La Basilicata ha fatto registrare nel 2019 una percentuale dell’11,80 per cento di abbandono scolastico, a fronte di una media nazionale del 13,5, mentre la percentuale dei Neet si è fermata al 26 per cento, più alta della media nazionale, pari al 23,2. Lo rivela il Report di Openpolis «Abbandono scolastico e neet: i rischi della povertà educativa per i giovani», curato con l’impresa sociale «Con i Bambini» nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, in base al quale in provincia di Potenza l’abbandono scolastico è stato del 14,9 per cento, quello dei Neet del 29,22. Meglio ha fatto la provincia di Matera, con un 13,47 di abbandono scolastico e il 29,07 per cento di Neet. Ma, numeri a parte, cosa intendiamo per abbandono scolastico? Quel fenomeno precoce che colpisce i giovani che lasciano gli studi con la sola licenza media, senza conseguire ulteriori titoli di studio o qualifiche professionali. Dal punto di vista del sistema educativo e dell’intera società, si tratta di un fallimento formativo. Per un giovane, infatti, lasciare gli studi prima del tempo significa avere più difficoltà nel trovare un’occupazione stabile. Quindi anche maggiori probabilità di ricadere nell’esclusione sociale e finire nella categoria dei Neet (Not in Education, Employment, Training). Con questo termine, invece, ci si riferisce a uomini e donne tra i 15 e 34 anni che non sono impegnati in percorsi di istruzione, in una formazione professionale o in una condizione lavorativa. Il tasso di Neet è stato adottato dall’Unione Europea come principale indicatore dello spreco delle energie e intelligenze delle nuove generazioni di un territorio. L’Italia vanta lo sconfortante primato in Europa per il numero di giovani in questa condizione. Oltre il 28 per cento di uomini e donne tra i 20 e 34 anni in Italia è infatti Neet, contro una media europea del 16,5 per cento (fonte Eurostat marzo 2020). Ma non è tutto, perché la crisi economica che si è creata in seguito al Covid-19 potrebbe acuire le difficoltà di giovani adulti che già per vari motivi erano esclusi dalla scuola e dal mondo del lavoro, come ha rimarcato anche un recente studio dell’Ilo. Tornando alla nostra regione, la Basilicata non può considerarsi immune dal fenomeno dell’abbandono, anche se la sua media è inferiore a quella nazionale e, peraltro, nel Sud fa meglio di tutte tranne il Molise. In merito ai Neet, invece, riferito che la nostra media è superiore a quella nazionale, nel confronto con le altre regioni del Mezzogiorno la Basilicata ha il tasso più basso. In realtà, è stato dimostrato che i due indicatori sono tra loro fortemente interconnessi. Vale a dire che ad un più alto abbandono scolastico, corrisponde anche una maggiore percentuale di Neet. Entrambi i dati, quindi, non possono certo farci brindare. L’obiettivo, infatti, non può non essere quello di aspirare ad abbassare così tanto i fenomeni descritti da competere non solo e non tanto con il resto d’Italia, quanto, soprattutto, con l’Europa. È questo l’obiettivo al quale le istituzioni lucane, non solo scolastiche, devono ambire per proiettare i nostri giovani nel contesto europeo, unico e vero agone scolastico-formativo e, in prospettiva, lavorativo, che conta.

Il dato regionale ormai supera di 3 punti la media nazionale. Sono meno, rispetto alla media nazionale, invece, i giovani che abbandonano la scuola precocemente
Lunedì 27 Luglio 2020, 10:18