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Brescia, barese uccide la ex moglie e altre tre persone Il camionista diventa belva Famiglia uccide più di mafia

 
Brescia, barese uccide la ex moglie e altre tre persone Il camionista diventa belva Famiglia uccide più di mafia

Domenica 04 Marzo 2012, 10:39

03 Febbraio 2016, 00:34

BRESCIA - Follia a Brescia, dove un uomo di 34 anni, il camionista Mario Albanese, ha ucciso l’ex moglie 45enne, Francesca Alleruzzo, 45enne maestra in una scuola elementare di San Polo, un quartiere di Brescia, e altre tre persone. E’ accaduto questa mattina intorno alle 3.30. Il 34enne, originario di Modugno, in provincia di Bari, con una calibro 92 con matricola abrasa, ha prima sparato in strada, uccidendo sotto casa la ex moglie e il nuovo compagno della donna, un uomo di 56 anni, Vito Macadino. Poi è salito nell’appartamento di famiglia e ha ucciso la figlia ventenne della ex moglie, Chiara Matalone, che la donna aveva avuto da una precedente relazione, e il suo fidanzato, Domenico Tortorici. Entrambi 19enni, erano arrivati dalla Calabria e a Brescia solo di passaggio per trovare la madre di lei. In casa, al momento dell’omicidio dei due fidanzati, c'erano anche le tre bimbe di 10, 7 e 5 anni, figlie dell’omicida e della sua vittima, una delle quali si è resa conto di quello che stava accadendo. Le piccole, portate in questura, sono al momento seguite da personale specializzato della Sezione minori.

Dopo i delitti, alcuni testimoni hanno tra l’altro riferito che Mario Albanese si è puntato la pistola alla testa per togliersi la vita; l’arma si sarebbe inceppata ed è stato a quel punto che un carabiniere, che abita a poca distanza dalla strage, corso in strada dopo aver sentito gli spari, si è avventato contro l'uomo riuscendo a disarmarlo dopo una colluttazione. Il carabiniere ha riportato alcune contusioni ed è stato accompagnato in ospedale per essere medicato. l’omicida.

Mario Albanese si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del pm L'uomo, sentito in Questura dopo essere stato portato all’ospedale per delle analisi, è stato interrogato dal pm che coordina le indagini della Squadra mobile di Brescia, Antonio Chiappani, ma si è, appunto, trincerato dietro un totale mutismo. L'autore della strage risulta avere vecchi precedenti, ma non segnalazioni per stalking. In particolare, dai primi accertamenti degli investigatori, non risulterebbero segnalazioni di precedenti atteggiamenti violenti dell’uomo verso l’ex compagna, da cui era separato da due anni. Risulta invece essere stato arrestato una quindicina di anni fa per contrabbando. Dopo questo precedente datato, risulterebbe qualche altro precedente per truffa e per piccoli reati contro il patrimonio, ma niente di violento. 

L'uomo e la ex moglie erano separati da due anni ma continuavano a vedersi, intrecciando una relazione altalenante. Sarebbe stata proprio la nuova relazione cominciata dall’ex compagna, secondo le prime testimonianze raccolte dalla polizia, a scatenare nell’uomo la furia omicida della scorsa notte, che non avrebbe avuto alcuna avvisaglia in precedenti liti. 

ORE 12:45 - CONCLUSO SOPRALLUOGO SU LUOGO DEL DELITTO
Si è concluso da poco un sopralluogo degli inquirenti sul luogo della strage. Sul posto, in via Raffaello, sono giunti il procuratore reggente di Brescia, Fabio Salamone e il dirigente della Squadra mobile, Riccardo Tumminia, che hanno esaminato alcuni dei luoghi dell’efferata scena del crimine. Prima la strada, dove il camionista in preda al raptus ha sparato all’ex moglie e al suo compagno, pare in auto, freddandoli; poi nell’abitazione al civico 57, ora sottoposta a sequestro giudiziario dopo i rilievi della Scientifica e l’intervento dei necrofori. Nella casa, infatti, l’uomo è salito uccidendo a sangue freddo anche la figlia della donna e il suo ragazzo.

