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Bari, apre «senza contratto»
il pronto soccorso privato
La Regione: non si può fare

Bari, apre «senza contratto»
il pronto soccorso privato
La Regione: non si può fare

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

mater dei

Il pronto soccorso della clinica Mater Dei di Bari è stato aperto ufficialmente ieri con i primi 5 casi arrivati attraverso il 118. Ma secondo la Regione non si poteva fare

Giovedì 05 Maggio 2016, 21:49

22:16

Di fatto è aperto, ma per la Regione non esiste dal punto di vista contrattuale. Per dirla tutta, non paga il servizio pubblico. Il pronto soccorso della clinica Mater Dei di Bari è stato aperto ufficialmente oggi con i primi 5 casi arrivati attraverso il 118. Ma secondo la Regione non si poteva fare: trattandosi di una struttura privata, era necessaria la stipula del contratto per regolare le prestazioni in regime di convenzione. Ci sarà, dunque, un braccio di ferro.
"Hanno aperto senza concordare con noi", fanno sapere il direttore del dipartimento Sanità della Regione, Giovanni Gorgoni, e il dg della Asl di Bari, Vito Montanaro. La Asl avrebbe dovuto verificare l'attivazione di tutti i servizi necessari al corretto funzionamento del pronto soccorso, come la rianimazione aperta 24 ore. Ma esiste anche un problema di programmazione perché su Bari sono già presenti due Dea (Dipartimenti di emergenza urgenza) di secondo livello, ovvero San Paolo e Di Venere, oltre che l'hub del Policlinico: si rischia insomma una costosa duplicazione di funzioni. Proprio mercoledì del resto i tecnici regionali hanno chiuso il progetto della rete regionale di emergenza urgenza e il pronto soccorso della Mater Dei, pur accreditato, non è stato previsto. Per questo oggi la società Cbh che gestisce la struttura sarà convocata in assessorato.
Il problema principale è però l’approvazione, nelle more dell’accreditamento, del piano di riordino. L’accreditamento è stato concesso per un Dipartmento di primo livello ma non è detto che il ministero consentirà che Bari abbia tre ospedali di primo livello (gli altri due sono San Paolo e Di Venere, ndr): probabilmente uno dovrà essere classificato di base. In più c’è il problema del monitoraggio delle prestazioni, perché il pronto soccorso non ha (ovviamente) limiti di budget e dunque una struttura privata potrebbe essere indotta a «preferire» casi più complessi (e remunerativi) rispetto a quelli che arrivano nella generalità degli ospedali pubblici.
Il problema di fondo è piuttosto complesso, proprio perché la Puglia si trova per la prima volta a sperimentare un pronto soccorso in una clinica privata. Accadrà un po’ ciò che già accade con gli enti ecclesiastici (che sono formalmente privati, anche se inseriti nella rete pubblica), con la differenza che Mater Dei dovrà servire una fetta della città di Bari: il pronto soccorso non ha ovviamente tetto di spesa, ragion per cui è necessaria grande attenzione nella gestione del flusso dei pazienti. Finché si resta nella rete pubblica non ci sono differenze, ma un privato potrebbe gradire casi di maggiore complessità che garantiscono Drg (rimborsi) più alti.
La gestione del 118 barese è spaccata in due: la centrale operativa (che risponde alle chiamate) è di competenza del Policlinico, mentre il coordinamento territoriale (che organizza turni e ambulanze) spetta alla Asl.

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