Ci ha lasciati mentre tutto intorno è festa Alessio Viola. In una città che brilla di luci natalizie, e della quale, lui, ha raccontato le ombre.
Foggiano di nascita (di Troia) Alessio Viola è scomparso questa mattina a Bari, a settant'anni, per un cancro ai polmoni. La chiamiamo con il suo nome questa malattia perché lui non ci ha mai girato intorno. L'ha combattuta per tanti anni senza mai perdere il sorriso, con il suo approccio arguto anche nei momenti più difficili, e si è fatto promotore di tante battaglie per l'accessibilità alle cure da parte di tutti, per l'umanizzazione dei luoghi dove si praticano le terapie oncologiche, per la necessità dei vaccini ai più fragili, quando a inizio 2021 si lottava per una dose.
Laureato in Storia e Filosofia, giornalista - per Repubblica Bari e per il Corriere del Mezzogiorno- , scrittore, ma prima ancora operaio, insegnante, sindacalista, venditore di quadri porta a porta, rugbista -sport che amava follemente -, oste. Sì "oste", sottolineava spesso con orgoglio. Viola è stato il cofondatore, nel 1980, di un luogo cult di Bari, la "Taverna del Maltese", in via Netti, nel quartiere Libertà, il primo pub della città, dove generazioni di ragazzi hanno scoperto la buona musica, la socialità, punto di riferimento della sinistra barese, frequentato anche da tanti fuori sede. Alessio era un "maltese" e a quegli anni duri per Bari, difficili, gli Anni Ottanta e i Novanta, quelli della Bari criminale, ha dedicato il suo romanzo edito da Rizzoli nel 2012 "Dove comincia la notte", e prima ancora "Nessuno è innocente....piccola città bastardo posto" (2005) per Schena, "Closin time" per Laterza (2008). E poi, "Il ricordo è un cane che ti azzanna" di Progedit (2010) e tanti altri.
Ci mancherà la sua ironia pungente, la sua disarmante lucidità, il suo essere sempre dalla parte degli ultimi, siano essi gli operai di una fabbrica o i più fragili in cerca di salvezza, la passione che metteva in ogni cosa, il suo andare diritti al punto, la sua concreta visione del mondo pur rimanendo un sognatore, di quelli che il mondo sperano ancora di cambiarlo.
Alessio Viola ha fatto anche politica, tra la gente, con gli amici, confrontandosi in maniera serrata con chi la pensava diversamente da lui, nel pieno rispetto del pensiero altrui, non risparmiando nessuno, tantomeno le istituzioni, anche e forse soprattutto quelle di sinistra.
Tanti i messaggi di cordoglio anche su Facebook dove Alessio era molto attivo e dove proprio qualche giorno fa aveva postato una struggente poesia per la scomparsa di Sinisa Mihajilovic, principiando: "Per Sinisa. Che non era un guerriero, era un uomo. Come tutti noi che ci prepariamo". Un saluto a tutti noi.
Abbracciamo sua moglie, la collega Ileana Sapone, e il figlio Cesare, appena diciottenne.
Chi vorrà salutare Alessio Viola potrà farlo domani nella Sala del Commiato del Cimitero di Bari alle 15.
IL CORDOGLIO DI EMILIANO
«La scomparsa di Alessio Viola mi addolora molto. Scrittore e giornalista appassionato e leale, Alessio ha sempre cercato di utilizzare la scrittura come grimaldello dei tempi, sempre capace di ascoltare, di scardinare, di denunciare e al contempo di costruire. Mi unisco al dolore di quanti lo hanno conosciuto e apprezzato. Alla famiglia, ai colleghi, ai suoi cari, giunga il mio sincero cordoglio unito a quello dell’intera comunità pugliese». Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.