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Migranti, la Lega lancia l'allarme: «Bari rischia di diventare la nuova Lampedusa». Sasso: Francesi al lavoro nel Cara

 
Leonardo Petrocelli

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Leonardo Petrocelli

Migranti, la Lega lancia l'allarme: «Bari rischia di diventare la nuova Lampedusa»

Parla Rossano Sasso: il ministro chiarisca le incursioni al Cara di francesi e tedeschi

Sabato 25 Gennaio 2020, 14:39

27 Gennaio 2020, 14:36

Bari potrebbe diventare la nuova Lampedusa. Il grido d’allarme arriva dalla Lega e, in particolare, dal deputato barese Rossano Sasso: «La città rischia seriamente di divenire il nuovo hub per i flussi migratori proventi dell’Africa e aventi destinazione europea. Sempre più insistenti sono infatti le voci che danno il porto di Bari come sostituto di quello di Taranto e di quelli siciliani, per entità e numeri di immigrati. La notizia, se vera, sarebbe esplosiva e pericolosa».

Tecnicamente, gli Hub sono una sorta di evoluzione dei centri per richiedenti asilo (Cara) o centri di prima accoglienza (Cda). Individuati dalla tabella di marcia del Viminale e immaginati come grandi centri di smistamento a livello regionale e interregionale, intervengono nella fase di prima accoglienza, quella in cui si procede a un primo screening dei migranti che richiedono protezione. La congestione delle strutture siciliane e la fragilità di quelle tarantine - è il timore dei leghisti - potrebbero quindi suggerire di trasformare il Cara di Palese - di gran lunga tra i più attrezzati ed efficienti - in un grande centro di raccordo pronto ad intercettare i flussi. Da cui la protesta del Carroccio: «In una città già piena di problemi e in cui appena tre settimane fa sono stati arrestai 30 immigrati che avevano messo su bande criminali aventi come epicentro lo stesso Cara di Palese - insiste Sasso -, il governo pensa bene di far confluire migliaia e migliaia di migranti. Se accadrà quello che temo, il capoluogo sarà letteralmente invaso».

Contestualmente, c’è un altro nodo su cui il Carroccio chiede di far luce: la presenza di delegazioni straniere (in special modo quella francese) nelle strutture di accoglienza italiane e, in particolare, proprio nel Cara di Bari. Il pre-accordo europeo di Malta sulla gestione dei flussi, infatti, prevede la redistribuzione dei migranti fra Paesi europei, nonostante dall’Italia ne siano ripartiti solo 172 a fronte di migliaia di arrivi. Il sospetto è che i «cugini» d’Oltralpe abbiano avviato indagini conoscitive per capire quali e quanti migranti arruolare nel quadro dell’accordo. Sul punto, Sasso ha sollecitato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese con una interrogazione parlamentare rimasta, al momento, inevasa: «Attendo chiarimenti da un mese, spero che il ministro mi risponda - riprende Sasso -. In particolare chiedo cosa ci facciano la polizia francese e tedesca ogni mese all’interno del Cara di Bari e se è vero che siano presenti per scegliere, con delle vere e proprie audizioni, gli immigrati da ricollocare nei propri Paesi. Lasciando quelli ritenuti più turbolenti a Bari». Dunque, la traccia è doppia: da un lato il ruolo che il Cara di Bari potrebbe assumere nella gestione dei flussi, dall’altro il sospetto che francesi e tedeschi stiano avviando una sorta di selezione autonoma dei migliori migranti da integrare. A questo punto, la palla passa al Viminale.

LA NOTA DI ROSSANO SASSO (LEGA) - «Ho appreso che le audizioni degli immigrati da parte di funzionari francesi stanno proseguendo, la loro presenza è prevista per questo pomeriggio, ma nessuno sa spiegare i motivi. Dalla Prefettura mi hanno detto che hanno ricevuto disposizioni soltanto per disporre l’ingresso nella struttura militare di questi funzionari stranieri, e che non sono autorizzati a dire altro». Lo riferisce in una nota il deputato leghista Rossano Sasso (Lega), dopo una visita al Cara di Palese, alle porte di Bari, rilevando di non aver ricevuto risposta da «oltre un mese» a una interrogazione alla ministra Lamorgese, in cui chiedeva «se è vero che francesi e tedeschi vengano qui a scegliersi quali immigrati ricollocare nei propri Paesi. Stando ai numeri che mi sono stati forniti stamane, forse - prosegue - si può capire il perché: dei 700 immigrati sbarcati a Taranto negli ultimi 6 mesi e ospitati a Bari, appena 94 sono stati ricollocati tra Francia, Lussemburgo e Portogallo, gli altri sono ancora tutti qui. Evidentemente c'è qualche freno alla ricollocazione» e «il patto di Malta è un patto farlocco».
Sasso conclude tornando a stigmatizzare l’ipotesi che Bari diventi 'porto sicurò per gli sbarchi ong e un 'hub' il Cara di Palese, «una struttura dove appena un mese fa la magistratura ha smantellato una centrale della mafia nigeriana, arrestando 32 immigrati. Incredibile anche il silenzio da parte delle autorità politiche locali, in particolare del presidente Emiliano». Per Sasso, quella di un 'hub' è un’ipotesi che «prende sempre più piede": «Nessuna smentita alle mie affermazioni da parte di Prefettura e Viminale», afferma, temendo che così il numero degli immigrati possa «triplicare» a Bari.

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