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Il caso «Nessun gazebo in via Sparano» Il soprintendente gela il Comune

 
Il caso «Nessun gazebo in via Sparano» Il soprintendente gela il Comune

L'effetto «cannocchiale» L'architetto Birrozzi: «Il progetto non li prevede e non sono autorizzati»

Martedì 14 Giugno 2016, 09:35

FRANCESCO PETRUZZELLI

Non solo le 24 palme centrali, sulle quali ormai si è detto già tutto. Nella tagliola rischiano di finire anche i gazebo posizionati lungo i sette isolati. Non tantissimi, attualmente sono tre, ma che potrebbero essere sacrificati in nome del cosiddetto «effetto cannocchiale» imposto dalla Soprintendenza, ovvero una strada perfettamente visibile da un lato e dall’altro. Dalla stazione centrale come dalle porte dellla città vecchia.

Nella via Sparano che verrà adesso scoppia un altro caso, quello delle strutture mobili, con paraventi, sedie, tavolini e ombrelloni, che stazionano sulla principale strada dello shopping cittadino. In queste ore se ne discute animatamente al Comune, con la politica che interroga sindaco e assessori preannunciando una nuova battaglia. Ma a contare di più sono le parole del soprintendente per le Belle Arti e il Paesaggio, l’architetto Carlo Birrozzi, contattato dalla Gazzetta. «Al mio arrivo - spiega - la vicenda era già chiusa nei suoi contenuti generali. Il progetto non prevede i gazebo, e se la logica è quella di liberare la vista della via Sparano, condivisa anche dal Comitato di Settore, è ovvio che non dovrebbero essere posizionati. Non risulta che la Soprintendenza li abbia mai autorizzati».

Le dichiarazioni del Soprintendente giungono a margine di un’altra mattinata intensa vissuta al Comune, con l’assessore Giuseppe Galasso, ascoltato nella commissione consiliare Lavori pubblici. Per rispondere a varie domande su verde, panchine e appunto gazebo nell’ambito del progetto firmato dall’architetto Guendalina Salimei.

«Per noi non vi è ancora chiarezza sulla giusta interpretazione dei pareri di Ministero (nel 2009) e Soprintendenza (nel 2014-2015) soprattutto in merito al vincolo di lasciare libera l’intera visuale ad effetto “cannocchiale” - ragiona il consigliere comunale di centrodestra, Irma Melini -. E pare eclatante che la prescrizione esista per le palme e non per i gazebo dei bar esistenti su via Sparano. Allora non c’è il rischio di contenziosi una volta terminati i lavori per le autorizzazioni di occupazioni di suolo pubblico? Ci sono commercianti che giustamente hanno investito nelle strutture e vogliono essere tutelati: posizionare i gazebo anche nella nuova via Sparano».

Ma per l’assessore Galasso contenziosi non ce ne saranno: «La concessione di spazi per uso commerciale è disciplinata da un regolamento vigente nel quartiere murattiano e questo non è in nessun modo correlato con il progetto di riqualificazione della strada. Certo, durante i lavori alcune attività dovranno necessariamente sospendere la somministrazione all’aperto».

Già nei giorni scorsi lo stesso sindaco Antonio Decaro aveva rassicurato i commercianti sulla conferma dei gazebo, ma le parole del soprintendente Birrozzi rischiano di rimescolare le carte. Il regolamento sulle occupazioni di suolo pubblico arrivò, tra vibranti proteste, nel 2011 quando su ordine della Soprintendenza, per ragioni di decoro artistico e architettonico nelle zone storiche, il Comune regolamentò il settore vietando vernade fisse per cedere il posto a strutture mobili con paraventi e ombrelloni uguali per tutti. Ma gazebo a parte, un altro terreno di scontro sulla via Sparano del futuro riguarda il verde. Associazioni e comitati lamentano «numeri bassi su alberature e fioriere», mentre l’assessore parla di almeno «250 metri quadri di essenze e di piante che saranno sistemate agli incroci stradali assieme alle sedute». «Nella prossima audizione in commissione del 22 giugno - annuncia Melini - abbiamo chiesto all’assessore Galasso di portare il calcolo effettivo del verde presente nel progetto».

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