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Società Foggiana, l'ex boss Tolonese torna in carcere: ha violato la sorveglianza speciale

 
Società Foggiana, l'ex boss Tolonese torna in carcere: ha violato la sorveglianza speciale

L’ex picciotto poi al vertice del clan Tolonese/Trisciuoglio è stato arrestato ad Orta Nova per ricettazione di una pistola-giocattolo

Giovedì 07 Agosto 2025, 12:16

Raffaele Tolonese, 66 anni, becchino soprannominato “Rafanill”, boss della “Società” al vertice del clan Tolonese/Trisciuoglio, è di nuovo dietro le sbarre. E’ stato arrestato nelle scorse settimane (notizia filtrata solo adesso) per ricettazione e alterazione di una pistola-giocattolo che sarebbe stata modificata per poter sparare, e per violazione della sorveglianza speciale cui è sottoposto. L’arresto è stato eseguito in flagranza dalle forze dell’ordine durante una perquisizione nell’abitazione di Orta Nova dove il capo-mafia si era trasferito a metà marzo 2013, quando fu scarcerato dopo quasi dieci anni in cella conseguenza della condanna per mafia, droga, racket e altri reati inflitta nel maxi-processo Corona. L’arma è stata rinvenuta vicino al bidone dei rifiuti sul pianerottolo dell’abitazione del mafioso.

“Sono innocente” – Interrogato dal gip, Tolonese ha respinto le accuse, negando che l’arma fosse sua. Il difensore, l’avv. Paolo Ferragonio chiedeva la scarcerazione su due presupposti: non c’è prova che l’arma fosse nella disponibilità dell’indagato, e non è una pistola perché il presunto foro praticato nella canna non la rende funzionante; il legale ha anche sollecitato l’incidente probatorio perché un esperto si pronunci sulla potenzialità offensiva della pistola. Il gip Carlo Protano ha convalidato l’arresto e disposto la detenzione in carcere di Tolonese perché secondo gli investigatori la pistola sarebbe potenzialmente funzionante.

Il maxi-processo - La storia della “Società foggiana” attraversa anche la vita di “Rafanill” che nel suo passato dall’86 a oggi ha collezionato una ventina cui sono seguite spesso condanne - ma anche assoluzioni come per l’accusa di omicidio - per associazione mafiosa, armi, droga, estorsione, ricettazione, rapina, violazione della sorveglianza speciale. Fu ferito a una gamba nell’86 durante una rapina in banca a Carpino. Fu accusato d’essere uno dei picciotti della “Società” nel maxi-processo Panunzio degli anni Novanta che per la prima volta sancì la mafiosità della criminalità foggiana: gli furono inflitti 3 anni e mezzo per mafia.

Da picciotto a boss - Nel suo passato anche un periodo di latitanza, tra fine ottobre ’99 (quando divenne definitiva la condanna per il maxi-processo Panunzio e fu firmato l’ordine di carcerazione) e gennaio 2001 quando venne catturato a Vieste e trovato in possesso di una pistola. Dopo cinque anni in cella, Tolonese tornò libero a febbraio 2006 non più da… semplice picciotto, bensì con le stimmate di capo del clan che da allora viene definito gruppo Trisciuoglio/Tolonese: una delle 3 batterie che compongono la “Società” insieme ai Moretti/Pellegrino/Lanza e ai Sinesi/Francavilla. Tornato libero nel 2006, Tolonese e Federico Trisciuoglio (morto a ottobre 2022 dopo lunga malattia) si allearono con l’ex rivale Roberto Sinesi per gestire il ricco affare dei funerali per spartirsi il mercato e imporre un pizzo di 500 euro alle agenzie di pompe funebri estranee al cartello mafioso per ogni esequia celebrata. Da qui il nuovo arresto nel blitz Osiride del 16 maggio 2007 (10 fermi, 38 imputati, 20 condanne): gli furono inflitti 5 anni per estorsione e associazione per delinquere semplice, come venne derubricata l’accusa iniziale di mafia.

Assolto per omicidio - Era detenuto per l’inchiesta Osiride Tolonese quando gli fu notificata in cella il 3 marzo 2010 un’ordinanza cautelare perché ritenuto l’esecutore dell’omicidio di Francesco Vodola ucciso a Carapelle il 27 novembre 2000 nell’abitazione dove si trovava ai domiciliari: un killer travestito da donna bussò alla porta di casa e lo ammazzò con 5 colpi di pistola. Le accuse contro il boss basate sulle dichiarazioni di una testimone non ressero però al vaglio giudiziario: fu assolto. Scontata la condanna per Osiride, Tolonese tornò libero a novembre 2011. Giusto un anno dopo fu riarrestato nel blitz “Hurt locker”: venne scarcerato dopo due settimane e poi assolto dall’accusa di aver ordinato dal carcere per vendetta 3 attentati contro titolari di attività commerciali, “bombardati” nella primavera 2012.

Corona, ultimo arresto – L’ultimo arresto di “Rafanill” prima della nuova “disavventura” giudiziaria, è datato 16 marzo 2013 nel blitz Corona con l’emissione di 23 ordinanze cautelari; l’accusa poggiava anche sulle intercettazioni eseguite a carico proprio di Tolonese mentre beneficiava degli arresti domiciliari fuori provincia. In Corona il capo-clan fu condannato a 10 anni per mafia, 6 estorsioni, l’importazione in città dalla Spagna di 5 chili di cocaina, 2 imputazioni di detenzione illegale di armi, 2 di ricettazione, e riciclaggio. Scontati 9 anni e 8 mesi di cui gli ultimi al duro regime carcerario del 41 bis nel penitenziario di Sassari, Tolonese era tornato libero il 10 marzo 2023, trasferendosi a Orta Nova dove è stato arrestato nelle settimane scorse per ricettazione e alterazione di arma.

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