TARANTO - A volte la burocrazia è più pesante delle macerie che impediscono ad Anna Krivosheeva di coronare il suo sogno. Che poi vale poco in termini materiali, ma tanto sotto altri punti di vista.
La signora è russa, vive in un piccolo centro vicino Mosca, e nel febbraio dell’anno scorso è balzata agli onori delle cronache (non solo locali) per essersi aggiudicata una delle case della Città Vecchia di Taranto messe in vendita dal Comune al prezzo simbolico di 1 euro. Il progetto preliminare, per lei curato dagli architetti Massimo Prontera e Rosa Gorgoglione, ormai quattordici mesi fa, ottiene il via libera dalla commissione comunale designata per valutare le offerte pervenute nell’ambito del primo bando «case a 1 euro» (nei mesi successivi, c’è stata poi per dir così una seconda edizione). Complessivamente, tra i due bandi, gli appartamenti assegnati sono stati poco più di dieci.
In base alla delibera municipale, l’aggiudicatario ha due anni di tempo per avviare la progettazione definitiva ed esecutiva (ottenendo tutti i permessi e le autorizzazioni necessarie da Comune e Soprintendenza) e per concludere i lavori. In caso contrario, il contratto viene revocato. Nel caso della signora Anna, da un lato fortunatamente, il rogito notarile non è stato ancora stipulato e quindi il conto alla rovescia non è scattato.
In quest’arco di tempo trascorso dall’aggiudicazione da parte della commissione, però, la casa per la quale la signora Krivosheeva ha partecipato al bando avrebbe dovuto essere quasi ultimata o, nella peggiore delle ipotesi, sarebbe di certo terminata la progettazione e i lavori sarebbero almeno iniziati. Ma così non è stato. Per quale motivo? La casa di via di Mezzo è inaccessibile. In particolare, l’immobile è situato all’angolo con vico Trappeto e proprio da questo lato ci sono detriti, parti di muratura crollati, rifiuti che rendono letteralmente impossibile per i progettisti entrare persino per fare dei rilievi o prendere delle misure. Ma non solo. L’intero isolato su cui insiste la casa acquistata dalla signora nata (e residente) in Federazione Russa, presenta condizioni di sicurezza precarie soprattutto per quel che riguarda almeno due edifici posti nelle immediate vicinanze. Da quel che risulta alla Gazzetta e così come conferma la stessa (aspirante) proprietaria della casa di via di Mezzo, gli architetti hanno segnalato la situazione chiedendo al Comune (con diverse note inviate via Pec) di ripulire l’area e di mettere in sicurezza gli stabili adiacenti. In caso contrario, quell’assegnazione (ad 1 euro) rischia seriamente di non perfezionarsi davanti ad un notaio.
Il rischio c’è, eppure la signora Krivosheeva pur non nascondendo tutta la sua amarezza per questa situazione, non cambia di un millimetro i suoi progetti di vita. «Voglio trasferirmi a Taranto - assicura - anzi se quando ho partecipato al bando volevo vivere lì per tre o sei mesi al massimo, ora invece vorrei viverci per sempre». Nei quattordici mesi che sono trascorsi tra l’aggiudicazione della casa, il mondo è cambiato. E anche la signora Anna ora vuole lasciare la sua terra di origine. «Il conflitto tra Russia e Ucraina ha reso molto più difficile la vita anche per noi russi sia dal punto vista economico che sociale. Ma, a dire il vero, già nei mesi scorsi, ancor prima che iniziasse la guerra, il clima era (ed è) molto pesante. Diversi miei amici - rivela - sono stati fermati, per qualche ora, dalla polizia. La loro “colpa”? Quella di manifestare in difesa dei diritti civili e politici di alcune categorie di persone. Ecco, tutto questo mi spinge a cambiare il mio programma. Per questo, vorrei trasferirmi per sempre a Taranto e per questo la casa acquistata in Città Vecchia rappresenta la soluzione ideale per venire lì da voi. E, invece, il tempo sta passando ed è ancora tutto fermo».
La signora Anna, grazie al suo lavoro da interprete, parla con un italiano praticamente perfetto e quindi riesce a spiegare benissimo che «della vostra città mi sono letteralmente innamorata. Trasmette un fascino puro, unico. Per motivi di lavoro, in passato, ero stata spesso in Lombardia e in Veneto, posti belli per carità, ma Taranto ha qualcosa in più. Cosa? I colori del suo cielo, i suoi due mari e i resti del periodo magno greco sono a dir poco straordinari. A tutto questo - osserva la signora Krivosheeva - bisogna poi aggiungere quella meraviglia assoluta che è rappresentata dal Duomo, ma anche dal Castello Aragonese e dal museo archeologico». E se la casa di via di Mezzo restasse off limits diventando un sogno da riporre nel cassetto? «Sono talmente determinata a vivere a Taranto che, nell’attesa che si sblocchi la situazione in Città Vecchia sono disposta, facendo un sacrificio economico, anche a prendere una casa in affitto».
Case a 1 euro, parlano i progettisti di Anna Krivosheeva
In una nota inviata alla Gazzetta, gli architetti Massimo Prontera e Rosa Gorgoglione fanno il punto della situazione. Che, proprio sul nostro giornale, aveva visto la cittadina russa raccontare la sua amarezza per la mancata messa in sicurezza degli edifici vicini a quello da lei acquistato in via di Mezzo angolo vico Trappetto e il commissario straordinario del Municipio, Vincenzo Cardellicchio, invece, difendere l’idea dell’Amministrazione comunale e invitare l’aggiudicataria del bando a stipulare il prima possibile l’atto di acquisto davanti ad un notaio.
