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La polemica
Redazione online
11 Novembre 2020
Si è dimesso il presidente di InnovaPuglia - l’Agenzia che gestisce anche i maxi appalti sanitari della Regione Puglia - Giuseppe Tiani, finito nella bufera dopo essersi presentato in audizione in Commissione Affari Costituzionali con un ciondolo «micropurificatore d’aria" capace di «inibire qualsiasi virus».
Tiani, che è anche segretario generale del sindacato di Polizia Siap, ha chiamato il presidente della Regione Michele Emiliano presentando le dimissioni «irrevocabili» dal consiglio di amministrazione dell’azienda. Le dimissioni sono state accettate e verranno formalizzate in serata.
LA LETTERA DI DIMISSIONI DI TIANI - «Il contenuto di una mia audizione, in qualità di segretario nazionale del Siap, sindacato di polizia, presso la commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati, largamente travisato e volutamente strumentalizzato, ha generato un ampio quanto inaspettato clamore mediatico, non risparmiando, in modo assolutamente inappropriato, il mio ruolo di presidente di InnovaPuglia che nulla ha a che vedere con l’episodio». Inizia così la lettera con Giuseppe Tiani oggi ha presentato le proprie dimissioni da presidente di Innovapuglia dopo le polemiche sul 'ciondolo scaccia virus'.
Venerdì scorso, durante l’audizione in Commissione, Tiani aveva proposto di equipaggiare le forze dell’ordine di un ciondolo «micropurificatore d’aria» capace di «inibire qualsiasi virus». Tiani era intervenuto in qualità di segretario nazionale del sindacato di polizia Siap in un’audizione dedicata alla sicurezza degli agenti. Uno spezzone del suo intervento in cui mostra il ciondolo ha fatto il giro del web ed è stato travolto dalle critiche.
«Quando lei mi conferì l’incarico di guidare Innovapuglia - ricorda Tiani nella lettera al governatore della Puglia, Michele Emiliano - mi chiese massima trasparenza e costante celerità nell’espletamento delle procedure di gara, ed io ho pienamente onorato l’impegno assunto, tanto che in quel settore la Regione Puglia si è distinta, anche nei confronti di altre regioni, per tempestività ed efficienza». «Ma tutto questo - prosegue - non è valso a scoraggiare la gogna mediatica che si è ingiustamente abbattuta su di me. Quello che però non riesco ad accettare è il tentativo becero di coinvolgere nella vicenda soggetti assolutamente estranei all’accaduto come la società in house che presiedo, l’amministrazione regionale e la sua stessa persona». "Questa, dunque - conclude - è la ragione che mi induce a rassegnare in modo irrevocabile le dimissioni».
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