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Monte Sant'Angelo, sequestrato il bestiame dei parenti dei clan

 
Redazione online

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Monte Sant'Angelo, sequestrato il bestiame dei parenti dei clan

Venivano lasciati pascolare allo stato brado nei terreni di un imprenditore agricolo che ne aveva perso di fatto il possesso

Martedì 22 Giugno 2021, 11:50

Monte Sant'Angelo - Anni e anni di minacce, sconfinamenti di terreno e soprusi, per far pascolare nelle sue terre il bestiame dei parenti dei capo clan della zona.

È scattato questa mattina, nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, il sequestro di 79 capi di bestiame, allontanati dalle aziende agricole cui appartengono e dal loro conduttore. Il sequestro è stato eseguito dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Foggia.

Tutto ha avuto inizio anni fa, con la denuncia di un imprenditore agricolo di  Monte Sant'Angelo. Si vide impedire il passaggio su alcuni suoi terreni perchè proprio lì un allevatore della zona aveva installato delle recinzioni per permettere il
pascolo, allo stato brado, di animali riconducibili ad alcune aziende agricole della zona e
condotte dal confinante L.T.M., ritenuto  dagli investigatori vicino ad un elemento di spicco di una fazione criminale attiva tra 
Manfredonia e Monte Sant’Angelo.


Da quel momento inizia un vero e proprio dramma per l'imprenditore. Viene minacciato di morte, aggredito anche fisicamente. In una circostanza l'imprenditore sarebbe anche preso a bastonate e poi investito da L.T.M. Episodi sempre più violenti che col tempo hanno convinto l'imprenditore,che temeva per la propria  incolumità, ad abbandonare per sempre i suoi terreni. 

Le indagini, però, hanno fatto il loro corso. I carabinieri  di Monte Sant’Angelo in collaborazione col Comando Compagnia Carabinieri di Manfredonia, coadiuvati dal personale della Sezione di P.G. della Procura della Repubblica di Foggia e dal Comando Carabinieri Forestali, hanno monitorato quanto accadeva su quei terreni documentando innumerevoli episodi di invasione dei terreni confinanti da parte dei bovini riconducibili, attraverso accertamenti sulle marche auricolari applicate alle orecchie del bovino, a due aziende agricole riconducibili a familiari di esponenti di capo clan della zona, e condotti dall'indagato.

L.T.M., è atttualmente indagato. In occasione di una perquisizione è stato anche trovato in possesso di una pistola pronta all'uso ed illegalmente detenuta. Questa mattina i 79 i capi di bestiame, divisi tra ovini, caprini e bovini,
sono stati trasferiti dalle aziende agricole di Monte Sant'Angelo e Manfredonia  in altre località provvisorie in quanto considerati  strumento per commettere il reato. 


«Purtroppo, in una realtà come quella del Gargano - dicono gli investigatori -  quasi nessuno denuncia; la gente teme
rappresaglie e quei pochi che lo fanno sembrano lasciati ancora troppi soli dalle istituzioni. Questa storia deve essere da monito per tutti. Il coraggio e la caparbietà della persona offesa hanno permesso di mettere in moto la macchina della giustizia e a riconsegnare al legittimo proprietario il pieno possesso dei terreni fornendo speranza alle vittime “silenziose” di analoghe vicende presenti nel nostro territorio». 

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