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Policlinico Bari, nuova inchiesta per legionella: c'è il fascicolo-bis

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Policlinico Bari, nuova inchiesta per legionella: c'è il fascicolo-bis

foto Luca Turi

Il direttore sanitario e due medici indagati per un decesso nel 2018

Giovedì 03 Dicembre 2020, 11:10

11:14

La morte per legionellosi dell’80enne Gennaro Del Giudice fu colpa (anche) dei medici del Policlinico di Bari o, in alternativa, dei tecnici della Asl di Bari «per non avere svolto a regola d’arte i controlli periodici sui presidi sanitari» del reparto di Medicina interna dove il pensionato è deceduto. C’è una inchiesta-bis sul batterio killer che - secondo la Procura di Bari - avrebbe finora causato quattro morti: e in questo fascicolo il gip Giuseppe De Benedictis, lo stesso che domani deciderà se sospendere i manager e due dirigenti del più grande ospedale pugliese, ha ordinato di svolgere nuove indagini.

Il 12 ottobre De Benedictis ha infatti accolto l’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata a marzo 2019 dal pm Gaetano De Bari nei confronti del direttore sanitario del Policlinico, Matilde Carlucci, del direttore del reparto, Carlo Sabbà, e del medico che aveva in cura il pensionato, Antonio Perrone, tutti accusati di omicidio colposo. Secondo il pm, infatti, nella vicenda «potrebbero residuare essenzialmente profili di natura risarcitoria» a carico dei medici. Ma la famiglia di Del Giudice (con l’avvocato Mario Malcangi) non la pensa così. Dalla consulenza tecnica affidata ai medici Liliana Innamorato e Teresa Santantonio è infatti emerso che l’uomo «ha contratto in ambiente ospedaliero una polmonite da legionella pneumofila», il cui contagio emergeva anche dalle analisi del sangue effettuate il 15 maggio 2018, durante il ricovero: eppure «nessun trattamento, nessuna profilassi e nessun accorgimento» veniva ordinato dai medici. Anche le analisi sulla rete idrica del reparto, effettuante il mese seguente, avevano accertato la presenza di legionella nel lavandino della stanza dove il pensionato era stato ricoverato e nel bagno degli uomini.

A fronte di questi elementi il gip ha ritenuto «non condivisibile la richiesta di archiviazione». E ha ordinato di effettuare «entro 60 giorni» (il termine scade sabato della prossima settimana) indagini sia sui medici, sia sui tecnici del Servizio di prevenzione della Asl di Bari. È riduttivo - secondo il giudice De Benedictis - ricondurre l’episodio a «ipotesi di colpa medica», perché i consulenti tecnici del pm non hanno chiarito «la doverosa tematica della esclusione di responsabilità» dei tre medici indagati «sotto il profilo della adozione, da parte loro, di tutte le cure necessarie a dare a del giudice una chance concreta di sopravvivenza, essendo stata la legionellosi diagnosticata fin dal 21 maggio». E se non c’è responsabilità dei tre medici, aggiunge il giudice, significa che sono mancati «i controlli periodici sui presidi sanitari» che il Sisp della Asl è tenuta a svolgere, «per non avere eventualmente adottato (e sarà cura del pm accertare se sia stato adottato oppure no) alcun presidio (od un presidio insufficiente, il che è lo stesso) di prevenzione e monitoraggio presso il reparto di Medicina interna del Policlinico di Bari per evitare la diffusione della legionellosi negli ambienti sanitari, e la sua proliferazione a detrimento dei pazienti, soprattutto ove da tali indagini suppletive dovesse emergere che si sono già verificati altri (pregressi o successivi) casi di legionellosi nel medesimo reparto (o in altri reparti del Policlinico, purché temporalmente concomitanti con il caso Del Giudice)».
Dall’altra indagine, quella del pm Grazia Errede con il procuratore aggiunto Alessio Coccioli, sappiamo che i decessi per legionellosi sono stati altri tre. E che i Nas ritengono i manager del Policlinico responsabili di non aver effettuato per tempo la bonifica più volte disposta dalla Asl che ha anche chiesto la chiusura del «Chini».

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