Sabato 06 Settembre 2025 | 06:58

Le campagne foggiane a secco e il Molise butta acqua a mare

 
filippo santigliano

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filippo santigliano

Le campagne foggiane a secco e il Molise butta acqua a mare

Sollecitata la nomina di un commissario per la gestione idrica in Capitanata. Le produzioni di pomodoro e ortaggi a forte rischio per il 2025

Venerdì 04 Aprile 2025, 14:10

Potabile per uso civile assicurato per l’intero 2025, ma con i rubinetti a secco restano gli agricoltori del distretto agricolo più importante d’Europa, quello di Foggia, che con i 550 mila ettari coltivati rappresenta una fetta rilevantissima della produzione lorda vendibile dell’agricoltura italiana: dal grano duro (e di altissima qualità per la produzione della pasta), al pomodoro (Foggia produce il 50% dell’oro rosso italiano) fino agli ortaggi che alimentano la vasta filiera italiana della surgelazione.

Insomma, si tratta di salvare non solo le oltre 27 mila aziende agricole foggiane, tra grandi, medie e piccole, ma anche il loro valore aggiunto perm la filiera della trasformazione.

La diga di Occhito da qualche ora è passata da 50 a oltre 71 milioni di metri cubi d’acqua: in due settimane, grazie alla pioggia caduta nell’ultimo periodo, la diga ha recuperato più di 21 milioni di metri cubi di disponibilità idrica. Ciò nonostante, l’invaso gestito dal Consorzio di Bonifica della Capitanata, posto a cavallo tra Puglia e Molise, rispetto al 2 aprile dello scorso anno registra ancora un deficit idrico pesantissimo di oltre 76 milioni di metri cubi. L’acqua non c’è ed è un problema da affrontare seriamente.

Intanto, la diga del Liscione in Molise, che il 12 marzo scorso ha raggiunto il livello massimo di contenimento, continua a sversare a mare le quantità eccedenti d’acqua che con una condotta di appena 10 chilometri potrebbero invece contribuire ad alimentare proprio la diga di Occhito.

“La realizzazione di quella condotta”, spiega Angelo Miano, presidente di CIA Agricoltori Italiani per la provincia di Foggia, “è uno dei progetti da tempo in cantiere per alleviare la sete dei terreni agricoli del Foggiano, ma è al centro di una contesa tra Regione Molise e Regione Puglia, con la prima che rivendica una sorta di ‘sovranismo idrico’ per rifiutare il sostegno alla seconda o per farsi pagare a caro prezzo l’acqua che, occorre ricordarlo, non è proprietà privata di nessuno, tantomeno di un ente regionale. Da anni stiamo indicando con precisione cosa serve”, aggiunge Miano, “ma la politica a livello locale e tra regioni non riesce a mettersi d’accordo, allora è imprescindibile che la realizzazione delle opere sia affidata a un Commissario Unico per ogni singola opera nominato dal Governo e con il potere di bypassare qualsiasi ostacolo politico-burocratico, tra cui le incomprensioni tra Regione Puglia e Regione Molise ad esempio”.

Per CIA Agricoltori di Capitanata, è necessario lavorare immediatamente all’implementazione di tre grandi opere: la prima è rappresentata dalla costruzione di una condotta di soli 10 chilometri per far arrivare, fino al ripartitore di Finocchito, una parte dei 200 milioni di metri cubi d’acqua che – annualmente – confluiscono a mare dalla diga del Liscione, in Molise.

“Si tratta di un’opera che potrebbe essere realizzata in tempi relativamente brevi”, aggiunge il presidente della Cia di Foggia. “Per realizzarla, occorre un accordo di programma tra la Regione Puglia e la Regione Molise”, sottolinea Miano. “La seconda grande opera essenziale per scongiurare la desertificazione dell’agricoltura di Capitanata nei prossimi anni”, spiega Nicola Cantatore, direttore provinciale di CIA Agricoltori Italiani per la provincia di Foggia, “è la realizzazione ex novo della diga di Palazzo d’Ascoli, un nuovo invaso che recupererebbe circa 72 milioni di metri cubi d’acqua. Il Governo ha stanziato 8 milioni di euro per il progetto. La terza grande opera di cui si parla da più di 20 anni è la realizzazione della diga di Piano dei Limiti, un invaso che sarebbe posto a valle della diga di Occhito così da recuperare almeno 42 milioni di metri cubi d’acqua. Quest’ultima è l’opera che necessita dell’investimento più ingente, costerebbe circa 400 milioni, ed è già pronto da anni il relativo progetto esecutivo”.

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