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Regionali Puglia, il 25 nuovo round: si va al Consiglio di Stato

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Regionali Puglia, il 25 nuovo round: si va al Consiglio di Stato

Pioggia di ricorsi sul premio di maggioranza. E lunedì il 'ricalcolo'

Venerdì 07 Maggio 2021, 12:43

Il Consiglio di Stato dovrebbe occuparsi il 25 maggio del nodo del premio di maggioranza nella legge elettorale pugliese. È quella l’udienza in cui dovrebbero essere discussi gli appelli contro le sentenze del Tar di Bari che hanno eliminato dalla corsa i voti di tutte le liste sotto il 4%.
Ecco dunque che tra lunedì prossimo (il termine entro cui la Prefettura di Bari deve depositare i risultati del ricalcolo effettuato in base a quelle sentenze) e l’8 luglio (quando si tornerà davanti al Tar di Bari per definire il merito della questione) arriverà, come previsto, il pronunciamento dei giudici di Palazzo Spada. Rispetto alle tre sentenze di marzo (i ricorsi di Vito De Palma, Antonio Scalera e Domenico De Santis) sono state infatti presentate riserve di appello da tutte le parti in causa, compresa la stessa Regione che in primo grado si è schierata «per la governabilità» sostenendo appunto che far scendere la maggioranza da 29 a 27 seggi possa creare difficoltà operative.

Oggi infatti la composizione del Consiglio regionale è diversa da quella che il Tar di Bari ritiene corretta, perché il centrosinistra ha due seggi in più che non dovrebbe avere ai danni del centrodestra: tutta colpa, appunto, della soglia di sbarramento che - secondo i giudici amministrativi - non è stata interpretata correttamente dall’Ufficio elettorale centrale di Bari. Ma a quasi otto mesi dalle elezioni regionali di settembre il quadro dei ricorsi è ancora molto complesso e richiederà diversi mesi per arrivare a una decisione definitiva. Sono attese a ore le sentenze sui ricorsi di Sergio Blasi, uno dei due che riguardano la correzione dello scorrimento dei seggi nella lista Pd, e quello di Marcello Lanotte (Fi) che invoca un principio di «riequilibrio territoriale» per chiedere due seggi alla Bat nel proporzionale. Mercoledì 19 si torna in aula per il ricorso di Tommaso Gioia (capolista di Con a Brindisi), che ha chiesto il riconteggio per provare a scavalcare l’eletto Tommaso Leoci e vuole che si riesaminino anche le schede bianche e nulle.

L’8 luglio, come detto, il Tar di Bari dovrà definire il tema del premio di maggioranza e stabilire chi entrerà in Consiglio regionale (sicuramente i due del centrodestra, quasi certamente De Santis) e chi dovrà uscirne, ma - forte della sentenza sul ricorso Blasi - dovrà definire anche l’altro sullo stesso tema (Teresa Ciccolella): all’incrocio tra i primi e il secondo c’è il ricorso incidentale di Ruggero Mennea (che insieme a Michele Mazzarano rischia di uscire per lo «scorrimento), a proposito dell’eliminazione dei voti delle liste «sotto soglia» dal quoziente elettorale (in questo modo il Pd avrebbe due seggi in più).
Si capirà qualcosa in più dopo la sentenza Blasi e (soprattutto) dopo che saranno depositati i nuovi conteggi della Prefettura. Nel frattempo, appunto, la parola passa al Consiglio di Stato che dovrà esprimersi da capo sulla lettura data dal Tar sul premio di maggioranza. Ma non solo. I giudici di Palazzo Spada hanno già discusso e devono decidere il ricorso dei movimenti per la parità di genere (prima firmataria Annunziata Bernardini) che chiedono di modificare la legge elettorale per escludere le liste in cui non è rispettato il rapporto 60-40. Il 25 maggio toccherà anche ai ricorsi delle liste «Italia in Comune» e «Senso Civico» che per superare il 4% vogliono cambiare il modo in cui si calcola la percentuale, richiesta respinta seccamente dal Tar di Bari.

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