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Le cave di Marco Vito salveranno Lecce dal traffico

 

Domenica 02 Novembre 2008, 11:33

02 Febbraio 2016, 19:59

di STEFANO LOPETRONE 

Una nuova centralità urbana alle spalle della stazione. Una zona depressa di Lecce tornerà a risplendere. Le cave di Marco Vitocave di Marco Vito, da buia periferia, diventeranno il centro intermodale della provincia, un luogo che favorirà i collegamenti tra i Comuni salentini ed il resto del mondo (via Brindisi). 

AREA VASTA - Il Piano strategico di area vasta attribuisce giustamente un grande ruolo al ribaltamento sul fronte sud della stazione ferroviaria, destinando complessivamente quasi 60 milioni di euro alla riqualificazione dell’area. La città guadagnerà una serie di infrastrutture uniche (zone attrezzate a verde, residenziali, turistico-ricettive, parchi della musica e della cultura, nuove opere di urbanizzazione di cui godranno anche i residenti della antiche case popolari) e beneficerà di un effetto quasi magico: il decongestionamento del traffico urbano su viale Gallipoli e viale Oronzo Quarta. Il tutto grazie alla concentrazione dei flussi dei mezzi pesanti nella zona sud, la porta di Lecce al territorio provinciale. 

I FONDI STRUTTURALI - Il Piano particolareggiato dell’intervento che cambierà (in meglio) il volto della città è stato presentato al Comune nel 2006. A redigerlo u n’associazione temporanea di imprese: Abdr architetti associati; Barletti-Del Grosso & associati s.r.l.; Etacons s.r.l., gli ingegneri Stefano Latorre e Andrea Retucci. Nel Piano di area vasta 2005-2015, questo progetto è indicato come strategico di qualità, ossia tra le 150 idee più coerenti con gli obiettivi fissati dal Piano regionale. In particolare: rafforzamento dell’inter - modalità e dei collegamenti con l’ester no; tutela attiva del patrimonio culturale, artistico ed ambientale. Anche per questo l’intervento avrà grandissime chance, se non la certezza, di accedere ai fondi strutturali della prossima programmazione comunitaria (2007-2013). 

NODO STRATEGICO - Lecce ha bisogno di un nodo di collegamento per concentrare e smistare i flussi in arrivo ed in partenza, per e dalla città. Basti pensare a che cosa è stato il piano di mobilità della città in questi anni: uno sviluppo disordinato di mezzi e flussi che hanno accresciuto il traffico e peggiorato la vivibilità. Ferrovie dello Stato, Ferrovie del Sud-Est, metropolitana di superficie urbana ed extraurbana, automezzi regionali e nazionali di trasporto su gomma, navette per l’aeroporto di Brindisi e per il sistema dei porti turistici e commerciali, mezzi di trasporto pubblico urbano, oltre alle auto private: tutti faranno capo ad un unico nodo intermodale di scambio, dotato di adeguate aree di parcheggio. 

INFRASTRUTTURE - Per rispondere a queste esigenze, è stato predisposto un piano delle infrastrutture colmo di idee. Verranno innanzitutto migliorate le strade per l’accesso all’area: un sottopassaggio collegherà l’attuale piazzale della stazione (attraverso via di Ussano) con la grande rotatoria che unirà via Giuseppe Codacci Pisanelli, via degli Argentieri (che costeggiano la ferrovia lungo il fronte sud) e via del Ninfeo che sarà allargata a quattro corsie fino a viale Grassi. Aree parcheggio per i privati sono previste sia all’aperto sia interrate: prossime agli edifici destinati a uffici e negozi (a ridosso di via Lequile e viale Grassi) ed alla stazione sud. 

VIABILITÀ - Il nuovo modello della mobilità e della circolazione prevede un sistema di sovrapposizione di quattro percorsi. Quelli pedonali procederanno da viale Quarta attraverso il sottopasso dei binari fino alle nuove aree a verde ed al parco della musica. Le auto accederanno da via Lequile, via del Ninfeo, via dei Ferrari. Gli autobus urbani attraverseranno in sottovia la fascia dei binari collegando in maniera più veloce il centro ai due lati della stazione ed al complesso ospedaliero. Le autolinee extraurbane usufruiranno di due parcheggi: uno sul lato sud della stazione, l’altro, più grande, tra via Realino Cimino e via San Cesario.
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