Arresti e perquisizioni sono state compiute dai carabinieri nei confronti di pregiudicati di Barletta e Manfredonia, ritenuti responsabili di associazione finalizzata al traffico internazionale di ingenti quantità di cocaina provenienti dall'Olanda. Le misure cautelari sono state disposte dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a seguito di indagini svolte dalla Compagnia Carabinieri di Barletta.
L'indagine è strettamente collegata con l'omicidio del manfredoniano Saverio Tucci, ucciso ad Amsterdam il 10 ottobre del 2017 e col quadruplice omicidio di Apricena-San Marco in Lamis del 9 agosto 2017, che provocò la tragica morte anche dei fratelli Luciani che furono eliminati perchè testimoni involontari di un agguato.
Importavano 30 chili a settimana di cocaina colombiana dall’Olanda che, passando per Manfredonia (Foggia), riforniva le piazze di spaccio di Barletta (Bat), Bari tramite il clan Di Cosola e di altre regioni italiane. Nei confronti di sette persone di Manfredonia e Barletta sono in esecuzione arresti da parte dei Carabinieri, su disposizione della Dda di Bari, quattro in carcere e tre ai domiciliari, per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga. A capo dell’organizzazione barlettana c'era il 52enne Ruggiero Disalvo, vicino al clan Li Bergolis. Il suo principale fornitore di cocaina era il pregiudicato manfredoniano Saverio Tucci, ucciso ad Amsterdam nell’ottobre 2017 e ritenuto tra gli organizzatori del quadruplice omicidio di San Marco in Lamis di cui domani ricorre il secondo anniversario, nel quale oltre al boss Mario Luciano Romito e suo cognato Matteo De Palma, furono uccisi per errore due contadini innocenti, i fratelli Aurelio e Luigi Luciani, testimoni oculari dell’agguato. I fatti contestati dai pm della Dda di Bari Ettore Cardinali, Giuseppe Gatti e Giuseppe Maralfa, si riferiscono agli anni 2015-2017.
Tucci, che viveva in Olanda e teneva i contatti con i narcotrafficanti colombiani, voleva impossessarsi della gestione del traffico di droga sul Gargano e per fare questo aveva deciso di uccidere il boss Romito. Le indagini, sul delitto e sul traffico di droga, hanno ottenuto il contributo delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Carlo Magno, arrestato nel gennaio scorso e auto-accusatosi dell’omicidio Tucci. È stato lui a rivelare i contatti tra Tucci e il gruppo di Barletta, di cui lui stesso era tramite. I suoi principali contatti in Puglia erano Giuseppe Bergantino di Manfredonia (destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari e allo stato ricercato) e Ruggiero Disalvo di Barletta, finito in carcere con altre tre persone, Antonio Diaferia, Pasquale Dico e Cosimo Damiano Vairo, incaricato di trasportare la droga grazie alla copertura della sua attività imprenditoriale di commercio di auto usate dalla Germania. Agli arresti domiciliari si trovano invece la moglie e il genero di Disalvo, Maria Lamacchia, che teneva i contatti con i narcotrafficanti durante la detenzione del marito, e Roberto Sarcina.
Le indagini degli ultimi anni sulla mafia garganica - hanno spiegato gli inquirenti - hanno rivelato il «salto di qualità" di questa organizzazione criminale, che ha assunto un «ruolo leader nel traffico internazionale di droga», importando marijuana dall’Albania e cocaina dall’Olanda.