Mario Conca, consigliere regionale e candidato governatore per “Cittadini pugliesi”, quale civismo ispira il suo percorso?
«Mi riconosco nell’impegno della società civile e mi rivolgo a quei cittadini che, come me, si ritrovano contro il sistema, che è caratterizzato da un mercimonio, con un radicato clientelismo. Da noi un milione e settecentomila pugliesi hanno scelto l’astensionismo alle regionali del 2015. Punto a convincere questo blocco per curarne gli interessi».
Che idea di Puglia la anima?
«Una Regione al servizio dei cittadini, non a danno dei pugliesi. A pochi interessa difendere i diritti della collettività. Chiedo, per esempio, da sempre di riportare le cucine delle mense negli ospedali e non più nei centri cottura: il cibo è parte della terapia. Spendiamo 45 milioni all’anno per pasti che per due terzi vengono buttati nelle immondizie… Poi bisognerebbe cedere agli assegnatari le case popolari, facendoli diventare proprietari, risparmiando così le risorse per la manutenzione da re-investire in plessi popolari da costruire».
La sanità è stata al centro del suo impegno in questi 5 anni.
«Rappresenta l’84% del bilancio e tocca la vita di tutti i pugliesi. Non funziona anche perché il governatore Emiliano ha sommato più deleghe, Sanità e Agricoltura, non occupandosene. Ha seguito i settori nei ritagli di tempo. Mi batterò per ridurre le liste d’attesa e per cancellare la mobilità passiva».
Cosa porta con se dell’esperienza 5S in questa candidatura autonoma?
«Tutte le relazioni umane con i cittadini, che prescindono dall’appartenenza politica ma sono fondate sulle criticità della Regione. Faccio fatica a trovare qualcosa che davvero funzioni da noi».
Ha sentito qualcuno dei suoi ex amici-portavoce grillini?
«Ci saranno attivisti che mi appoggeranno, votandomi in segreto, ma anche molti ex del Movimento sono con me».
I pentastellati si alleeranno con il tanto osteggiato Emiliano?
«Penso di no. Sarebbe un suicidio politico. Ma sono abituati a fare piroette, e quindi non lo escludo».
Come va con il senatore sovranista Gianluigi Paragone?
«Mi sta sostenendo e sarà con me in Puglia per la campagna elettorale a settembre».
Quante liste saranno al suo fianco?
«Quella dei “Cittadini pugliesi”, e una seconda lista di meridionalisti. Ho già 90 candidati».
Come porta avanti la campagna elettorale?
«Sono in giro per tanti comuni. Tengo incontri. A Conversano ho trovato 80 persone, sarò a Mola. Non mi fermo un minuto. Venerdì inauguro il comitato a Monopoli…».
Emiliano e Lopalco?
«Il governatore si è distinto per pressapochismo nell’agricoltura, nel lavoro e nel welfare. E la candidatura di Lopalco deve essere attenzionata dalla Procura, fa campagna elettorale con un incarico pubblico… Che sfacciataggine».
Il futuro dell’Ilva?
«L’acciaieria va nazionalizzata, chiusa, bonificata e riconvertita. Non può esistere il ricatto tra lavoro e morte. Arcelor è venuto qui solo a prendere il know-how e i clienti dei Riva».
Sulla Xylella?
«Si danno contributi sulle piante e sugli ettari. Mentre i terreni vanno manutenuti e coltivati. Purtroppo con Emiliano il batterio è arrivato alle porte di Bari. Bisogna tornare alle buone pratiche che non fanno attecchire la Xylella nel Nord Barese e nella Capitanata».
Tra Emiliano e Fitto chi butta giù dalla torre?
«Per me sono speculari, senza esprimere giudizi sulle persone».
Il suo slogan?
«“l coraggio di cambiare”, oltre destra e sinistra e oltre i vecchi partiti tradizionali».