FOGGIA - Inizierà il 13 settembre in corte d’assise d’appello a Bari il processo di secondo grado ai 4 foggiani accusati a vario titolo di concorso in omicidio volontario, rapina, furto, ricettazione e incendio nell’inchiesta sulla morte di Francesco Traiano, foggiano di 38 anni, titolare del bar-tabaccheria “Gocce di caffè” di via Guido Dorso accoltellato al volto il primo pomeriggio del 17 settembre 2020 durante una rapina che fruttò 100 euro e biglietti del “gratta e vinci”; e morto dopo 22 giorni di coma la mattina del 9 ottobre nel reparto di rianimazione del Policlinico Riuniti di Foggia.
Alla sbarra ci saranno Antonio Bernardo, 25 anni; Antonio Pio Tufo, 23 anni, condannati in primo grado a 30 anni di reclusione ciascuno; Christian Consalvo, 23 anni, cui furono inflitti 28 anni; e Simone Pio Amorico, 24 anni, condannato a 10 anni per concorso nella rapina: è estraneo all’omicidio. Furono arrestati dalla squadra mobile il 25 febbraio 2021 nell’operazione “Destino” su ordinanze cautelari del gip; e con loro fu arrestato anche un foggiano che all’epoca del delitto aveva 17 anni e 2 mesi ed è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per omicidio volontario, rapina, furto e spaccio: fu l’allora minorenne a sferrare la coltellata letale al volto di Traiano, che era dietro il bancone, come stabilito in tre gradi di giudizio: l’ultima sentenza è della Corte di Cassazione del 22 marzo scorso.
Contro la sentenza della corte d’assise di Foggia che il 15 luglio 2022 inflisse 98 anni ai 4 maggiorenni c’è stato l’appello dei difensori. Secondo la ricostruzione dell’accusa basata su video, testimonianze, parziali confessioni e intercettazioni 4 imputati misero a segno la sanguinosa rapina alle 14.10: Christian Consalvo alla guida della “Fiat Punto” rubata la sera prima insieme al minorenne e che rimase a bordo dell’utilitaria; Bernardo, Tufo e il minore che fecero irruzione nel locale “Gocce di caffè” dove c’erano il titolare e due dipendenti. Tufo rimase sulla soglia e scagliò un posacenere contro i dipendenti per intimar loro di non muoversi; Bernardo e il minore si diressero alla cassa, aggredirono Traiano, il ragazzo lo accoltellò al volto, e i due imputati continuarono a colpirlo con calci anche quando il commerciante era ormai accasciato a terra.
Poi la fuga – la rapina durò meno di 60 secondi – con l’auto che venne abbandonata in campagna a qualche chilometro da Foggia e quindi incendiata la sera stessa del 17 settembre 2020 per distruggere impronte e eventuali tracce biologiche da cui ricavare il dna.
Articolati gli appelli e le richieste dei difensori alla corte d’assise d’appello di Bari: l’avv. Carlo Mari per Bernardo (ammette la rapina ma sostiene di non sapere che il complice minorenne fosse armato di coltello) chiede l’assoluzione per la più grave accusa di omicidio e la condanna per rapina, ricettazione e incendio della “Fiat Punto”; e in subordine chiede che l’accusa di omicidio volontario venga riqualificata in concorso anomalo in omicidio (reato diverso da quello voluto) che era l’iniziale contestazione del pm, con conseguente riduzione di pena. Stesse richieste dell’avv. Paolo D’Ambrosio per Tufo; mentre l’avv. Ettore Censano, legale di Consalvo che l’accusa posiziona alla guida dell’auto dei rapinatori-killer, chiede l’assoluzione da tutte le accuse.
Quanto ad Amorico, imputato di concorso nell’incendio dell’auto e in rapina perché avrebbe partecipato alla programmazione del raid senza poi prendervi materialmente parte, l’avv. Carlo Alberto Mari chiede che il reato venga derubricato in favoreggiamento, con conseguente condanna al minimo della pena perché l’imputato sarebbe intervenuto soltanto nelle fasi successive alla rapina per aiutare i presunti complici, senza aver svolto alcun ruolo nel raid.
La corte d’assise d’appello di Bari ha disposto anche la citazione in giudizio per l’udienza del 13 settembre delle parti civili costituitesi in primo grado: i familiari della vittima rappresentati dagli avv. Gianluca Ursitti e Raul Pellegrini; il Comune di Foggia con l’avv. Antonio Balestrieri; la Regione Puglia con l’avv. Giulio Scapato; la Camera di commercio di Foggia con l’avv. Gianluigi Prencipe; e l’associazione di volontariato “Giovanni Panunzio: eguaglianza, legalità diritti” di Foggia con l’avv. Mario Aiezza.
La corte d’assise di Foggia condannò i 4 imputati a risarcire i danni da quantificare in sede civile, con una provvisionale di 100mila euro a testa per i 4 familiari del commerciante barbaramente ucciso.