Due transessuali baresi di 43 e 45 anni, di Bitonto, sono state fermate venerdì pomeriggio dalla polizia egiziana all'aeroporto di Sharm El Sheik e trattenute in camera di sicurezza in attesa di rimpatrio. Ufficialmente per problemi sui documenti, di fatto perché non graditi per il loro orientamento sessuale quindi si tratterebbe di un episodio di discriminazione.
Protagoniste della disavventura, Cosimo (Loredana) Corallo e Michele (Mikaeala) Sannicandro partiti venerdì mattina da Bari con un charter. Il fermo sarete avvenuto dopo le operazioni di sbarco e durante il completamento delle formalità del visto di ingresso nel paese egiziano: la polizia addetta ai controlli avrebbe immediatamente isolato le due transessuali portandoli fuori dalla fila e separandoli dal resto del gruppo.
Alla scena avrebbero assistito altri due amici con cui i due erano partiti che hanno denunciato l'episodio e hanno dato l'allarme informando la famiglia. Agli amici sarebbe stato impedito ogni tipo di contatto con i due fermati e, dalle poche informazioni trapelate anche attraverso il consolato, si è appreso che le due trans sarebbero state rimpatriate perchè ufficialmente «respinte».
DOCUMENTI NON COINCIDONO CON I VOLTI
La Polizia egiziana avrebbe contestato la difformità tra la foto sui documenti e il volto, così come conferma il legale della famiglia che ha contattato l'ambasciata avendo rassicurazioni sul trattamento ricevuto e senza alcun problema di vitto e alloggio. L'Ambasciata d’Italia al Cairo, in stretto d’accordo con la Farnesina, si è immediatamente attivata e ha contattatole autorità locali e le connazionali, bloccate all’aeroporto di Sharm El Sheik, per prestare loro ogni possibile assistenza e agevolarne il rientro in Italia.
Resta la certezza che le due trans sono partite dall'Italia con documenti considerati regolari, quanto meno per i paesi dell'Area Schengen. Le due sono ripartite da Sharm sabato pomeriggio con un volo diretto a Bologna; da lì poi il rientro a Bari.
Da quanto si è appreso non si tratterebbe dell'unico episodio di intolleranza da parte delle autorità egiziane: nei giorni scorsi, una trans napoletana sarebbe stata addirittura picchiata dagli agenti e ingiuriata.
ARCIGAY: SUBITO LEGGE SUI DOCUMENTI
«Questa storia dimostra l’emergenza e l'urgenza di una legge. La richiesta principale è che le persone transessuali ottengano il cambio di documento già all’inizio del percorso di cambio di sesso». Lo dichiara la presidente di Arcigay Bari, Valentina VigilaroLO la quale spiega che «oggi siamo in un limbo legislativo perché è un giudice a stabilire il cambio di documento è possono volerci anni e noi chiediamo che la procedura consenta subito il cambio di documento». La sorella di una delle due donne, riferisce Vigliarolo, «si è rivolta ad Arcigay e l’associazione sta ora valutando la situazione con i propri legali».
ARMIGERO (LGBT): DIRITTI NON SONO CAPRICCI
Una vicenda come questa è la dimostrazione che i diritti non sono un capriccio, una cosa astratta, sono sì una cosa ideale ma con risvolti pratici e rilevanti nelle cose di tutti i giorni». Così Leoluca Armigero, attivista Lgbt dell’associazione Mixed di Bari, commenta quello che è accaduto a due donne transessuali di Bitonto.
"I diritti che a qualcuno sembrano aria fritta - aggiunge - sono di fondamentale importanza pratica nella vita quotidiana perché, per esempio in questo caso, la vacanza di queste due persone, due donne transessuali, è diventata un incubo. Se non garantiamo documenti e diritti alle persone transessuali non siamo diversi da Paesi come l’Egitto».
L'ARRIVO IN ITALIA - Sono arrivate a Bologna, dove trascorreranno la notte prima di rientrare a Bitonto, Mikaela Sannicandro e Loredana Corallo, le due trans pugliesi alle quali è stato impedito l’ingresso a Sharm El Sheik. Lo si apprende da Ivana Sannicandro, sorella di Mikaela. «Ho parlato con mia sorella - ha affermato - non hanno subito violenze fisiche, ma mi ha detto che la polizia egiziana non ha permesso di ricevere il cibo che aveva inviato loro il tour operator. Ma per adesso l'importante è che siano tornate a casa».