L’evoluzione della Puglia vista attraverso il rapido cambiamento delle sue infrastrutture strategiche. Aeroporti di Puglia, guidata dal professor Tiziano Onesti (che ricopre la carica di presidente di Trenitalia, ma senza deleghe operative), rappresenta una delle realtà più importanti per la valorizzazione del territorio, del capitale umano dei pugliesi e traccia una linea di contaminazioni dove le scelte strategiche dell’azienda creano straordinarie convergenze con il mondo dell’arte e dell’innovazione. Il manager romano - che è l’archetipo del dirigente apicale delineato dall’economista Marianna Mazzucato ne Lo stato innovatore (Laterza) - ha fatto il punto sui due anni di presidenza di Adp e sulla road map per il futuro con La Gazzetta del Mezzogiorno.
Professore, è possibile già fare un bilancio della sua esperienza di presidente di Aeroporti di Puglia?
«Dal primo trimestre del 2017, con i componenti del CdA Antonio Vasile e Beatrice Lucarella, abbiamo dato vita ad un gioco di squadra che ha rilanciato le nostre infrastrutture aeroportuali, generando ricchezza che si sedimenta, al servizio della comunità, del territorio, della Regione e delle aree circostanti del Sud Est come la Basilicata, anche oltre Matera 2019, la Campania irpina, il Molise e il Nord della Calabria».
Il presidente Sergio Mattarella ha più volte richiamato il valore sociale della mobilità.
«Siamo grati al Presidente della Repubblica, perché seguiamo la sua linea, ovvero consideriamo la mobilità come un aspetto decisivo per non lasciar nessuno indietro e non emarginare popolazioni e territori».
Come è cresciuta la rete aeroportuale regionale?
«Abbiamo quattro aeroporti: Bari e Brindisi sono più attivi sui voli commerciali, con infrastrutture di elevata capacità ricettiva e potenziale disponibile, di assoluta bellezza e freschezza. Sono spazi baciati dai colori e dalla luce mediterranea, come ci ha confermato Lidia Bastianich, famosa chef, recentemente nostra ospite. I numeri parlano chiaro: nel 2016 avevamo 6 milioni di passeggeri, nel 2018 siamo oltre i 7 milioni e mezzo, con dati di crescita sull’internazionale che segnano riscontri anche di oltre il 20%. Siamo in linea con il piano strategico».
A cosa si riferisce?
«L’avvento di altri mezzi di comunicazione condivisi, fa sì che vi sia una concorrenza molto accesa. Tutto il nostro sviluppo sta sulla parte internazionale e su traffico che una volta si definiva medio raggio e che, invece, oggi viene chiamato – non a caso – corto raggio, e questa espressione non si riferisce al mercato italiano, ma a quello europeo. Nel futuro assisteremo sempre più ad una mobilità integrata e interconnessa, dove i mezzi di trasporto condivisi comunicano tra loro, sono uniti per garantire appunto la mobilità delle persone e la vicinanza dei territori».
Torniamo alla rete…
«Abbiamo anche gli scali di Foggia e Grottaglie. Al Gino Lisa abbiamo avuto il riconoscimento di Servizio di Interesse Economico Generale, e stiamo lavorando per il prolungamento della pista per la base logistica della Protezione Civile e per migliorare l’accessibilità del territorio foggiano».
Lo spazioporto di Grottaglie trampolino verso il futuro?
«In quell’aeroporto esaltiamo una prevalente vocazione industriale, con la pista più lunga dell’Italia meridionale, compatibile anche con i voli commerciali. Lì stiamo investendo per l’ammodernamento delle infrastrutture necessarie per i test dei droni e per la sperimentazione delle più importanti imprese dell’aerospazio, italiane ed estere, in sinergia con il Distretto Tecnologico Aerospaziale e con la globale Leonardo».
Poi ci sono i voli suborbitali.
«Grottaglie ha una storia quale catalizzatore per applicazioni e progetti legati all’economia spaziale come per i droni, iperdroni e satelliti e adesso, con la sua designazione a unico spazioporto italiano, infrastruttura strategica nazionale, anche per i voli suborbitali di persone e merci».
