FOGGIA - I conti di Amiu e il ritorno per le casse del Comune di Foggia ovvero i salassi a carico dei contribuenti foggiani che pagano la Tari, erano già contenuti in un esposto denuncia indirizzato a Procura, Carabinieri, Anac, Ispra, Asl e Comune di Foggia, dalle associazioni Wwf, Fareambiente Puglia, 'La Società Civile', Italia Nostra, Konsumer Italia, Libertà Civile, Progetto concittadino e vari cittadini. Nell’esposto si afferma che i fondi provenienti dalla Tari pagata dai cittadini foggiani siano stati utilizzati per finanziare la raccolta dei rifiuti di Bari e si chiede di valutare se l’utilizzo delle tasse dei foggiani per finanziare un servizio reso ad altri cittadini, costituisca un illecito, di natura penale o contabile, e se tale condotta si sia verificata anche nei precedenti anni. Ora sulla vicenda interviene l’ex consigliere e assessore regionale Leo Di Gioia (eletto col centrodestra, poi assessore con Vendola ed Emiliano e non eletto alle ultime regionali con Foza Italia) che fa le pulci ai bilanci di Amiu.
«Analizzando i bilanci di Amiu dal 2001 al 2023, disponibili presso il registro delle Imprese, e guardando con attenzione la relativa dinamica degli utili e delle perdite, oltre ai più rilevanti dati di gestione, si evince un doppio andamento: un’azienda in perdita prima che entrasse Foggia nel capitale sociale, in utile dopo l’ingresso in società del capoluogo dauno. Guardando i numeri si arriva a conclusioni sbalorditive che sovvertono in modo clamoroso la narrazione che vuole la società a maggioranza barese salvatrice del servizio di igiene pubblica di Foggia. In realtà sembra essere vero il contrario: è Foggia che ha salvato Amiu e paradossalmente finanziato il comune di Bari. Infatti, Amiu dal 2001 al 2012, ha accumulato perdite per circa 24 milioni di euro, al netto di qualche episodico utile. Dal momento dell’ingresso del Comune di Foggia nella compagine sociale (2013), e sino al 2023, AMIU ha conseguito circa 46 milioni di euro di utili lordi», afferma Di Gioia che aggiunge: «Dati veramente importanti e sotto certi aspetti singolari poiché conseguiti da una società a totale controllo pubblico. Se poi aggiungiamo che Il 90% di questi utili, scomponendo la contabilità tra centri di costo riferibili a Foggia e Bari, risultano conseguiti dalla gestione nel Capoluogo Dauno, (in sintesi su 46 milioni di utile circa 40 provengono da Foggia), lo sgomento aumenta. A Foggia, Comune e cittadini sembra che abbiano versato in 10 anni 40 milioni in più di quanto avrebbero dovuto. Si potrebbe argomentare che queste asimmetrie gestionali hanno contribuito a coprire in parte i costi del servizio fornito a Bari. Mi chiedo se non sarebbe stato più normale, equo e corretto, rinunciare agli utili diminuendo la fonte di entrata in riscossione a Foggia. Ancora più paradossale, poi, il riparto di questi anomali utili. Al netto di tasse ed accantonamenti circa 5 milioni sono stati utilizzati per coprire perdite prodotte da AMIU in anni precedenti al 2013 (tutti maturati quando Foggia non faceva neanche parte della compagine societaria) circa 14 milioni sono stati dati al Comune di Bari; solo 4 milioni sono stati distribuiti al Comune di Foggia. La lettura dei numeri è impietosa, spero ci siano motivazioni che la tecnica contabile non coglie e che qualcuno sia in grado di spiegare.»
















