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Omicidio Dell’Accio, a Foggia sconti di pena per i fratelli Russo

 
Redazione Foggia

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Omicidio Dell’Accio, a Foggia sconti di pena per i fratelli Russo

Hanno ammesso in aula; chiesto scusa ai familiari della vittima; e sono stati condannati a 12 anni a testa a fronte dei 20 anni della sentenza di primo grado

Giovedì 26 Settembre 2024, 09:25

FOGGIA - Hanno ammesso in aula; chiesto scusa ai familiari della vittima; e sono stati condannati a 12 anni a testa a fronte dei 20 anni della sentenza di primo grado. Così ieri in corte d’assise d’appello a Bari il processo-bis ai fratelli foggiani Massimiliano e Federico Russo di 49 e 47 anni, accusati dell’omicidio preterintenzionale del vicino di casa Giuseppe Dell’Accio, 52 anni, massacrato di botte nell’atrio del palazzo Onpi di corso del Mezzogiorno il 28 novembre 2015, morì la sera del 2 dicembre in ospedale; agli occhi dei presunti picchiatori la vittima era colpevole d’aver agevolato la relazione extraconiugale tra un amico e una parente di Federico Russo.

I giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche ai due imputati negate in primo grado, il che ha comportato la sensibile riduzione di pena rispetto alla sentenza pronunciata il 12 maggio 2023 dalla corte d’assise di Foggia. Gli avv. Andrea Castronovi, Giulio Scapato e Antonietta De Carlo hanno rinunciato a insistere nella richiesta di assoluzione e puntato sulla concessione delle generiche, su cui ha concordato il pg Rizzo chiedendo la condanna dei 2 foggiani a 12 anni ciascuno. Entrambi sono a piede libero per questo processo; Federico Russo è detenuto per altre vicende, e ha assistito all’udienza in videoconferenza dal carcere. La sorella di Dell’Accio si è costituita parte civile con l’avv. Paolo Ferragonio.

Dell’Accio fu ricoverato la sera del 28 novembre 2015 nell’immediatezza del pestaggio, ma ai medici disse d’essere stato investito da un’auto pirata. Dimesso la mattina del 2 dicembre, si sentì male qualche ora dopo, svenne a casa, fu trasportato d’urgenza in pronto soccorso dove morì alle 23. Le indagini portarono all’incriminazione dei fratelli Russo per omicidio preterintenzionale; e di 8 medici ospedalieri accusati d’omicidio colposo per un presunto ritardo nel diagnosticare la rottura della milza che causò il decesso: accuse cadute nel processo a Foggia concluso con l’assoluzione (il pm chiedeva 1 anno a testa) diventata definitiva.

L’accusa contro i fratelli Russo poggia su quanto confidò la vittima a alcuni familiari, e poi riferito da questi ultimi alla squadra mobile. Dell’Accio raccontò d’aver incrociato nell’atrio del palazzo Onpi Federico Russo che gli disse: “tu eri mio amico e dovevi dirmi i fatti come stavano; me lo dovevi dire prima, no che io lo sono venuto a sapere. A me ora questa cosa mi dà fastidio, mi hai tradito”; poi il pestaggio cui prese parte anche il fratello Massimiliano. Dell’Accio lamentandosi per il dolore aggiunse in lacrime: “vedi un po’ per colpa loro come sto combinato, come mi hanno conciato. Io non c’entro niente, che c’entro io? Che è mia la colpa?”. Che l’accusa individua nella convinzione dei due fratelli Russo che la vittima avesse agevolato una relazione extraconiugale tra un suo amico e una parente degli accusati; gli si “imputava” di averli aiutati a incontrarsi.

L’indagine partì il 3 dicembre all’indomani della morte di Dell’Accio: una telefonata anonima al 113 segnalò che l’uomo era deceduto per non le conseguenze di un incidente stradale come riferito dalla vittima ai sanitari al momento del ricovero, ma per le botte ricevute dai fratelli Russo. A gennaio 2020 a 5 anni dal pestaggio, ci fu il rinvio a giudizio dei 10 imputati; il 13 novembre successivo iniziò il processo in corte d’assise; la sentenza di primo grado - 20 anni a testa ai Russo, assoluzione dei medici - fu pronunciata il 12 maggio 2023. Ieri il processo d’appello ai Russo s’è concluso in un’unica udienza con la riduzione delle condanne a 12 anni.

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