non riesce ancora ad aggiudicare la gara perché, come spesso accade in Itala, abbiamo il problema del contenzioso tra il primo e secondo classificato. A sud lo spostamento dei binari ci permetterebbe di unire due quartieri, come Japigia e Madonnella, ma anche di realizzare un grande parco a mare prolungando la spiaggia di Torre Quetta fino a San Giorgio. Sul lato nord, invece, l’interramento si è fermato prevalentemente per volontà delle Ferrovie dello Stato che, pur avendolo proposto, adesso non spingono più sull’interramento dei binari. Ecco perché abbiamo chiesto di studiare una soluzione alternativa con l’aggiramento dei binari. E ne ho parlato con l’ad di Ferrovie Renato Mazzoncini».

Sino a qualche settimana fa c’era un treno in corsa chiamato “elezioni anticipate”. Secondo lei la legislatura arriverà sino alla sua ultima fermata naturale?

«Non lo so, sembrava ci fosse un accordo sulla legge elettorale. Adesso pare che la legislatura prosegua sino al termine anche se dipenderà molto da come il Governo riuscirà a reggere nell’aula del Senato dove i numeri della maggioranza sono risicati».

Lei è un renziano della prima ora. È realistico immaginarla di nuovo in Parlamento o in un eventuale Renzi bis?

«Io ho lasciato il Parlamento e probabilmente un ruolo di governo tre anni anni fa quando ho scelto di fare il sindaco della mia città. Per diventare deputato ho vinto le Parlamentarie contro ogni aspettativa. Poi i baresi mi hanno scelto per amministrare Bari e se mi vorranno resterò con loro anche per un secondo mandato. C’è ancora tanto da fare nella mia città».

A che punto sono i patti per il Sud e per Bari? Semplici promesse o qualcosa di più?

«Il nostro Patto metropolitano è in stato avanzato grazie alla co-progettazione dei 41 Comuni. Abbiamo una governance innovativa perché i sindaci hanno fatto sistema anzi “sono saliti sui campanili e hanno guardato insieme l’orizzonte” come dice sempre il mio collega sindaco di Conversano Giuseppe Lovascio. So che anche nelle altre città si sta facendo molto. A Bari abbiamo la peculiarità di un’area molto policentrica. Infatti abbiamo finanziato molte opere fuori dalla città capoluogo. Qui abbiamo da valorizzare le bellezze dell’Alta Murgia, della Conca, del Sud Est e della parte iniziale della Valle d’Itria».

Ad ottobre sarà un anno dalla sua elezione a presidente dell’Anci. Oggi quanto è difficile essere sindaci tra risorse ridotte, patto stabilità ed emergenza rifiuti?

«Sei la figura istituzionale più esposta e più sensibile. È un ruolo faticoso ma sicuramente è anche l’esperienza umana più bella perché alimentata da questo rapporto diretto con i cittadini. E lo leggo negli occhi dei miei 8mila colleghi d’Italia».

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