I droni testati a Grottaglie possono avere utilizzi anche nel mondo della produzione…
«L’ultima frontiera (ma non è l’unica) che stiamo percorrendo in accordo con l’azionista è l’uso della nostra infrastruttura nella c.d. agricoltura di precisione, mettendo insieme il mondo della ricerca (Università in primis), della sperimentazione e dell’industria, ottimizzando al meglio gli spazi fisici esistenti».
Collegamenti e voli. Non solo turismo…
«Nel nostro piano industriale dal 2019 al 2028 abbiamo usato un metodo che potremmo definire di condivisione sociale: abbiamo chiamato gli stakeholder per raccogliere istanze e suggestioni, dialogando con università, politica e imprese. Non abbiamo ormai il turismo solo a luglio e agosto, ma agevoliamo l’internazionalizzazione: i nostri imprenditori si possono far conoscere nel mondo partendo da qui, da aeroporti ecosostenibili, fondando aziende che molto spesso sono più note all’estero che in Italia».
La quotazione in Borsa. Una opportunità per Adp e per la Regione Puglia?
«Le aziende valgono non perché sono belle per gli immobili o gli impianti che hanno, ma per il capitale umano e i valori che trasmettono. I numeri del 2018 sono stati eccellenti: cento milioni di valore di produzione, con margine lordo di circa il 20%, e un risultato netto sopra i 3,5milioni, con una crescita del 54%. I ricavi nel 2018 sono cresciuti del 12%, i passeggeri circa dell’8% dal 2017, con un margine che cresce di poco meno del 30% grazie ad una economia e ad una efficienza interna. Abbiamo ottenuto un finanziamento dalle banche con un percorso competitivo, per avere autosufficienza economica e finanziaria: se un mercato finanziario con un pool di cinque banche accredita un credito massimo fino a 60 milioni per sviluppo del business, infrastrutture e collegamenti aerei, significa che c’è una rating positivo per l’azienda, riconoscendoci - con una concessione che scade nel 2043 - capacità di rimborso e solidità economico patrimoniale di lungo periodo. Il governatore Michele Emiliano alla presentazione del Piano strategico di poco meno di due mesi fa ha confermato di pensare ad una nostra quotazione in borsa: è una grande sfida le cui modalità saranno scelte dalla Regione. Per questo, per dare cioè un segno di massima libertà all’azionista per una decisione strategica così importante, sentiti anche i colleghi del consiglio, riteniamo di mettere a disposizione il nostro mandato all’azionista. Con la quotazione si valorizzano gli asset e l’organizzazione, le risorse rivenienti possono essere destinate ad altre finalità di ricaduta sul territorio: AdP ha la potenzialità per diventare la prima public company pugliese. A noi sta il compito di condurre l’azienda nella maniera migliore possibile. E intanto abbiamo aderito al programma Elite di Borsa Italiana».
Il management di AdP ha dedicato anche molta attenzione alle buone pratiche.
«Siamo passati da 200 affidamenti diretti a meno di 40. Tutto grazie a processi innovativi di valutazione della componente umana presente in azienda. Siamo attrattivi anche per professionalità specifiche di grande valore ed essenziali per uno sviluppo equilibrato dell’organizzazione. L’attenzione per la macchina organizzativa è massima, tutti siamo consapevoli che il sistema è di qualità se ciascuno di noi porta avanti il suo lavoro con gli altri in uno spirito di confronto sano e costruttivo. Si vince tutti insieme. I nostri dirigenti condividono le migliori pratiche per il procurement anche con altre aziende pubbliche leader. Certo, ci sono stati momenti difficili e non privi di dolore, ma questo accade in tutte le organizzazioni complesse e AdP è sicuramente un’azienda complessa».
Gli spazi aeroportuali che evoluzione avranno secondo la filosofia aziendale?
