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«Six underground», Michael Bay si congeda da Taranto: «Esperienza fantastica»»

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

«Six underground», a Tarantoi 150mila euro del film Netflix

Concluse le riprese dell’action movie «six underground» nel capoluogo ionico. Il regista: nella trama, la voglia di cambiamento

Domenica 07 Ottobre 2018, 12:16

13:14

TARANTO - «Girare il mio film in Italia si è rivelata un’esperienza fantastica. Nel vostro Paese c’è gente unica, che sta partecipando in modo integrante alla realizzazione della pellicola Six Underground. Taranto ne è stata la dimostrazione, col suo migliaio di figuranti che ho buttato per la prima volta davanti alla macchina da presa. Loro hanno risposto in modo egregio, mettendoci l’anima. Li ringrazio perché ogni contributo è stato prezioso nella storia di quest’opera». I complimenti al capoluogo jonico come debuttante di un set hollywoodiano, giungono attraverso la Gazzetta dal maestro dell’action movie Michael Bay. Il regista statunitense, firma di «manifesti» del cinema come Armageddon, The Rock e Pearl Harbor, che ha diretto star del valore di Bruce Willis, Sean Connery e Ben Affleck, ha portato a Taranto un pezzo pesante dell’industria del grande schermo con cinquecento maestranze.

Per i dieci giorni di riprese il capoluogo jonico si è trasformato in un set a cielo aperto, caratterizzato dai ciak spettacolari della produzione più costosa mai messa in campo da Netflix. Il titano dello streaming, che distribuirà la pellicola nel 2019, ha finanziato Six Underground con 150 milioni di dollari. Una cifra indispensabile per mettere in piedi una trama spettacolare, caratterizzata da inseguimenti automobilistici vertiginosi (con duecento mezzi esplosi), effetti speciali, riprese da terra e dall’alto con droni, fly cam ed un elicottero radente, che ha sfiorato il ponte girevole simbolo di Taranto, con il Canale Navigabile ed il Castello Aragonese, alla cui banchina attraccava il lussuoso yacht Kismet. Ormeggiato per una settimana all’antico maniero, fittato dalla produzione per un milione di dollari, il prodotto del «Paperone» pakistano Shaid Khan ha rappresentato l’attrazione di cittadini e turisti che attraverso i post social ha fatto il giro del mondo.
Il panfilo lungo 95 metri (che oggi riparte dallo Jonio) nel film di Bay è il simbolo dell’opulenza sanguinaria dell’inventato stato del Turgistan, guidato dal dittatore Alimov (l’attore ex soldato istraeliano Lior Raz), oggetto delle proteste di un popolo mediorentale, nelle pellicola inneggiante (attraverso le comparse scritturate) alla libertà. «Il mio film lancia un messaggio politico contemporaneo? No - risponde Bay alla Gazzetta dopo l’ultimo ciak in mare oltre la mezzanotte dell’altroieri - ma è una dichiarazione sociale, perché la gente vuole cambiare il mondo, ma non sa come farlo. Allora la mia pellicola, tra divertimento e violenza, offre una soluzione attraverso i sei eroi che, fingendosi morti, attuano un piano per salvare questa terra in pericolo».

La star Ryan Reynolds guida il sestetto della salvezza, assieme a Mélanie Laurent, Dave Franco, Adria Arjona, Corey Hawkins e Manuel Garcia-Rulfo. Quest’ultimo, l’interprete di Vasquez nel remake de I Magnifici 7, è stato il protagonista di una scena che ha tolto il fiato ai tarantini. L’attore messicano, armato di pistola, attraversa ferito un’ala del ponte girevole in movimento, a dodici metri dall’acqua, puntando minaccioso sul Kismet dov’è in corso il party dello scandalo politico-finanziario. È questo uno degli indizi della trama sceneggiata dagli autori di DeadpoolRhett Reese e Paul Wernick che dopo la riprese fiorentine, «dove ho coinvolto orgogliosamente la gente ed i musei», ha toccato Taranto, «con i suoi fascinosi contrasti - dichiara Bay - come la fabbrica, i due mari, il porto, la fortezza e l’antico borgo che, raccolti in uno spazio così piccolo, nel film possono sembrare tante parti diverse del mondo».

Ammettendo che il soggetto non si ispira ai potenti di oggi del Pianeta, «ma trae spunto dalla realtà che poi nella pellicola passa sotto la finzione», il regista di Los Angeles che ha stravolto i tarantini (tra i pochi disagi logistici e le moltissime emozioni) assicura che la sua opera renderà giustizia alle bellezze della cittadina jonica che nella realtà «resiste» come il popolo del Turgistan sotto i fumi di quell’Ilva il cui paradosso o salute o lavoro sciocca Michael Bay: «È assurdo - dice il padre della saga Transformers - che un’industria così invasiva sia attaccata alla città. Fare un film su questo dramma? Chissà… ». Bay sorride e fa la sua promessa: «Questo lungometraggio piacerà, anche ai tarantini, che sono stati fantastici». Dopo Six Underground, il mondo cinematografico mantiene le sue attenzioni sulla Puglia e sulla confinante Basilicata. Le due ragioni potrebbero essere infatti coinvolte nel 2019 dalla riprese italiane della serie sull’Impero romano The Caesars, che ha tra gli autori e produttori Martin Scorsese. 

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