FOGGIA - Che l'annata non fosse delle migliori lo si era capito, date le bizze del tempo, andrà tuttavia valutata nello specifico la resa a ettaro. la stima che ha fatto ieri la Coldiretti è comunque di un calo generalizzato di produzione del «20%» nel punto fatto a Foggia ieri con il Crea (centri di ricerca in agricoltura). Ma sono appunto ancora stime quelle dell'organizzazione a trebbiatura ormai quasi completamente conclusa. Cali tuttavia più profondi nell’areale di Manfredonia e alle pendici del Gargano (-30%), stessa previsione per quanto riguarda il Subappennino dauno. Ribassi ancor più accentuati nelle altre zone pugliesi meno vocate, il massimo potrebbe essere toccato nell’agro di Altamura (fino al 60%).
«Il raccolto di grano duro pugliese per la pasta non segue le aspettative, quest’anno – i timori di Coldiretti Puglia – si potrebbe scivolare sotto i 7 milioni di quintali. Di fatto l'andamento climatico dell'ultimo periodo ha divorato parte del lavoro di un anno degli agricoltori che quest’anno hanno speso per produrre grano fino a 300 euro ad ettaro in più, rispetto ai periodi pre-conflitto in Ucraina».
Previsioni non buone se rapportate con la riduzione del prezzo del grano duro che viene oggi scambiato a 330 euro la tonnellata, rispetto agli oltre 500 euro dell’ultima annata agraria. «Il calo dei raccolti segue il taglio dei compensi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi del 40 % rispetto allo scorso anno. Non è accettabile – afferma Coldiretti - che di fronte all’aumento del prezzo della pasta al consumo rilevato dall’Istat a giugno pari al 12%, il grano duro nazionale necessario per produrla venga invece sottopagato appena 33 centesimi al chilo agli agricoltori che, per potersi permettere anche solo un caffè, devono vendere ben 4 chili di frumento. I ricavi – afferma la Coldiretti regionale – non coprono infatti i costi sostenuti dalle imprese agricole e mettono a rischio le semine ma anche la sovranità alimentare del Paese con il rischio di abbandono di buona parte del territorio».
L'organizzazione dei berretti gialli mette infine sotto accusa «le manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada, balzate del +1018%, passando da 38,3 milioni di chili dei primi tre mesi dello scorso anno ai 428,1 milioni dello stesso periodo del 2023, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Gli agricoltori per una giusta remunerazione del proprio lavoro sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro dove è vietato l’uso del glifosate in pre-raccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi. Improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola che deve, invece, specializzarsi, puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale».