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Foggia ricorda Luigi Pinto, la più giovane vittima della strage di Piazza della Loggia

Foggia ricorda Luigi Pinto, la più giovane vittima della strage di Piazza della Loggia

 
Redazione online

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Foggia ricorda  Luigi Pinto, la più giovane vittima della strage di Piazza della Loggia

Il docente 25enne foggiano morì il 1° giugno del 1974. Pochi giorni prima, durante una manifestazione antifascista venne fatta esplodere una bomba nascosta in un contenitore della spazzatura

Sabato 31 Maggio 2025, 16:50

FOGGIA - Foggia ricorda il concittadino Luigi Pinto la più giovane delle vittime della strage di Piazza della Loggia a Brescia avvenuta alle 10.12 del 28 maggio del 1974 quando, durante una manifestazione antifascista venne fatta esplodere una bomba nascosta in un contenitore della spazzatura. Tra i manifestanti c'era anche il docente venticinquenne foggiano, Luigi Pinto che, dopo cinque giorni di agonia, spirò il primo giugno. Domani, domenica 1 giugno, ricorre il 51esimo anniversario della morte e per ricordare lui, la più giovane delle 8 vittime di quell'attentato che sconvolse l’intera nazione, la sindaca di Foggia, alla presenza delle autorità civili e militari, deporrà una corona d’alloro vicino al monumento che lo ricorda.

«La cultura della memoria deve guidare tutti coloro che rivestono ruoli istituzionali. Per questo è doveroso non dimenticare un giovane docente foggiano che, in un periodo oscuro della storia d’Italia, è morto solo perché, insieme a tante altre persone, manifestava in piazza in modo pacifico e democratico - ha sottolineato la prima cittadina Maria Aida Episcopo - Un esempio di passione civile che mai come in questo momento deve essere portato a conoscenza delle nuove generazioni».

«A 51 anni dalla strage fascista di piazza della Loggia Brescia, nessun tentativo di rimescolare la storia con verità di comodo ad uso e consumo della realtà del momento», sottolinea Paolo Pinto fratello di Luigi che ricorda le parole del Presidente della Repubblica Mattarella nel messaggio del 28 Maggio: «vincere i terrorismi di quel decennio e sventare piani eversivi è stato un percorso difficile e travagliato, pagato con il sangue di tanti innocenti». «Le società senza ricordi - conclude Paolo Pinto - sono destinate a commettere gli stessi errori».

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