«Gli aeroporti solitamente vengono ritenuti quasi “non-luoghi”; in realtà essi sono vere vetrine dell’eccellenza di un territorio, luogo di scambio e di conoscenza. Sono spazi dove passano ogni giorno oltre 20mila passeggeri. Inoltre, in linea i vincoli che ci siamo posti quale impresa socialmente responsabile, abbiamo scelto di dare un sensibile supporto alla cultura. Nell’aeroporto di Bari sistemeremo presto, grazie ad un accordo con il sindaco di Bari Antonio Decaro, la Carboniera di Jannis Kounellis - che ho avuto l’onore di conoscere personalmente e di avere con lui uno scambio appassionato sulla sua visione dell’arte di liberare ed esaltare la dignità umana ad ogni livello sociale, l’arte bene comune non elitario -, e attraverso l’arte accrescere il wellness aziendale per mezzo di una costante educazione alla bellezza. La stessa sensibilità ci ha guidato nella realizzazione della «nuova executive lounge», con una procedura competitiva che ha visto la società vincitrice, la Gaudio Spaziodesign di Molfetta scelta da una commissione presieduta dal direttore artistico dell’American Academy di Roma, Peter Benson Miller».
Adp è anche vicina al Teatro Petruzzelli e al Festival della Valle d’Itria.
«Lo facciamo con la cognizione che siano contenitori d’eccellenza artistica capaci di attrarre un turismo internazionale di altissima qualità, che volentieri assume il ruolo di ambasciatore della capacità di accoglienza della nostra terra».
Quale orizzonte per i rapporti con la Russia?
«Siamo passati da due a sette voli da Bari per Mosca. Sono sempre pieni, grazie all’aver creduto in una visione che ha consentito di avvicinare la comunità religiosa russa alla spiritualità amata di San Nicola di Bari».
Sorprende anche l’attenzione per i “piccoli viaggiatori”.
«Ai bimbi abbiamo dedicato una iniziativa originale: tutti i piccoli in partenza da Bari e Brindisi ricevono un librino ricco di disegni da colorare, realizzato in esclusiva per AdP su intuizione di Fiorella e Maria Elena Congedo: si tratta dei «Trullalleri», che richiamando i nostri trulli, lasciano ai bambini un ricordo della Puglia e delle sue meraviglie di Alberobello. Così come occorre ricordare lo spazio ludico loro dedicato in area partenze e il progetto per bambini autistici per il quale AdP ha avviato la sperimentazione in campo nazionale».
I prossimi obiettivi?
«Ci confrontiamo sempre con azionista ed Enac. Ci deve essere equilibrio tra crescita infrastrutturale e crescita commerciale. Gli aeroporti gestiti da AdP saranno oggetto di importanti interventi di miglioria e di ampliamento. Il nostro piano prevede di raggiungere i 10-12 milioni di passeggeri nel 2028. Una cosa ci fa riflettere molto: abbiamo realizzato nel 2018 quello che il piano Enac prospettava per noi nel 2022. Dobbiamo programmare tenendo conto che la mobilità interna avverrà prevalentemente con l’alta velocità ferroviaria: investiremo sul «nuovo corto raggio», ovvero sui collegamenti con l’Europa e sulle sinergie con i principali hub internazionali. Poi guardiamo ai collegamenti intercontinentali: con il Nord America e gli Usa, con il Medio Oriente e l’estremo Oriente, con la Cina per una doppia valenza legata al turismo e alla possibilità di sostenere l’export».
Nella sua esperienza di manager in Puglia, si percepisce una originalissima connessione sentimentale con questa terra.
«Sono venuto qui giovanissimo, da borsista de La Sapienza, ad un convegno nella Facoltà di Economia dell’Università di Bari nel 1988 (portavo un contributo sulla capacità di innovare dell’impresa, non solo quella di grandi dimensioni). Poi sono diventato associato all’Università di Lecce (oggi Salento) nel 1992, poi a Bari da ordinario destinato a all’università di Foggia dove sono rimasto fino al 2002. I miei allievi sono tutti pugliesi; ho puntato sempre a valorizzare la persona sulla base del merito e dell’etica, sul rispetto per gli altri quale primo valore imprescindibile su cui costruire rapporti e carriere. Il legame con questa terra riesco a mantenerlo anche grazie ad un insegnamento attuale presso lUniversità di Bari, con tanti miei studenti-laureandi, e una proficua collaborazione con i miei colleghi dell’Ateneo barese e non solo. Quando il presidente Emiliano mi ha chiamato per chiedermi una disponibilità ad assumere la carica di presidente di AdP ero in una masseria a Otranto, sulla Baia dei Turchi, pensai ad un possibile scherzo, o al solito governatore che mi chiama per i treni, in realtà… Il Salento è un mio luogo dell’anima».