Prontera e Gorgoglione, dapprima assicurano che «quella delle case a 1 euro è un’idea molto interessante,. Lo abbiamo ribadito in ogni occasione pubblica in cui è stato possibile farlo e continuiamo a confermarlo. Un’idea che viene da lontano e che non nasce certo oggi a Taranto ma che qui, più che altrove, può avere - spiegano i due progettisti - grandi potenzialità, soprattutto per il marketing territoriale che un progetto del genere ha la capacità di esprimere verso potenziali investitori italiani e internazionali».
Un’idea interessante, dunque, a patto che l’Amministrazione comunale di turno «sappia gestire tutti i problemi che possono sorgere e accompagni per mano - avvertono gli architetti - i suoi potenziali nuovi investitori senza lasciarli scappare via, facilitando i processi anziché complicandoli».
In particolare, tornando al caso che riguarda direttamente la signora Krivosheeva, allo stato attuale, «ad oltre 14 mesi dalla conclusione del primo bando, all’immobile assegnato - evidenziano Prontera e Gorgoglione - e per il quale la nostra cliente dovrà spendere centinaia di migliaia di euro per la sua riqualificazione, non si può accedere neanche per effettuare i tradizionali rilievi metrici preliminari, figuriamoci per avviare un cantiere». E ancora: «Il vicolo nel quale l’immobile si trova è ancora murato oltre che totalmente inaccessibile, deposito di tonnellate di rifiuti di ogni genere e, ancor peggio, con gli stabili ad esso prospicienti che rischiano di crollare da un momento all’altro». Cosa è stato chiesto al Comune? «Di garantire - rispondono i due progettisti incaricati dalla signora Krivosheeva - una minima messa in sicurezza del vicolo per permettere a chiunque debba accedervi, di non finire schiacciato da qualche cornicione attualmente in bilico o da altre parti di edifici - sostengono Prontera e Gorgoglione - tenuti ancora in piedi, da oltre quarant’anni, con puntelli di fortuna in legno. Non si è chiesta la luna, ma solo che il Comune di Taranto garantisse alla nostra cliente - insistono i due architetti - il minimo di propria competenza per poter avviare l’iter dei lavori sul proprio stabile». E ancora: «Attraverso l’apertura del muro e la rimozione delle macerie dal vicolo (entrambi di competenza esclusivamente comunale perché area pubblica) oltre che alle, a nostro avviso, doverose azioni per risolvere o quanto meno tamponare il problema degli stabili adiacenti pericolanti, alcuni di proprietà pubblica, altri di privati sui quali la nostra cliente Anna non può intervenire perché non legittimata a farlo».
Prontera e Gorgoglione, inoltre, sperano anche che «qualcuno non intendesse, in fase di ideazione del bando, che l’assegnatario di un immobile si dovesse - aggiungono - poi occupare di riqualificare, a proprie spese, oltre al proprio stabile anche quelli circostanti. E non ci si dica neanche, come abbiamo a più riprese sentito e letto "la signora Anna lo sapeva quindi la situazione le era nota", visto che il bando non ha mai previsto che l’investitore si dovesse occupare di riqualificare anche l’intorno oltre che il proprio immobile», puntualizzano i due progettisti tarantini.
I due architetti, inoltre, ricordano che già dall’aprile dello scorso anno hanno inviato al Comune una prima segnalazione sui problemi riscontrati «quando ancora c’era una Amministrazione in carica, fino all’ultima del marzo scorso, con la reggenza commissariale del Comune, senza avere in nessun caso - denunciano Prontera e Gorgoglione - alcuna risposta ufficiale. Prima solo rassicurazioni e disponibilità a risolvere la questione e poi - accusano - totale silenzio. Fino a tre giorni fa, in cui dopo mesi di silenzio, l’ufficio, evidentemente risentito delle polemiche scaturite a seguito delle dichiarazioni di Anna (rilasciate alla Gazzetta, ndr), rispondeva all’ultima nostra comunicazione mostrandosi sorprendentemente intransigente», fanno sapere i due progettisti incaricati dalla signora Krivosheeva.
Prontera e Gorgoglione, inoltre, sottolineano che la signora russa, in questi mesi, non avrebbe peraltro mai potuto stipulare nulla, non certo per propria intenzione «ma perché, solo negli ultimissimi giorni, sono stati prodotti dal Comune i documenti (e neanche tutti) richiesti per mesi dal notaio per procedere alla stipula, per la quale, è bene ricordarlo, la signora Anna era pronta già a fine settembre 2021, quando era venuta a Taranto per conoscere la città, visionare di persona l’immobile per il quale aveva concorso e soprattutto per stipulare il passaggio di proprietà». Passaggio che, però, non fu possibile compiere.
E infine: «Nonostante tutto, la nostra cliente russa, pienamente cosciente dell’impegno preso con la città di Taranto, non ha perso ancora l’entusiasmo - assicurano i due architetti - e l’interesse ad investire nel nostro centro storico, a partecipare per sua parte alla sua rinascita. E nonostante l’amarezza per il tempo trascorso inutilmente, non ha rinunciato davanti a tutte queste difficoltà e - fanno sapere - non ha intenzione di farlo, visto che è ancora affascinata dall’idea di vivere a Taranto e di proseguire nel suo progetto».