ORE 13:05 - VICINO DI CASA: «UN FULMINE A CIEL SERENO»
«Per me è stato un fulmine a ciel sereno, qui non avevamo mai sentito liti violente tra loro»: è questa la testimonianza di un vicino di casa della donna uccisa la scorsa notte a Brescia dall’ex marito, che poi ha infierito anche sul suo nuovo compagno, sulla figlia di lei e sul fidanzato di quest’ultima. 

«Io abito di fronte – dice l’uomo – e qui ci conosciamo tutti. Lui lo vedevamo spesso, un pò perchè veniva a prendere i bambini ma anche perchè lui e lei si frequentavano abbastanza spesso. Non posso certo dire se tra i due ci fossero liti o meno, però non è mai accaduto niente da far pensare a una tragedia simile. Mai, per intendersi – continua il testimone - molestie al citofono, urla dalla strada o anche atteggiamenti aggressivi solo per sentito dire dagli altri vicini che conosciamo». 

«Stanotte ci siamo svegliati di soprassalto – racconta ancora – sentendo dei botti e quando ho aperto la finestra ho capito che era successo qualcosa di terribile».

ORE 13:26 - BAMBINI ANCORA NON SANNO DELLA MAMMA
Non sanno ancora quello che è successo alla loro mamma i tre figli di Francesca Alleruzzo, insegnante di 44 anni uccisa stanotte a Brescia dall’ex marito, Mario Albanese, di 34, che poi ha infierito sul nuovo compagno della donna, sulla figlia di lei e sul suo fidanzato. I bambini, secondo quanto si è appreso, sono stati affidati a personale specializzato nel trattare queste tragedie. 

I tre piccoli, tre bambine di 10, 7 e 5 anni, si trovavano infatti nella casa di via Raffaello dove la scorsa notte, intorno alle 3.30, il camionista in preda a un raptus ha sparato a Chiara Matalone, di 19 anni, la figlia della donna avuta da una precedente relazione, e A Domenico Tortorici, il suo fidanzatino, anch’egli 19enne. I due erano entrambi giunti dalla Calabria a Brescia, ospiti della madre di lei, in cerca di lavoro. 

Al momento non è stato ancora spiegato se le tre bambine hanno assistito alle efferate fasi del duplice omicidio avvenuto nella casa, anche se la più grande, quella di 10 anni, potrebbe avere visto qualcosa e potrebbe essere sentita, con le cautele del caso, dagli inquirenti. Di certo, però, soprattutto le più piccole, che non devono essersi rese conto dell’altro duplice omicidio, avvenuto sotto casa, non sanno ancora che la mamma non c'è più.

ORE 13:50 - PROCURATORE: «L'UOMO E' DIVENTATO UNA BELVA»
“E' una tragedia nella quale l'uomo è diventato una belva”: così il capo della procura della Repubblica di Brescia, Fabio Salamone, ha commentato la strage compiuta dal camionista Mario Albanese, che questa notte ha ucciso a colpi di pistola l’ex moglie e altre tre persone per motivi di gelosia. 

Salamone ha quindi raccontato nel dettaglio la dinamica della strage. Albanese è giunto davanti alla casa dell’ex moglie e l'ha attesa. Quando la donna è arrivata in auto, in compagnia di un amico, Albanese è uscito alla scoperto e ha sparato più colpi di pistola, quindi è entrato in casa della donna dove si trovavano la figlia, che la sua ex moglie aveva avuto da un’altra relazione e un ragazzo, uccidendo anche loro. Fortunatamente ha risparmiato le sue tre bambine di 10, 7 e 5 anni, che aveva avuto con la donna. Albanese è quindi tornato in strada e, secondo alcuni testimoni, ha sparato contro l’ex moglie e l’amico altri due colpi. I due, pur feriti, infatti, erano riusciti a uscire dalla macchina. 

Davanti alla casa oltre ad alcune persone, svegliate dai colpi di pistola, è arrivato anche un appuntato dei carabinieri che abita a pochi metri di distanza. Albanese si è puntato la pistola alla testa, ma il carabiniere con un balzo lo ha bloccato. Non è chiaro, allo stato, se il camionista abbia premuto il grilletto e se la pistola, una Beretta calibro 7,65 con matricola abrasa, si sia inceppata. C'è stata una colluttazione e Mario Albanese è stato bloccato. 

Il capo della Squadra Mobile di Brescia nella conferenza stampa in Procura ha sottolineato il coraggio dell’appuntato.
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