FOGGIA - Cinque condanne a complessivi 30 anni contro i 47 inflitti in primo grado, nel processo d’appello a altrettanti foggiani tra cui il boss Emiliano Francavilla, che a giugno 2022 progettarono l’omicidio del costruttore Antonio Fratianni sospettato d’aver sparato e ferito gravemente a Nettuno il 2 marzo precedente Antonello Francavilla (fratello maggiore di Emiliano, come lui al vertice del gruppo Sinesi/Francavilla) e il figlio quindicenne. L’agguato a Fratianni programmato per la sera del 26 giugno 2022 alle porte di Foggia fu sventato da squadra mobile e Dda che misero in salvo l’imprenditore. Colpevolezza scontata quella dei 5 imputati dopo la confessione in aula lo scorso 21 febbraio di Emiliano Francavilla, seguita da quella dei 4 complici. Ieri pomeriggio la terza sezione della corte d’appello di Bari tenuto conto delle ammissioni degli imputati, ha riconosciuto loro le attenuanti generiche e quindi ridotto le pene: 8 anni e 8 mesi al quarantaseienne Francavilla a fronte dei 12 anni della sentenza di primo grado; 5 anni e 2 mesi al genero trentaquattrenne Giovanni Consalvo (8 anni e 8 mesi a Foggia); 6 anni e 8 mesi al cinquantaquattrenne Giuseppe Sonnino (10 anni e 8 mesi); 5 anni al quarantacinquenne Antonio Lanza (8 anni e 8 mesi); 4 anni e 6 mesi al padre sessantottenne Mario Lanza (7 anni).
Anche il pg Pasquale De Luca parlando in mattinata aveva chiesto sconti di pena: 10 anni per Francavilla; 8 anni per Sonnino; 6 anni e 4 mesi per Consalvo e Antonio Lanza; 5 anni e 4 mesi per Lanza padre. Gli avv. Ettore Censano (per Francavilla), Claudio Caira (Consalvo), Paolo Ferragonio (i Lanza), Antonello Genua (Sonnino) sollecitavano sensibili riduzioni di pena in virtù delle attenuanti generiche che furono negate in primo grado dal Tribunale di Foggia “in ragione della particolare gravità dei fatti connotati da particolare pericolosità sociale, e in assenza di qualsivoglia segno di resipiscenza” (che ora c’è stata ammettendo gli addebiti), come scrissero i giudici nel motivare la condanna pronunciata il 13 febbraio 2024 nel processo abbreviato che comportò la riduzione di un terzo delle pene. Fratianni si è costituito parte civile con l’avv. Francesco Ciacieri.
I 5 imputati furono fermati dalla squadra mobile il 22 luglio 2022 su decreti della Dda di Bari. Emiliano Francavilla dal 4 aprile è ai domiciliari, come il genero Consalvo; sono ancora in carcere Sonnino, Antonio Lanza e il padre Mario: quest’ultimo ottenne a febbraio i domiciliari poi revocati per aver violato gli obblighi imposti. Ai 5 imputati viene contestato il porto illegale di armi e il tentato omicidio aggravato dalla mafiosità di Antonio Fratianni, costruttore foggiano.
Il costruttore doveva essere assassinato la sera del 26 giugno 2022 all’uscita dal casello autostradale industriale di Foggia, al ritorno in città da Brindisi. Francavilla, Antonio Lanza e Sonnino armati attendevano a bordo di una “Fiat 500”; Mario Lanza e Consalvo erano le vedette appostate in un casolare attiguo all’A/14 per segnalare l’arrivo dell’auto dell’imprenditore, su cui il gruppo aveva piazzato un gps per monitorarne gli spostamenti. Squadra mobile e Dda grazie alle intercettazioni avviate qualche mese prima indagando su un omicidio di mala in città, scoprirono il progetto di morte ideato da Francavilla (che era stato scarcerato a fine marzo 2022 dopo aver scontato 11 anni in cella) e misero in salvo Fratianni. Ai 5 foggiani viene contestata l’aggravante della mafiosità “in considerazione della personalità dell’aggressore e caratura criminale di Emiliano Francavilla, storicamente inquadrabile all’interno della ‘Società foggiana’; delle ragioni poste a fondamento del tentativo di omicidio, da individuarsi nell’esigenza di ridefinire mediante una vera e propria guerra di mafia gli assetti di potere all’interno della ‘Società’ in seguito al duplice tentato omicidio di Antonello Francavilla e del figlio minorenne avvenuto a Nettuno il 2 marzo 2022; della circostanza che Fratianni dopo aver ricevuto dai Francavilla ingenti somme di denaro provento di attività delittuose al fine di investirle, non aveva restituito quanto promesso”.
Fratianni è parte offesa nel processo ai 5 foggiani; ed è imputato (finito in carcere ad agosto 2022, da qualche mese è ai domiciliari a Matera) in quello in corso a Velletri dove risponde del duplice tentato omicidio di Antonello Francavilla e del figlio. Secondo la Dda di Roma, l’imprenditore cercò di uccidere il mafioso a Nettuno (Antonello Francavilla era ai domiciliari per estorsione) per non restituire i soldi ricevuti dal clan. Il costruttore nega e sostiene d’essere vittima di un tentativo di ricatto da parte di Antonello Francavilla con pretesa di un milione, un appartamento e un locale commerciale.
Il colpo di scena nel processo d’appello arrivò lo scorso 21 febbraio quando Emiliano Francavilla in collegamento con il tribunale di Bari dal carcere di L’Aquila dov’era all’epoca detenuto al 41 bis, confessò. “Voglio ammettere il fatto storico, e spiegare che se ho pensato di agire in quel modo lì” (progettare di uccidere Fratianni) “era semplicemente per mio nipote. Quando mio nipote ha subìto l’agguato, chi ha sparato l’ha colpito alla testa per dargli il colpo di grazia. Questa cosa mi ha colpito perché io il bambino l’ho cresciuto come fosse mio figlio. Per questo motivo io volevo agire in quel modo lì nei confronti di Fratianni, perché una persona che è padre di famiglia che agisce verso un bambino di 15 anni in quel modo lì, è una persona cattiva dentro. Solo per questo”. A ruota erano seguite le dichiarazioni di Consalvo, dei Lanza e Sonnino con poche parole: “ammetto gli addebiti”.