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Lecce, il regista ungherese Istvan Szabo per la prima volta in Puglia

Lecce, il regista ungherese Istvan Szabo per la prima volta in Puglia

 
Gloria Indennitate

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Gloria Indennitate

cinema

Mephisto? I diritti del film bloccati da una giapponese

Martedì 25 Gennaio 2022, 15:07

14 Maggio 2022, 23:22

LECCE - A tu per tu con Istvan Szabo, il genio di Mephisto. Uno dei lati positivi dei festival cinematografici è donare l'intensità dell'incontro con i grandi maestri. Così è stato con questo signore dai capelli d'argento, dal volto rassicurante come quello di un padre o di uno zio, ungherese di Budapest.

Classe 1938, approdato per la sua prima volta in Puglia in occasione della 22esima edizione del Festival del Cinema Europeo di Lecce per ricevere dalle mani del direttore Alberto La Monica l'Ulivo d'Oro alla carriera. Per lui, narratore politico e morale di momenti cruciali della Storia del Novecento, un omaggio, curato dal critico cinematografico Massimo Causo, composto dai suoi più celebri film, compresa la "trilogia" con Klaus Maria Brandauer, Mephisto, premiato neel 1982 con l'Oscar come miglior film straniero, Il Colonnello Redl, La Notte dei Maghi, e l'ultima fatica, Final Report, proposto in anteprima italiana, sempre con protagonista l'attore tedesco.

Fra gli ospiti del Festival, legati al maestro, Yves Pasquier, produttore del suo film "A Torto o a Ragione" , e il direttore dell'Accademia ungherese a Roma. Luogo delle proiezioni è la Multisala Massimo.

Maestro, come ha trascorso i mesi del lockdown causati dalla pandemia con le sale chiuse e il cinema chiamato a ripensarsi?

A casa mia, a Budapest. Ho letto molti libri, specialmente quelli che a scuola ci imponevano di studiare e che... non studiavamo mai. Mia moglie (Veronika Gyurey, presente a Lecce, ndr) è insegnante di letteratura in pensione, ha una cultura profondissima e mi ha consigliato come mai nessuno avrebbe potuto farlo. Non ho elaborato alcun progetto cinematografico, era calata una specie di oscurità sul cinema. È stato per me un periodo drammatico: il mio ultimo film è uscito nelle sale ungheresi per due settimane registrando 32mila spettatori, un successo incredibile. Poi, basta, tutto bloccato.

Ora, finalmente potrà essere fruito dal pubblico. Cosa ha cambiato nella sua vita la vittoria all'Oscar?

Era la mia seconda volta a Los Angeles per la serata degli Oscar. Un'esperienza piacevole, in entrambi i casi e anche nelle tre nomination successive. Quella notte però, quando ho stretto la statuetta con Klaus Maria Brandauer, ho voluto dedicarla all'intera troupe, attori, costumisti, scenografi, autori delle musiche, tecnici del suono... senza di loro Mephisto non sarebbe mai nato. Finiti i festeggiamenti ho capito che il mio prossimo film non avrebbe mai vissuto sugli allori dell'Oscar, dovevo ricominciare da zero, così ho fatto.

A quali registi italiani o film si sente più legato?

Il primo che mi viene in mente è la Terra Trema di Visconti, ma il mio riferimento principale è Miracolo a Milano di Vittorio De Sica, lo conosco a memoria, sequenza per sequenza e spesso canticchio la colonna sonora. Per la mia formazione, il cinema italiano è la mamma che mi ha allattato e il primo bicchiere d'acqua è ho bevuto è quello del cinema francese.

In che modo sceglie gli attori per le sue opere?

Sembrerà strano ma sono il mio primo pensiero quando progetto un film. Scrivo la sceneggiatura modellandola sull'attore o sull'attrice con cui vorrei lavorare. Cosa consiglia al cinema di questo millennio? Di lasciar perdere i cellulari, non sopporto quando salgo sull'autobus di vedere le persone con la testa chinata sul quel piccolo video. Come si può pensare di vedere le immagini di un film, i movimenti della macchina da presa sul quel "francobollo"? Se un giorno chiudessero i musei sarebbe mai ipotizzabile ammirare le opere di Michelangelo o Tintoretto in uno spazio così angusto?

Mephisto in effetti non è disponibile su alcuna piattaforma, lo si può vedere solo al cinema o in dvd. E' una sua scelta? E' una scelta della produzione o di chi detiene i diritti del film?

Qui c'è una storia particolare. La proprietaria dei diritti è una gentile signora giapponese a cui abbiamo inviato più volte delle lettere, non ci ha mai risposto, pare si sia dimenticata di questo film. Mi risulta che dovrebbe uscire una versione in bluray, ma altro non ci è dato di sapere.

Ha in cantiere un nuovo progetto cinematografico?

Dopo aver parlato tanto di cinema europeo, rispondo con una celebre frase del cinema americano: Never say never again.

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