Lippi non scioglie i dubbi sul suo futuro ma smentisce un approdo sulla panchina del Manchester United dopo i Mondiali. In questo momento, ha detto il ct in conferenza stampa, «sono interessato a vincere la coppa». In ogni caso, ha osservato sulle voci che lo vogliono successore di Alex Ferguson, «non c'è niente di vero. Tra quindici, venti giorni vedrete dove sarò e non sarà al Manchester. State tranquilli», ha concluso il tecnico azzurro.
HENRY, L'ITALIA E' COME UNO SCORPIONE «SANNO ADDORMENTARTI PER POI PUNGERTI, MA NOI NON SIAMO DA MENO» - «Gli italiani sono come gli scorpioni. Sanno essere pazienti, sono in grado di aspettare e capire quando è giunto il loro momento. L'Italia ti fa addormentare, il modo migliore per poi pungerti. Però anche noi sappiamo farlo». Thierry Henry teme l'astuzia degli azzurri, la loro tattica basata sull'attesa del momento più opportuno per colpire, ma in un'intervista si dice convinto che anche la Francia, domani nella finale mondiale di Berlino, saprà fare lo stesso.
Anche in Gran Bretagna, paese dove Henry vive e gioca, i bookmakers danno l'Italia favorita per domani. Il bomber dell'Arsenal rilancia le quotazioni della Francia. «Proveremo a fare il massimo - spiega -, perchè siamo affamati di vittoria. E' questo che ci ha reso così solidi. Siamo stati molto criticati a volte, ed è vero che nelle qualificazioni e all'inizio del Mondiale non siamo stati così grandi. Ma la gente si è persa dietro alle chiacchiere sulla nostra età, dicevano che eravamo troppo vecchi e personalmente ho trovato difficile accettare questi discorsi. Noi giochiamo come una squadra - continua Henry - Siamo in finale e una finale è sempre una partita durissima, l'importante sarà continuare a giocare da squadra vera. Nessuno qui ha la tentazione di voler brillare di luce propria. Giochiamo l'uno per l'altro e combattiamo l'uno per l'altro».
In Inghilterra si rimprovera ad Henry la sua lunga serie di finali, 6 consecutive, disputate senza riuscire a segnare, l'ultima delle quali in Champions League contro il Barcellona con la maglia dell'Arsenal. Il rimpianto maggiore del francese è però quello di non aver giocato la finale di Francia '98 contro il Brasile.
«E' una storia che non ho mai raccontato - spiega Henry, ora che ha la certezza di poter giocare un'altra finale mondiale -, ma quella volta avrei dovuto giocare gli ultimi 10', invece Desailly fu espulso e i piani del ct Jacquet cambiarono».
Al tempo Henry aveva appena 20 anni. «All'inizio del torneo il ct puntò sui giovani, ma dai quarti ricorse all'esperienza dei più anziani. Ovviamente fui molto dispiaciuto per non aver potuto gustare il sapore di quella finale, anche se avevo giocato tutte le 6 partite precedenti e non potevo essere deluso. Adesso però ho di nuovo la possibilità di alzare la Coppa...».
















