Cinquemila famiglie accolte ed ascoltate, più di 16 milioni di prestiti erogati per ristrutturare debiti soffocanti. Sono i numeri che compendiano trent’anni di attività della Fondazione antiusura Buon Samaritano di Foggia, celebrati l’altra sera al teatro Giordano alla presenza del ministro Piantedosi.
“Questi numeri sono persone, affanni, cattivi pensieri, sono riscatti, rinascite, tragedie evitate. La presenza del ministro Piantedosi a Foggia è la dimostrazione inconfutabile che lo Stato c’è ed è vicino a quella frangia fragile della popolazione che arriva in Fondazione. Il nostro fiore all’occhiello sono state in questi anni le costituzioni di parte civili. Lo abbiamo fatto per 30 volte e per 30 volte ne siamo usciti vincitori, in alcuni casi abbiamo avuto l’ardire di ricorrere in Cassazione. Come nel Processo Baccus, dove è stata confermata la condanna di primo grado con l’aggravante del metodo mafioso», ha affermato il presidente della Fondazione, Pippo Cavaliere.
L’arcivescovo di Foggia, monsignor Giorgio Ferretti, da cui dipende la Fondazione antiusura, ha aggiunto a proposito delle vittime «che si deve avere il coraggio di denunciare». «Questa provincia rischia di rimanere schiacciata dalle povertà. La mafia impone pizzo come uno Stato parallelo. Questa terra anela riscatto, non neghiamo i problemi ma ci vogliano impegnare a lottare per risolverli. Un ringraziamento ai volontari della Fondazione, il vostro servizio vi chiede di tenere lo sguardo fisso al cuore di Gesù. In nome del denaro non si possono uccidere i fratelli», ha sottolineato l’arcivescovo di Foggia.
Per Luciano Gualzetti presidente della Consulta nazionale Antiusura, “dare credito significa dare fiducia alle persone che si trovano i macigni dei debiti. Le denunce sono sempre poche perché le persone hanno paura. Il nostro compito è quello di spiegare che una soluzione può esserci. Troviamo persone che si sono indebitate con 17 finanziarie».
Maria Grazia Nicolò commissaria del governo per l’antiracket, antiriciclaggio e antiusura si è soffermata invece sulle «vittime vivono in una condizione di isolamento e soggiogamento nei confronti dell’usuraio”.
Il ministro degli Interni, Piantedosi, ha ricordato che “l’usura è una violenza sottile, un veleno che si insinua laddove manca il credito legale e spezza la fiducia nelle istituzioni, è una piaga che si nutre dell’isolamento delle persone, delle piccole imprese e di chi non ha più voce e non sa a chi rivolgersi. Il sovraindebitamento è spesso l’anticamera dell’usura: la difficoltà ad onorare un prestito, un mutuo, la perdita del lavoro, un evento familiare imprevisto possono trasformarsi tutti in una spirale che travolge la serenità delle famiglie. Se il sistema pubblico non offrono risposte tempestive e accessibili si apre uno spazio all’illegalità”.
«Quando c’è un calo delle denunzie non si sa mai quanto sia un dato favorevole. La criminalità organizzata qui resta un avversario radicato che ostacola ogni tentativo di riscatto. Su questo territorio le denunce restano basse, per molte persone è difficile fidarsi. Occorre investire nella fiducia, quello che serve è una cultura della responsabilità condivisa, dobbiamo educare al credito responsabile, alla prevenzione del gioco. Tutto inizia nelle scuole, nelle parrocchie e nelle famiglie con conoscenza e senso civico. La lotta all’usura è amore verso la libertà e la coesione di una comunità. Lo Stato deve guidare questa sfida. Una comunità unita e consapevole come dimostra la Fondazione Antiusura può sconfiggere l’illegalità e ridare fiducia anche in questo angolo di Sud», ha infine affermato il ministro degli Interni, Piantedosi.
Nel corso del convegno c’è stato spazio anche per un momento teatrale con il monologo di Michele Di Virgilio su testo di Enrico Ciccarelli sul dramma di un giocatore d’azzardo e per la premiazione dei 30 volontari della Fondazione che sono saliti sul palco e hanno ricevuto dal presidente Cavaliere una chiave, quale simbolo del loro impegno.















