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I «furbetti del cartellino» di Molfetta e Monopoli stanno risarcendo la Asl

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Monopoli, furbetti del cartellino in ospedale: 13 arresti e 30 indagati

Dopo gli arresti i medici provano a evitare le accuse della Corte dei conti

Martedì 30 Luglio 2019, 11:50

BARI - Si parte da qualche centinaio di euro. Al massimo si arriva ad alcune migliaia. Sono le somme che, in base alle indagini delle Procure di Bari e Trani, i medici e gli altri dipendenti «furbetti» degli ospedali di Monopoli e Molfetta avrebbero «rubato» alle casse della Asl allontanandosi dal posto di lavoro. Somme che molti di loro hanno deciso di restituire.

Negli ultimi giorni, infatti, alcuni degli indagati che hanno ricevuto misure cautelari (si va dall’arresto ai domiciliari fino all’interdizione o all’obbligo di dimora) stanno restituendo alla Asl somme pari al doppio di quelle che, secondo l’accusa, sarebbero state ottenute falsificando le presenze in servizio. Non si tratta, però, di ammissioni di responsabilità, ma di tattiche difensive mirate a far venir meno le esigenze cautelari e - allo stesso tempo - a evitare i procedimenti della Corte dei conti. La scelta di restituire il doppio dell’importo è, infatti, collegata ad una impostazione giurisprudenziale che valuta il danno di immagine causato nei confronti dell’azienda sanitaria proprio nel doppio del danno cagionato alle sue casse.

Ma il bonifico non basterà a evitare i procedimenti disciplinari che, in base all’ultima riforma introdotta dal decreto Madia, prevedono come unica sanzione il licenziamento. La Asl è partita con quelli che riguardano i «furbetti» di Molfetta. L’indagine della pm Silvia Curione della Procura di Trani, indagine condotta dalla tenenza di Molfetta della Finanza, è partita con 43 indagati (40 dipendenti della Asl di Bari, due della Asl di Foggia e un esterno) e si è poi «assottigliata» con 13 archiviazioni. La Procura, su richiesta del dg Antonio Sanguedolce, ha trasmesso gli atti alla Asl che li ha girati all’ufficio procedimenti disciplinari guidato dal presidente Vincenzo De Filippis. Le persone coinvolte, lo prevede la legge, verranno ascoltate tra giovedì e venerdì, dopodiché verranno emessi i provvedimenti che andranno poi recepiti con delibere del direttore generale. La legge impone tempi rapidissimi (30 giorni) e, in caso di «furbetti del cartellino», non prevede nessuna possibilità di sanzioni graduate. Gli interessati potranno ovviamente rivolgersi al giudice del Lavoro, ma - a differenza di quanto accadeva prima - non è più necessario attendere la conclusione del procedimento penale.

Dopo aver esaminato le posizioni dei dipendenti dell’ospedale di Molfetta, si passerà a quelli di Monopoli. L’indagine del pm Chiara Giordano (Procura di Bari) ha portato il 18 luglio a 13 misure di arresti domiciliari e altri 20 obblighi di dimora a carico soprattutto di medici e dipendenti del «San Giacomo». Venerdì scorso il gip Antonella Cafagna ha disposto la revoca dei domiciliari nei confronti del primario di ostetricia, Sabino Santamato (avvocato Michele Laforgia), che ieri ha chiesto la riammissione in servizio su cui la Asl si pronuncerà a brevissimo dopo aver consultato i propri legali. Tutte le persone arrestate sono infatti state sospese (per i medici è scattata anche la sospensione da parte dell’Ordine), come prescrive la legge, anche in attesa del procedimento di sciplinare. Va detto però che una parte dei medici e degli altri dipendenti del «San Giacomo» ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame: i giudici dovrebbero pronunciarsi la prossima settimana.

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