AVELLINO - Progettava l’assalto ad un portavalori la banda di rapinatori pugliesi che ieri sera, intorno alle 20:30, a Cesinali, alle porte di Avellino, ha avuto un conflitto a fuoco con gli agenti della Squadra Mobile del capoluogo irpino e quelli delle Questure di Foggia e Chieti. Nella sparatoria è rimasto ucciso un 34enne pluripregiudicato originario di Molfetta (Bari).
Il corpo, con il volto coperto da un passamontagna, indumento indossato anche dai suoi complici, è stato abbondonato nell’auto lasciata sui binari del passaggio a livello della frazione Villa San Nicola del comune di Cesinali (Avellino), a poche centinaia di metri dal luogo in cui i rapinatori erano stati intercettati.
Tre malviventi, due originari di Bitonto (Bari) e uno di Cerignola (Foggia), si sono arresi e consegnati agli agenti mentre altri due sono riusciti a darsi alla fuga nelle campagne circostanti. Contrariamente alle notizie diffuse in un primo momento, non ci sono feriti tra gli arrestati. Viene invece confermato che oltre ai due soggetti in fuga, si ricercano altri complici che sarebbero stati alla guida di altri automezzi, furgoni e camion, con i quali avrebbero dovuto sbarrare la strada al portavalori individuato per la rapina.
A bordo di due auto, una Jeep Compass e una Hyundai Tucson, quando si sono accorti di essere seguiti dagli agenti della Polizia di Stato, i sei rapinatori hanno tentato a tutta velocità la fuga tra le stradine di Cesinali lanciando contro gli inseguitori grossi chiodi a tre punte, ma sono stati bloccati nei pressi del cimitero comunale, a ridosso del centro abitato. La violenta sparatoria che ne è seguita ha messo in allarme gli abitanti del piccolo centro irpino rimasti barricati in casa fino a notte inoltrata. In mattinata sul luogo del conflitto a fuoco sono arrivati gli agenti della Polizia scientifica di Napoli per effettuare una serie di rilievi. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Avellino.
Preso il capo della banda
È ritenuto probabilmente il capo della banda di rapinatori che nella serata di ieri ha avuto un conflitto a fuoco con la Polizia a Cesinali (Avellino) l’uomo fermato stamattina su un autobus che collega il comune di Santo Stefano del Sole, a pochi chilometri da Cesinali, ad Avellino. Si tratta di un 53enne di Foggia (del quale non è stato ancora comunicato il nome), latitante dal 2020, condannato a quindici anni di carcere, sette dei quali scontati, per associazione a delinquere di stampo mafioso per una serie di rapine a mano armata e assalti a portavalori. L’uomo si trova in stato di fermo presso la Questura di Avellino a disposizione dei magistrati della Procura che coordinano le indagini. E’ il quarto arresto effettuato dagli agenti della Squadra Mobile diretta dal vice questore Francesco Cutolo dopo i tre avvenuti nella serata di ieri dopo il conflitto a fuoco nel quale è morto uno dei rapinatori, un 34enne pluripregiudicato di Molfetta (Bari). Le ricerche continuano per intercettare l’uomo che è riuscito a sfuggire alla cattura dopo la sparatoria avvenuta a pochi metri dal cimitero di Cesinali e per individuare altri complici della banda che sarebbero stati alla guida di furgoni e camion. Gli investigatori sono certi che stessero preparando l'assalto a un portavalori della Cosmopol, la società di vigilanza privata che ha sede nel nucleo industriale di Avellino. Gli stessi investigatori smentiscono la notizia, diffusa da alcuni siti on line, secondo la quale i rapinatori erano armati di kalashnikov e bombe a mano.
E’ finita in mattinata la latitanza di Savino Ariostini, 53enne ritenuto elemento di spicco della criminalità organizzata foggiana e vicino al clan Moretti-Pellegrino-Lanza. Ariostini era ricercato dal novembre 2020 dopo essere sfuggito alla cattura nell’operazione 'Decimazione bis' che portò all’arresto di una quarantina tra capiclan e affiliati alla mafia foggiana.
Ariostini è stato fermato dalla polizia a bordo di un autobus in provincia di Avellino. Gli investigatori stanno verificando l'ipotesi che l’uomo abbia capeggiato la banda che ieri sera ha avuto un conflitto a fuoco con la polizia a Cesinali (Avellino).
Ariostini è stato condannato a 15 anni di carcere, sette dei quali già scontati, per associazione per delinquere di stampo mafioso.