La parola «resilienza», tanto abusata nel periodo pandemico e così collegata alla più cupa sofferenza da diventare quasi insopportabile, è tornata ieri a riecheggiare nel Centro Polifunzionale dell’Ateneo barese e con sfumature sorprendentemente positive. I ricercatori dell’Istat Stefano Costa (Dipartimento per la produzione statistica) e Claudio Vicarelli (Dipartimento per la produzione statistica), infatti, hanno presentato il «Rapporto sulla competitività dei settori produttivi edizione 2023» con un focus sulla Puglia da cui emerge che è vero che la regione è da sempre afflitta da una stentorea crescita della ricchezza per abitante («da venti anni, in linea con le tendenze nazionali, la crescita del Pil pro-capite in Puglia è inferiore a quella dell’Ue»), ma dal 2008 ci sono stati «ritmi di crescita lievemente migliori rispetto a quelli sia del Mezzogiorno sia dell’Italia» e, addirittura, «nel periodo più recente, la Puglia sembra mostrare una maggiore resilienza alla crisi Covid: tra il 2019 e il 2021, la crescita del Pil pro-capite è risultata più elevata sia del dato nazionale, sia delle altre regioni meridionali, e seppur di poco superiore a quella media dell’Ue27». Quindi un’economia regionale che tiene duro, «resiliente». Si tenga conto però che nel dato confluiscono anche gli aiuti immessi con un certo vigore nel tessuto produttivo...
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