Coronavirus
È già allarme nelle scuole. Azzolina: evitare nuovo stop Il monito dei pediatri: «Noi senza strumenti»
I presidi chiedono di rivedere la responsabilità penale. In arrivo i banchi
ROMA - «Le scuole non vanno solo riaperte, dobbiamo fare in modo che poi non richiudano». La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina assicura che il 14 settembre «riprenderanno ufficialmente le lezioni». E chiede a tutti «responsabilità e consapevolezza».
E se i dati non saranno incoraggianti, uno dei timori è che l’anno scolastico potrebbe slittare, almeno in presenza, a dopo le elezioni. Ma si tratterebbe solo di un’estrema ratio. Certo è che in Francia e Germania le scuole hanno aperto ma poi richiuso. «C’è per forza un aumento del rischio» con 8,5 milioni di alunni che si ritrovano», fa notare il presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi) Antonello Giannelli.
Intanto i presidi, in attesa del pronunciamento del Comitato tecnico scientifico che si riunisce domani, si portano avanti e redigono un vademecum per l’inizio dell’anno scolastico che contiene anche le linee guida del Protocollo di sicurezza del ministero dell’Istruzione. Al suo interno c’è anche la previsione di un locale interno ad ogni scuola per l’accoglienza degli eventuali casi sintomatici di coronavirus. E, se dovessero verificarsi casi sospetti o contagi, Giannelli azzarda: «Bisognerà valutare la chiusura dell’istituto solo di concerto con l’autorità sanitaria, cioè la Asl, e dopo avere valutato le circostanze. Non ci possono essere regole generali né ci si può affidare esclusivamente a parametri numerici» .
Il nodo da sciogliere per il Cts e l’Iss è infatti proprio questo: cosa fare in caso di contagi, «che dobbiamo aspettarci», sostiene Giannelli. Ecco anche perchè la richiesta è quella di «rivedere la responsabilità penale imputabile ai dirigenti scolastici in relazione alla sicurezza sugli ambienti di lavoro. Il covid è equiparato a un incidente sul lavoro. Se il dirigente scolastico attua il protocollo sanitario allora non gli si deve imputare nulla - spiega - Non parliamo di scudo penale perchè quello fa riferimento a soggetti che hanno commesso reati, e i presidi non sono delinquenti o malfattori».
Nel vademecum si parla anche della mensa e della necessità di distribuire il servizio su più turni e di ricorrere eventualmente alla fornitura di pasti preconfezionati, della didattica a distanza se quella in presenza non potesse essere garantita, della regolamentazione degli intervalli di ricreazione, l’approvvigionamento di disinfettanti liquidi e l’uso delle mascherine. A tal proposito Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli insegnanti, chiede: «Sarebbe utile sapere se le mascherine per il personale della scuola e degli studenti, circa dieci milioni giorno, saranno fornite dall’amministrazione o se dovranno essere procurate da casa, come per la misurazione della temperatura».
Critica verso il ministero la segretaria della Cisl Scuola Maddalena Gissi: «Pretendiamo di avere le possibili ipotesi di soluzione che devono essere condivise con noi. Mancano ancora i dati relativi alla richiesta dei banchi, quanti ne sono stati richiesti e quando arriveranno, delle aule, ovvero quante ne servono e con quanto personale. Manca invece dal Cts anche lo studio dei casi». L’Sos banchi monoposto è lanciato anche dai presidi che chiedono certezza sui tempi di consegna ma il il Commissario straordinario per l’emergenza Covid 19, Domenico Arcuri rassicura: «saranno consegnati a partire dai primi giorni di settembre e fino al mese di ottobre nei diversi istituti scolastici italiani che ne hanno fatto richiesta».