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Mare, inquinati 7 siti vicino a torrenti in Puglia

 
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marina di Castro

Tra queste la foce del torrente Candelaro a Manfredonia (Foggia), la foce di Posticeddu sul litorale di Apani a Brindisi, il canale Reale a Torre Guaceto (Brindisi), il canale di scarico di Marina di Leuca, la foce del fiume Ostone a Marina di Lizzano

Mercoledì 25 Luglio 2018, 15:31

26 Luglio 2018, 17:30

BARI - Sette località balneari in Puglia sulle 29 monitorate presentano acque inquinate e cinque di queste «fortemente inquinate». È l’esito del monitoraggio eseguito tra il 17 e il 20 luglio 2018 da Goletta Verde, la campagna di Legambiente sullo stato di salute delle coste. Il 99,7% delle acque balneari pugliesi - ha sottolineato Arpa Puglia - ha una qualità ritenuta «eccellente».

Le acque risultate fuori dai limiti di legge, tutte in prossimità di canali e foci che riversano in mare scarichi non adeguatamente depurati, sono la foce del torrente Candelaro a Manfredonia (Foggia), la foce di Posticeddu sul litorale di Apani a Brindisi, il canale Reale a Torre Guaceto (Brindisi), il canale di scarico di Marina di Leuca, la foce del fiume Ostone a Marina di Lizzano (tutte fortemente inquinate); sono inquinate la foce del fiume Chidro a San Pietro in Bevagna (Taranto) e la litoranea di Ponente a Barletta. Tutti i campionamenti effettuati in provincia di Bari, da Molfetta a Monopoli, sono risultati «entro i limiti». I dati sono stati presentati questa mattina dal presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini, dalla portavoce di Goletta Verde, Katiuscia Eroe, alla presenza del dg Arpa Puglia, Vito Bruno, dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Giannini e del direttore marittimo della Puglia e della Basilicata ionica, Giuseppe Meli.

Parte del problema legato all’inquinamento delle coste deriva dal cattivo funzionamento degli impianti di depurazione. In Puglia sono 185, tre (in dismissione) dei quali continuano a scaricare nel sottosuolo , mentre «il 17% - ha spiegato Tarantini - continua a non essere conforme alla direttiva europea e il 16% è soggetto a scarichi anomali». Nel biennio 2016-2017 sono stati investiti complessivamente 140 milioni di euro nel settore della depurazione e l’attuale programmazione prevede 198 interventi infrastrutturali di adeguamento, potenziamento della capacità di trattamento e abbattimento delle emissioni odorigene, oltre a interventi, ben 25, sul riuso delle acque reflue per uso irriguo, ambientale e civile con riferimento anche all’antincendio boschivo. La Regione Puglia, inoltre, ha avviato le procedure per il ripristino del collegamento sottomarino tra i due depuratori tarantini Gennarini e Bellavista che saranno utilizzati per l’impiego delle acque reflue nel raffreddamento degli impianti Ilva.

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