BARI - Le persone detenute nel carcere di Bari hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, chiedendo, considerata la situazione di emergenza causata dall’epidemia coronavirus, «l'osservanza delle leggi esistenti per l’accesso ai benefici a coloro i quali rientrano nei termini e nei requisiti, escludendo la discrezionalità dei giudici che potrebbe creare differenze di applicazione tra i diversi tribunali di sorveglianza italiani».
I detenuti chiedono anche le «dimissioni immediate» del ministro Bonafede che «non ha mai prestato la giusta attenzione a quanto, sin dall’inizio del suo mandato gli era noto». «Nel corso di una visita alla Casa Circondariale di Bari - spiega il garante regionale dei detenuti, Piero Rossi - richiesta dagli stessi detenuti e svoltasi lo scorso 12 marzo 2020, abbiamo assunto l’impegno a rendere pubblica» la lettera. «La nota, manoscritta dai detenuti ristretti all’interno della prima sezione della Casa Circondariale di Bari, è di fatto - spiega Rossi - una protesta pacifica scritta, inerente al disagio carcerario da loro quotidianamente vissuto. I ristretti sono consapevoli del difficile momento che l’intera popolazione italiana sta vivendo a causa della diffusione del Virus Covid-19 e non intendono creare ulteriori situazioni di criticità, ma chiedono, una volta terminato questa situazione di crisi, di concentrare l’attenzione e di impegnarsi a risolvere le problematiche esistenti da decenni e che gravano sul sistema carcerario italiano. Condizioni che, in particolari situazioni di criticità, come le attuali, diventano insostenibili».