Soldi, regali e promesse di lavoro in cambio di case popolari. Corruzione e induzione indebita sono le ipotesi di reato attorno alle quali ruota un’indagine della Procura di Bari sulla assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà dell’Arca Puglia Centrale. Nell’inchiesta, che riguarda fatti risalenti al 2017, erano inizialmente indagate cinque persone, tre presunti corruttori e due funzionari dell’Arca. Uno di questi è poi deceduto ma il procedimento penale è andato avanti nei confronti degli altri quattro.
Le indagini sono ormai chiuse e presto la vicenda potrebbe arrivare davanti ad un giudice. Gli episodi contestati dalla pm che ha coordinato gli accertamenti, Savina Toscani, sono tre. Il primo, che ipotizza l’induzione indebita a dare o promettere utilità, vede coinvolti il funzionario Arca deceduto e due componenti dell’Unione Nazionale Mutilati e Invalidi per Servizio. Stando all’ipotesi accusatoria, il funzionario avrebbe indotto i due a pagare una somma di denaro di circa 3-4mila euro oltre all’assunzione della figlia, «in cambio - si legge nell’imputazione - del proprio impegno volto a garantire il subentro» di uno dei due nel contratto di affitto di un immobile di proprietà dell’Arca in via Orazio Flacco. La vicenda risale al periodo tra il 19 gennaio e il 28 novembre 2017.
Il secondo episodio, commesso dal 10 gennaio al 6 aprile dello stesso anno, è contestato allo stesso funzionario deceduto e ad una 86enne barese, già residente in una casa popolare nel quartiere Stanic...