Crisi di governo
Romano (M5s), il nodo Mes: «Italia viva? Niente veti. Ora serve responsabilità»
Il senatore pugliese pentastellato parla anche della situazione interna alla regione Puglia: «Se il M5S inciderà, dialogare sarà stata la scelta giusta»
Senatore Iunio Valerio Romano, il M5S riparte da Conte. Perché ritenete imprescindibile la leadership del premier dimissionario? Non preferireste puntare su un pentastellato «puro» come Di Maio?
«️Intorno a Giuseppe Conte è nata l’operazione politica e di riforma del Paese che abbiamo messo in piedi dopo i fatti dell’agosto 2019. È lui il garante di un’alleanza che, operando un’efficace sintesi, può andare avanti nel lavoro sospeso a causa di una crisi politica tanto inopportuna quanto inspiegabile agli occhi dei cittadini. La maggioranza del prossimo Governo sembra, peraltro, essere quella precedente, con in più il nuovo gruppo parlamentare appena fondato: è naturale che sia lui a proseguire il lavoro, non dimenticando che il suo operato è molto apprezzato in Italia e in Europa. È inutile, a mio avviso, in questa fase soffermarsi su altri pur autorevoli nomi del M5S».
Crimi non ha posto veti al ritorno di Renzi. Nel M5S è scoppiato un terremoto. Lei cosa pensa?
«Dall’interno non percepisco terremoti. Quello che succede in queste ore è più che normale, dopo settimane così tese e dopo tante “spallate” a cui abbiamo dovuto assistere. Ciò che ha detto Crimi è la posizione ufficiale del Gruppo. Il M5S è la prima forza parlamentare e abbiamo il dovere di farci carico, più degli altri, di sostenere il rilancio del nostro Paese. Con un ulteriore sussulto di responsabilità non poniamo veti, ma vogliamo che si riparta con un programma preciso e lealmente blindato per tutta la legislatura, quindi per due anni .Ricordo che quando abbiamo fatto il Conte II ci fu già una votazione che interessò i nostri iscritti e oggi si tratta della stessa maggioranza».
Crimi ha chiuso le porte al Mes, Renzi dice parliamone. Altra provocazione?
«️Mi auguro che sia finito il tempo delle provocazioni. Gli italiani sono già costretti da settimane a subire una paralisi immotivata. È noto a tutti che sul Mes non c’è una maggioranza in Parlamento. Abbiamo spiegato tante volte perché siamo contrari e con quali strumenti possiamo raggiungere meglio i nostri obiettivi. Ho letto una dichiarazione dell’onorevole Rosato più costruttiva in tal senso. Togliamo di mezzo i temi divisivi sui cui si può fare solo propaganda e scriviamo un’agenda con le cose che ci uniscono».
Cosa risponde a chi attacca la maggioranza per la ricerca dei «responsabili» soprattutto in Senato? Voi siete quelli del vincolo di mandato….
«️Se ci fosse il vincolo di mandato non esisterebbe il Gruppo di Italia Viva, peraltro composto da parlamentari provenienti da diverse forze politiche. Già questo è sufficiente per sgombrare il campo da qualsiasi attacco strumentale. Con il vincolo di mandato forse non saremmo alle prese con questa crisi assurda. Aggiungo che ci troviamo in un periodo che definire straordinario è riduttivo. Noi e Conte abbiamo rivolto un appello chiaro in Parlamento: chi vuole aderire all’invito di portare avanti un lavoro responsabile è benvenuto, chi vuole fare solo propaganda o cercare speculazioni evidentemente non lo è».
Se Fico fallisse si farebbe largo l’ipotesi di un governo tecnico, magari con Draghi e «maggioranza Ursula». Come giudica questa ipotesi?
«️Inutile parlare di scenari fantasiosi. Come ho già detto, per noi c’è solo un assetto politico con cui si può lavorare bene oggi. Ma aggiungo che il centrodestra si è presentato unito al Quirinale per sventolare la richiesta delle elezioni anticipate. Sappiamo tutti che dentro Forza Italia c’è un forte travaglio rispetto al destino di finire definitivamente nel fronte sovranista, che in realtà è nemico del nostro stesso Paese, per certi versi»
Perché siete contrari ad un ritorno al voto?
«️Non si tratta di essere contrari a prescindere. Abbiamo detto noi stessi che, quando qualcuno commette l’errore di provocare una crisi di governo fondata su argomenti incomprensibili e puro tatticismo, il rischio concreto è che la situazione scivoli inesorabilmente verso le elezioni. È evidente che o si trova un accordo con una maggioranza coesa intorno a un programma chiaro e coerente oppure nessuno può permettersi di vivacchiare a spese dei cittadini e delle imprese. Ma, appunto, viviamo un periodo tragico sotto vari aspetti e perdere mesi, con lo scioglimento delle Camere e le elezioni, provocherebbe danni ingenti. Si pensi solo ai ritardi sull’approvazione definitiva del Recovery plan»
Infine la Puglia dove la frattura del Movimento è sempre più evidente dopo l’ingresso in giunta di Rosa Barone e i duri attacchi di Antonella Laricchia. Qual è il suo giudizio su quanto accade? E soprattutto è una situazione sanabile?
«️Penso che una decisione dovesse essere presa, sebbene con la riserva di sottoporla al vaglio degli iscritti. Se tale scelta, frutto anche di una collaborazione già in corso con il Presidente della Regione, porterà a incidere efficacemente, salvaguardando uno spirito costruttivamente critico, sui temi, i programmi e gli obiettivi identitari del MoVimento, quali la sanità, il welfare, l'ambiente e il lavoro, penso che sia un bene per tutti. D’altronde la politica è condivisione, laddove emerga uno spazio di dialogo realmente disinteressato e votato all'interesse dei cittadini»