Ci sono 34 positivi al Covid-19 tra gli 805 migranti giunti ieri nel porto di Bari a bordo della nave Rhapsody partita dalla Sicilia martedì sera. Ma non si tratterebbe di un focolaio, come si apprende da fonti della Prefettura da dove precisano che si tratta di un dato già conosciuto e che gli interessati (in un primo momento si era parlato di 18 casi) erano stati «compartimentalizzati» cioè isolati in una zona del traghetto, non a caso chiamato nave quarantena.
La notizia della presenza dei positivi, dunque, era già nota agli addetti ai lavori e di questo se ne era parlato anche nel corso di una riunione in Prefettura durante la quale la situazione era stata ritenuta sotto controllo tenuto conto delle misure di sicurezza adottate nei confronti dei positivi per la traversata.
In queste ore sono in corso di completamento i tamponi nei confronti di tutti i passeggeri a bordo, prevalentemente nordafricani, tunisini, marocchini ed egiziani, oltre a cittadini di Bangladesh e Pakistan (ci sono anche un centinaio di minorenni) che dovrebbero essere ricollocati nelle strutture di accoglienza. Alcuni piccoli nuclei sono stati già trasferiti con voli charter: tra questi i migranti destinati ai «Cpr» di Roma, Milano e Gorizia per essere rimpatriati.
IL SUPPORTO DELL'ASL DI BARI
Il servizio sanitario a bordo è curato dalla Croce Rossa mentre a terra stanno operando i sanitari dell'Usmaf che ha competenza su porti e Aeroporti e che gestisce i tamponi processati presso il laboratorio del Di Venere. Al momento non risulterebbero altri nuovi positivi, anche se in mattinata - da quanto si è appreso - il Dipartimento di prevenzione dell'Asl di Bari avrebbe inviato personale proprio di supporto all'Usmaf per collaborare alle attività di monitoraggio e dell'esecuzione di tamponi i cui esiti sono attesi nelle prossime ore.
Per ora, dunque, gran parte dei migranti restano a bordo anche se finora, come già detto, sono sbarcati piccoli gruppi. Il prefetto di Bari, Antonella Bellomo, aveva chiarito che sbarcheranno - per essere ricollocate - solo quelle persone che saranno munite di una apposita certificazione sanitaria che attesti lo stato di salute. «Solo alla fine - ha detto l'altro giorno il prefetto - saremo in grado di dare indicazioni precise sulle condizioni sanitarie di tutti e sulle destinazioni».
LEGA: E GLI ALTRI 600 COME LASCERANNO L'ITALIA? A PIEDI CIRCOLANDO PER BARI?
La vicenda, intanto, fa insorgere la Lega che denuncia la mancanza di trasparenza e punta l'indice contro chi ha parlato di scalo tecnico.
«A parte i 100 minorenni che andranno al Cara di Brindisi e altri 100 destinati ai centri per il rimpatri di Roma, Miano e Gorizia, - incalza Fabio Romito - qualcuno ci deve dire che fine faranno i circa 600 migranti che saranno "invitati lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni" ai sensi dell'art. 14 della legge 286/98, come lo faranno? Qualcuno li accompagnerà ai cancelli del Porto, circoleranno liberamente per Bari per prendere il treno o saranno prelevati? Resta un mistero e l'amarezza per la mancanza della verità. E una spiegazione a tutto: lo scalo tecnico è stata una colossale presa in giro per alleggerire la pressione sulla Sicilia».