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Foggia, due ex presidenti Istituto Zooprofilattico risarciranno 1mln di euro

Foggia, due ex presidenti Istituto Zooprofilattico risarciranno 1mln di euro

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Istituto Zooprofilattico Foggia: 1mln di euro di danno erariale, condannati 2 ex presidenti

La Corte dei Conti ha condannato Felice Scarano e il successore Giuseppe Valerio

Lunedì 05 Agosto 2019, 14:07

15:34

Per quasi 24 anni è stato il padre padrone dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Foggia. Ora l’ex presidente Felice Scarano, dimissionato dall’ex governatore Nichi Vendola, dovrà pagare i danni alla Regione. La Corte dei conti lo ha condannato, insieme al suo successore Giuseppe Valerio e a tre dirigenti, a risarcire un milione di euro per la gestione dell’anagrafe informatica degli animali e dell’osservatore epidemiologico veterinario regionale.

I giudici contabili sono intervenuti a seguito dell’esposto presentato dai nuovi vertici, che avevano rilevato proprio l’enorme costo dell’affidamento del servizio a una società esterna, il Centro servizi Pitagora in cui, è emerso, lavoravano anche numerosi parenti di dirigenti e dipendenti dell’Izs. I due servizi venivano pagati dalla Regione (per l’archivio informatico era prevista ad esempio una spesa di mezzo miliardo di lire l’anno) sulla base dei costi determinati in una convenzione che risaliva addirittura al 1998 e che prevedeva - in un arco temporale di cinque anni - che l’Izs internalizzasse la gestione. «Fatto è, tuttavia, che l’Istituto, alla scadenza delle convenzioni - scrivono i giudici contabili -, nel 2004 si trovava ancora nelle condizioni iniziali di incapacità tecnica di gestire le attività in questione».

Dieci anni dopo, nel 2015, il nuovo direttore generale e il nuovo direttore amministrativo «hanno posto in essere un effettivo controllo della gestione di dette attività, rilevandone l’obsolescenza tecnica e l’eccessivo costo». È bastato acquistare un nuovo software per poi gestire l’anagrafe informatica con due sole unità di personale a tempo determinato. È per questo che la Procura della Corte dei conti ha contestato una spesa inutile di 3,5 milioni di euro, pari alle somme che la Regione ha trasferito fin dal 2004 (data di scadenza della seconda convenzione).

I due presidenti, «per il ruolo di vertice dell’Istituto, hanno assunto la decisione di prorogare per oltre un decennio la convenzione in assenza di ogni presupposto di legge», è detto in sentenza, mentre i tre dirigenti «altrettanto consapevoli dell’illegittimità dei provvedimenti emessi, hanno assecondato la volontà dell’Organo di vertice, senza nulla opporre a tutela della corretta e proficua gestione del denaro pubblico». A loro è stato contestato il dolo, perché avrebbero tenuto nascosto alla Regione che le convenzioni con la società esterna erano effettivamente scadute da lungo tempo. Tuttavia i giudici (presidente facente funzione Raeli) hanno tenuto conto del fatto che, in quegli anni, il servizio è stato comunque garantito. Per questo il danno è stato ridotto da 3,4 a un milione di euro, di cui 300mila euro a testa dovranno essere risarciti dai due ex presidenti e 400mila euro complessivamente dai tre dirigenti

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