FOGGIA - Lorenzo Garruto, leader ultras della curva sud del Foggia Calcio, avrebbe avuto contatti con i Pesante, famiglia mafiosa del foggiano, e tramite il figlio del boss avrebbe interferito nella cessione della società. La vicenda risale a fine 2023 ed è uno degli episodi descritti negli atti dell’inchiesta che ha portato due giorni fa all’arresto di quattro persone e all’amministrazione giudiziaria del club per la tentata estorsione, fatta di continue intimidazioni e minacce, all’ex presidente Nicola Canonico.
Dalle intercettazioni emergono frenetiche interlocuzioni finalizzate alla compravendita della società Calcio Foggia tra il patron e il mediatore nella trattativa con una cordata di imprenditori. I due discutono al telefono i dettagli di una possibile cessione societaria che in quel periodo potrebbe perfezionarsi in favore del commercialista di Cerignola Francesco De Cosmo: l’affare si sarebbe dovuto concludere il 19 o il 20 dicembre davanti ad un notaio.
Alcuni esponenti della tifoseria organizzata ultras riconducibili alla Curva Sud del Foggia Calcio vengono a conoscenza della possibile imminente cessione della società sportiva e che il nuovo patron del club rossonero potrebbe essere De Cosmo. Sempre dalle intercettazioni emerge la loro volontà di andare successivamente anche a Bari per incontrare il presidente Canonico e appurare ulteriori notizie sull’argomento. E così, la sera del 13 dicembre un gruppo di tifosi, capitanati da Garruto e Antonello D’Ascanio (altro ultras), alla presenza di Domenico Cataneo (responsabile dei rapporti tra club e tifoseria) si reca nello studio professionale del commercialista, possibile acquirente della società. Nel gruppo c’è anche il figlio minorenne del boss Francesco Pesante, esponente di spicco della batteria mafiosa Sinesi-Francavilla. Prima di arrivare a Cerignola, però, gli investigatori della Digos di Foggia registrano una conversazione tra Garruto e D’Ascanio, nella quale il primo chiarisce che i tifosi sarebbero rimasti «giù», ossia fuori dallo stabile, mentre «semmai» sarebbero soltanto lui e il figlio del boss.
E infatti, come accertato dal servizio di osservazione e pedinamento organizzato quella sera dai poliziotti, il figlio del boss accede assieme a Garruto all’interno dello stabile dove si trovano gli uffici del commercialista De Cosmo. Già a giugno 2023, mesi prima che la trattativa entrasse nel vivo, sui muri di Cerignola erano apparse scritte ingiuriose riferite a De Cosmo e ad altri professionisti che facevano parte della sua cordata. La trattativa, come è noto, saltò e l’imprenditore barese rimase al timone della società.
Nel provvedimento cautelare che mette in fila le intimidazioni al presidente Canonico (che il 31 marzo si è dimesso), sono descritti episodi nei quali i due capi ultras della curva sud sono essi stessi destinatario di attentati incendiari alle proprie auto da parte - secondo la Dda di Bari - dei quattro pregiudicati arrestati. In carcere sono finiti Marco Lombardi, 48 anni, suo cognato Massimiliano Russo, 49 anni, Fabio Delli Carri e Danilo Mustaccioli, 47 anni. Gli interrogatori di garanzia davanti alla gip del Tribunale di Bari che ha firmato le ordinanze cautelari, Antonella Cafagna, si terranno domani per rogatoria: Russo nel carcere di Foggia dove era già detenuto e gli altri tre nel penitenziario di Melfi.
“Garruto non ha mai intrattenuto rapporti con la famiglia Pesante”
In una nota il legale di Lorenzo Garruto precisa: «Poiché la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento, ho il dovere di constatare, in maniera sinottica, che il Signor Garruto Lorenzo non ha giammai intrattenuto contatti con la famiglia Pesante, con l'intento di attuare propositi ed obiettivi di natura criminale.
Significo, eziandio, altrettanto concisamente, che il mio assistito non ha, in nessun momento, interferito in maniera illecita nella cessione del Foggia Calcio».