il bilancio
Coronavirus, «emergenza nazionale»: 3 vittime in Italia, oltre 150 contagi al Nord. Bari, falso allarme per 2 ragazzi
Sono risultati negativi i test su una coppia di 20enni provenienti da Lodi che presentavano sintomi sovrapponibili a quelli del N-Cov 19
È una emergenza nazionale, l'ha definita il premier Giuseppe Conte. Sono oltre 150 le persone positive al coronavirus in Italia. Lo ha detto il commissario Angelo Borrelli. «Fatti oltre 3mila tamponi, pronti a usare caserme e alberghì, precisa Borrelli. Gli ultimi dati indicano casi in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte. Tra quelli in Veneto ci sono due anziani a Venezia, 19 nel solo focolaio di Vò dove 8 cinesi sono negativi. Lo fa sapere il governatore Zaia che annuncia misure drastiche». Stop al Carnevale di Venezia: «Il provvedimento - ha proseguito Zaia - prevede lo stop di tutte le grandi manifestazioni dal Carnevale in giù come quelli ludici e sportivi su suolo privato e pubblico».
«L'ordinanza - ha detto - prevede la disinfezione dei treni regionali e non, la sanificazione di autobus e dei vaporetti a Venezia, ci sono anche raccomandazioni comportamentali per i cittadini, dal lavarsi mani a non avere rapporti ravvicinati tra persone. E’ chiaro che le manifestazioni in corso vanno ad esaurimento, perché svuotare una piazza porta problemi di ordine pubblico. Da stasera si va all’assenza totale, fiere comprese. Dopo di che - ha concluso Zaia - se il primo di marzo sarà necessario, l’ordinanza sarà reiterata». In Lombardia chiuse tutte le scuole e sospesi tutti gli eventi. Si fermano le università in Piemonte, Emilia, ma anche a Genova e in Friuli. In quarantena i migranti della Ocean Viking arrivati a Pozzallo. L'emergenza Coronavirus condiziona anche la serie A: rinviate 4 partite, si giocano solo Genoa-Lazio e Roma-Lecce.
20ENNI DA LODI A BARI CON FEBBRE: TEST NEGATIVI
I test effettuati al Policlinico di Bari sui pazienti che presentavano sintomi compatibili con N-COV 19 sono risultati negativi. Lo comunica il direttore del dipartimento salute della Regione Puglia, Vito Montanaro.
I due 20enni, originari della provincia di Bari, erano tornati in Puglia da Lodi dove lavorano. Entrambi hanno la febbre e sono arrivati in ospedale in ambulanza. E’ quindi escluso il contagio per i due giovani così come è stata confermata la diagnosi di negatività al virus per il militare 25enne salentino, in licenza da Treviso, ricoverato da ieri al Vito Fazzi di Lecce con febbre e tosse.
SALGONO A 3 LE VITTIME - Dopo l'anziano di 78 anni della provincia di Padova, deceduto la notte scorsa, un'altra anziana di 75 anni è morta in Lombardia, era una donna di CasalPusterlengo. Entrambi avevano patologie pregresse: l'uomo era ricoverato per una polmonite già da giorni, la donna è risultata positiva al virus ma aveva una serie di problematiche pregresse. La vittima del Padovano si chiamava Adriano Trevisan, 78 anni, era di Vò Euganeo. Ex titolare di una piccola impresa edile, Trevisan aveva tre figli, una delle quali, Vanessa, era stata sindaco di Vò.
La terza vittima è avvenuta nell’ospedale di Crema. Si tratta di Angela Denti Tarzia, 68enne originaria di Bagnolo Cremasco, vedova e con tre figli. La donna è deceduta all’ospedale di Crema, dove si trovava ricoverata dal 18 febbraio scorso. In precedenza, era stata ricoverata a lungo all’ospedale di Cremona.
DIPARTIMENTO SALUTE PUGLIA: NESSUN ALLARME - “Non c’è alcun allarme e alcuna psicosi ingiustificata in Puglia a seguito dei casi di COVID-19 in Lombardia e Veneto”. Lo dichiara il direttore del Dipartimento Politiche della Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro. “Tutti i possibili casi sospetti, anche quelli che non avevano nessun criterio epidemiologico e che hanno destato interesse da parte della stampa locale nelle ultime ore, sono passati al vaglio puntuale dei Dipartimenti di Prevenzione e del centro di riferimento per la diagnosi del nuovo Coronavirus. Si ribadisce che nessun contagiato è stato finora identificato a seguito di specifici accertamenti.
È indubbio che la segnalazione di casi confermati in Italia ha portato ad un innalzamento ulteriore del livello di sorveglianza e di attenzione da parte delle autorità sanitarie della regione. Ciò al fine di non sottovalutare alcun elemento di rischio. La Regione ha provveduto a rendere disponibili tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) per gli operatori sanitari di tutti i pronto soccorso e di tutte le strutture sanitarie. Inoltre, i DPI sono disponibili per tutti i Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta oltre che quelli degli Scap che dovessero essere chiamati a valutare eventuali pazienti sintomatici.
Sono state, infine, intraprese tutte le azioni per il tempestivo allineamento a quanto previsto dall’ordinanza del Ministero della Salute che, come è noto, prevede misure di sorveglianza attiva e di profilassi basate sulla tempestiva segnalazione alle autorità sanitarie, ai Dipartimenti di prevenzione, ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta di chi abbia fatto ingresso in Italia da meno di 14 giorni dal soggiorno in aree a rischio della Cina dove è in corso l’epidemia da nuovo coronavirus. Queste persone, per la salvaguardia della salute collettiva, sono invitate all’isolamento fiduciario a domicilio e a non violarlo concordando qualsiasi azione in accordo con i Dipartimenti di prevenzione territorialmente competenti, con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta. Non è altresì prevista l’esecuzione a tappeto di tamponi faringei per la verifica della presenza del nuovo coronavirus, come anche ribadito dal Ministero della salute, tranne in quei casi in cui le autorità sanitarie dovessero ravvisarne la necessità dopo attente e puntuali valutazioni”.
DECARO: PRONTI IN CASO DI CONTAGIO - «Stiamo già lavorando con la Regione Puglia sulla preparazione delle attività da fare nel caso ci sia un contagio. Spero non accada. Purtroppo è già accaduto in due regioni del Nord, spero non si diffonda nel resto del Paese». Così il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, parlando con i giornalisti oggi a margine della messa celebrata dal Papa, con la quale si è concluso nel capoluogo pugliese l'evento 'Mediterraneo frontiera di pacè. A Decaro i cronisti hanno chiesto un commento sulle richieste di alcuni cittadini che volevano fosse annullata la messa per evitare il rischio di contagio da Coronavirus.
«La gente ha paura, lo capisco - ha detto il sindaco - tutti noi ne abbiamo. Però ci sono delle disposizioni, delle prescrizioni che arrivano dalle autorità sanitarie competenti, quelle nazionali e regionali. Ci sono una circolare del ministero e un decreto legge, sono individuati i territori e le prescrizioni. Spero quelle prescrizioni non arrivino anche qui perché spero non si diffonda il virus».
«E' chiaro - ha concluso - che siamo pronti, e nel momento in cui saremo chiamati dalle autorità sanitarie, anche i sindaci che guidano le comunità faranno la loro parte».
EMILIANO: 'GUARDIA ALTISSIMA' - «Siamo con la guardia altissima» e la Puglia sta elaborando misure per affrontare una eventuale emergenza. Lo ha detto il governatore pugliese, Michele Emiliano, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se la Puglia si stesse attrezzando per far fronte a casi di Coronavirus. Emiliano ha sottolineato che «questo è un virus che rischia di sovrapporsi al virus dell’influenza attesa. Se anziché ammalarsi otto milioni di persone in Italia se ne ammalano 16, è chiaro che il sistema sanitario rischia di andare in tilt. Questo è il vero pericolo».
Per il governatore, «l'Italia ha fatto cose importanti, ha bloccato tutti i voli aerei dalla Cina, e adesso bisogna che ciascuno dei nostri concittadini, responsabilmente, se ha tenuto condotte rischiose, faccia molta attenzione e si controlli».
«Scatenare il panico è sbagliato - ha rilevato Emiliano - non è la peste ma un virus che siamo perfettamente in grado di fronteggiare con misure sensate che devono essere decise dalla presidenza del Consiglio dei ministri che ha dichiarato lo stato di emergenza, dalla Protezione civile e dal ministro della Sanità». «Noi - ha concluso - siamo pronti ad eseguire ogni ordine».
DAL CORONAVIRUS SI GUARISCE - In mezzo all'allarme arrivano comunque buone notizie sul fronte guarigione. Il cittadino cinese ricoverato a Roma allo Spallanzani per Coronavirus «è negativo al test ed è uscito dalla rianimazione da qualche giorno, ora è in reparto». È quanto emerge dal bollettino di oggi letto nel corso di una conferenza stampa. «La moglie è ancora in terapia intensiva, ma non è intubata, c'è ancora qualche problemino da risolvere. Nel giro di qualche giorno uscirà e andrà in reparto», hanno aggiunto i medici. Ottime notizie anche per il ricercatore ricoverato nei giorni scorsi, sempre a Roma, ormai persistentemente negativo ai test. È in via di dimissioni.